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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Ain't No Sunshine
Bill Withers
1971  (Sussex Records)
BLACK / SOUL / R&B / FUNK / HIP-HOP
all TRACKS
03/04/2020
Bill Withers
Ain't No Sunshine
La canzone è un soul acustico della durata di poco più di due minuti, che parla di abbandono, delle ferite dell’anima, del dolore per la fine di una relazione (Ain't no sunshine when she's gone And this house just ain't no home).

Ain’t No Sunshine (che potremmo tradurre: non c’è più sole) non solo è uno dei più bei pezzi della storia della musica nera, ma probabilmente anche una delle canzoni più famose di sempre. Prova ne sono le innumerevoli cover che del brano sono state fatte nel corso degli anni (almeno centocinquanta) da parte di artisti del calibro di Michael Jackson, Al Jarreau, Leonard Cohen, Tom Petty, Sting, Tori Amos, solo per citarne alcuni, e un filotto di riconoscimenti tra cui spiccano due Grammy Award (1971 e 1972) e la menzione da parte della rivista Rolling Stones fra le 500 migliori canzoni di tutti i tempi (per la precisione alla posizione n°280).

Eppure, nonostante l’incredibile successo e la caratura di ever green, la leggenda di Ain’t No Sunshine nasce quasi per caso, e non è di certo il frutto di programmazione o di strategie commerciali elaborate a tavolino. Nel 1971, quando esce il suo disco d’esordio, Just As I Am, Bill Withers è un giovane singer di belle speranze, che ancora, però, non vive di musica. Suona per passione, ma nella vita fa tutt’altro: è un operaio, costruisce componenti per i bagni del Boeing 747 e sviluppa il proprio talento nei ritagli di tempo.

Però è talentuoso, incredibilmente talentuoso, tanto da riuscire a strappare un contratto alla Sussex Records e a farsi produrre il disco da un guru affermatissimo quale Booker T. Jones (quello di Green Onions, per intenderci). Il primo singolo pensato per il lancio dell’album si intitola Harlem ed è una gran bel pezzo, un crescendo r'n'b da strapparsi le mutande.

Poi, però, in sala macchine ci ripensano e virano decisamente verso Ain’t No Sunshine. La canzone è un soul acustico della durata di poco più di due minuti, che parla di abbandono, delle ferite dell’anima, del dolore per la fine di una relazione (Ain't no sunshine when she's gone And this house just ain't no home).

Withers la scrisse ispirandosi al film di Blake Edwards, I Giorni Del Vino e Delle Rose, commovente dramma del 1962, interpretato da Jack Lemmon e Lee Remick, che racconta di un amore sofferto e ad alto contenuto alcolico. La canzone è semplice, diretta, immediata, e piace proprio per il reiterarsi del tema principale e per quella banale strofa centrale, in cui Withers canta ripetendo per 26 volte, quasi fosse un mantra, la frase “I Know “.

In realtà il cantante riteneva il pezzo assai debole proprio in quella parte: la reiterazione di “I know” era inizialmente un riempitivo, messo lì, in attesa che Withers trovasse un verso che fosse più adatto a esprimere la propria malinconia. Furono i musicisti della band (tra cui Donald “duck“Dunn al basso e Al Jackson alla batteria – nel disco suonava anche Stephen Stills) a insistere con il cantante affinché lasciasse il brano così com’era.

L’intuizione, com’è noto, si rivelò azzeccatissima. Il brano venne utilizzato anche in molte colonne sonore di film, tra cui Nottingh Hill del regista sudafricano Robert Michell, e molti, forse, la ricordano reinterpretata da Van Morrison, nella sequenza in cui Hugh Grant passeggia per Portobello Road dopo essere stato mollato, per la seconda volta, da Julia Roberts.


TAGS: AintNoSunshine | BillWithers