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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
15/02/2018
Rocky Horror (& friends)
Sputare sulla trap è sbagliato
Parola ai Rocky Horror di Justice & Co, dato che è notizia fresca di questo nuovo singolo dal titolo “Siamo noi” che anticipa il nuovo disco edito da IRMA Records e che avrà come titolo “Un salto nel buio”. Nessuna anticipazione se non questo video assai intrigante grazie alla splendida Kelly Rey - Playmate di Playboy Italia. Claudio Pivi li ha intervistati per LOUDD.
di Claudio Pivi

Parola ai Rocky Horror di Justice & Co dato che è notizia fresca di questo nuovo singolo dal titolo “Siamo noi” che anticipa il nuovo disco edito da IRMA Records e che avrà come titolo “Un salto nel buio”. Nessuna anticipazione se non questo video assai intrigante grazie alla splendida Kelly Rey - Playmate di Playboy Italia. Ma tanto altro ancora come le featuring prestigiose di ESA degli Otr/Gente Guasta e il grande Ettore Carloni dei RHumornero.

LOUDD li raduna tutti sotto lo stesso tetto, pronti a vederli schierare nell’annosa battaglia tra puristi e trasgressori, tra i suddisti del RAP e gli avanguardisti del TRAP. Ma anche qualche buona curiosità e la scusa buona per rinfrescarci le orecchie sull’altra faccia buona della grande musica italiana.

Play it LOUDD!!!

Facciamo un passo indietro al vostro precedente disco: il tributo agli Isola Posse All Stars con la cover di “Stop al panico”, i centri sociali e il vostro omaggio a quel mondo. Ieri era così… ed oggi che mondo c’è Justice?

La stesura di “Sciogli il tempo” (Protosound Records / Edel), l’l.p. a cui ti riferisci, è stata piuttosto lunga, e a mio parere si è trovata a cavallo con un cambio generazionale e culturale: i centri sociali e simili, dove noi siamo nati, da sempre culla della cultura underground (musicale e non solo!), ed anche il Rock, sono stati intaccati da altri tipi di location e sonorità che, a prescindere dal livello artistico, non hanno spesso lo stesso valore sociale.

Parliamo di controcultura e di avanguardia: come si pongono i Rocky Horror in relazione a queste parole?

Sin dalla nascita di questa band ci siamo subito posti l’obbiettivo di rinnovarci sempre e restare fuori dagli schemi, sperimentando e miscelando senza paura, e penso che i nostri lavori, piacciano o meno, ne siano la dimostrazione.

Con Pino Scotto avete sposato il Rainbow Projects ma soprattutto il concetto di beneficenza. Oggi siete ancora allineati in questa direzione? E in che modo?

Pino ci invitò a suonare ad un live organizzato da Rainbow Projects qualche hanno fa, e quella atmosfera ci piacque molto. Poi lui partecipò al nostro singolo/video “Lo spazio che ti spetta”, fondammo il side project Pino Scotto & Rocky Horror, con il quale siamo ancora in tournée, e firmammo, assieme a tanti illustri colleghi come Omar Pedrini, ecc., “Via di qua”, brano (e relativo clip!) i cui interi ricavati delle vendite dalle varie piattaforme digitali sono andati, vanno ed andranno sempre in beneficenza.

Venendo al presente: il nuovo singolo e video “Siamo noi” è un ritratto personale. La denuncia che dal sociale/politico passa al sociale/spirituale. Si deve tornare alle origini e alla semplicità?

Il sociale racchiude i problemi e le gioie della vita quotidiana, sono temi che ci accomunano un po’ tutti e sui quali è bello scrivere, perché fa piacere vedere la gente che si ritrova nelle emozioni che tu metti in musica.

Parola ad Esa: con OTR e Gente Guasta hai scritto la storia della “doppia H” in Italia, con loro ti cimenti con nuovi suoni che sembrano però calzarti a pennello, questo non sembra un semplice featuring ma il manifesto d’appartenenza ad un collettivo… possiamo sperare di vedervi presto dal vivo “all together”?

Certo, stiamo preparando un tour! Rocky Horror, Esa – El Presidente: preparatevi e venite a saltare con noi col Rock ‘n’ Roll e l’Hip Hop!

Che poi sinceramente, con questo enorme bagaglio di ospiti potremmo definirvi “un collettivo” giusto?

Abbiamo ormai una tradizione, partita col precedente album, riguardo le collaborazioni. È stimolante vedere come un altro musicista si approccia ad una tua creazione, e nel nuovo full lenght di prossima uscita, “Un salto nel buio” (Irma Records / Self Distribuzione), ci siamo superati sotto questo aspetto: Lord Madness, membri delle band di Alboroise, Brunori Sas e Piotta, e poi componenti di Lacuna Coil, Meganoidi, Death SS, Strana Officina, Cadaveria, Opera IX / White Skull, Terroni Uniti, Bisca, Fratelli di Soledad, The Hormonauts, Blastema, Chop Chop Band, ecc..

In questo nuovo singolo anche Ettore Carloni dei RHumornero, gli stessi di “Maschere”, probabilmente una delle realtà più interessanti della scena Rock nazionale che smuove una seria critica sociale. Ettore è stato questo punto in comune il motivo che ti ha portato a questa collaborazione con la formazione foggiana?

Ci siamo conosciuti qualche anno fa quando abbiamo suonato insieme in un festival in Puglia, c’è stata subito sintonia. Indubbiamente le tematiche ci accomunano ed è sempre stimolante partecipare ad un progetto artistico diverso dal proprio e mettersi alla prova.

E infine Kelly Rey, protagonista del videoclip: ragazza di tutti i giorni, quella della porta accanto… perlomeno in una parte del video, in un pub con gli amici a bere qualcosa, lontana dai set di Playboy, dagli studi di tatuaggi, ecc.. Parafrasando il leitmotiv di questo pezzo, cos’è per te la normalità e quanto è importante?

Lo è molto! Ma la “normalità” è soggettiva, si può dire che io in questa occasione abbia interpretato un po’ me stessa, infatti nel quotidiano sono una tatuatrice, giro in skate, ecc..

Chiudiamo, cari R.H.F.S., parlando proprio di normalità. Archiviato Sanremo: ma quante maschere (e qui la citazione torna prepotente al video di “Maschere” dei RHumornero) ci sono oggi nella canzone italiana? E quante ne stiamo dando al pubblico pagante? Educazione alla mediocrità o nuove ere generazionali in atto?

Il Pop è un business e come tale si comporta, anche se è ingiusto fare di tutta l’erba un fascio. Riguardo poi le nuove generazioni, credo che ad esempio sputare sulla Trap è sbagliato, ognuno deve essere libero di fare ed ascoltare ciò che vuole, a prescindere dai gusti altrui, e senza essere attaccato gratuitamente e pubblicamente per questo. È un po’ come quando vent’anni fa la gente diceva che il Rap era solo rumore e prima ancora succedeva la stessa cosa con il Metal ed altri generi!