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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
24/02/2018
Polvo
Cor-crane secret (1992)/Today's active lifestyles (1993)
I loro primi due album sono, di fatto, una collezione di brevi jam inclassificabili basate, principalmente, sugli infuocati duetti chitarristici, dove, però, entrambe le linee strumentali seguono vie tutte proprie rifiutandosi di formalizzarsi in melodie determinate
di Vlad Tepes

I Polvo (Ash Bowie, chitarra; Dave Brylawski, chitarra; Steve Popson, basso; Eddie Watkins, batteria) si formano a Chapel Hill, nel North Carolina; sono conterranei, quindi, dei Rodan.

I loro primi due album sono, di fatto, una collezione di brevi jam inclassificabili basate, principalmente, sugli infuocati duetti chitarristici, dove, però, entrambe le linee strumentali  seguono vie tutte proprie rifiutandosi di formalizzarsi in melodie determinate; anzi, l'effetto precipuo suscitato è quello dell'improvvisazione non ancorata né a rispetti formali evidenti né a nette influenze musicali (al contrario dei Rodan su cui il cono d'ombra degli Slint si staglia netto). Potrebbero invocarsi i Sonic Youth (“Vibracobra”, “Can I Ride”), ma il lavoro di Bowie e Brylawski, pur incessante, appare ancora più fratturato rispetto a quello del gruppo di Thurston Moore, composto com'è di cambi di direzione, saliscendi, ritorni, brevi riff brucianti. Dopo l'ascolto, a nostra memoria, rimane poco, se per memoria s'intende, volgarmente, la memoria d'un particolare ritornello o gioco di bravura, tanto le brevi tracce sono articolate al loro interno e articolate secondo un disegno non manifestamente riconoscibile. Solo “Can I Ride” (forse per questo uno dei loro pezzi più conosciuti) può far eccezione.

L'anno dopo i Nostri licenziano Today's Active Lifestyles che, già dall'iniziale “Thermal Treasure”, ripropone, irrobustita e senza pudore, l'attitudine del lavoro precedente. Attacchi sbilenchi, strozzature, riprese e reiterazioni strutturano il complesso organismo della traccia: quattro minuti e mezzo! Ascoltare i Polvo è come passeggiare, con scarpe leggere, per un serpentino acciottolato di campagna: una svolta improvvisa, un sasso più irregolare degli altri che attenta alle caviglie, un cespuglio che nasconde il prosieguo del sentiero, una diramazione che finisce nel nulla, uno sgombro rettilineo polveroso, una breve sosta all'ombra. L'iperblues elettrico e trasfigurato dei Polvo si ferma un attimo prima del precipizio, della destrutturazione piena: siamo in zona Beefheart; e certe partiture sembrano suonate da Zoot Horn Rollo e Antennae Jimmy Semens. “Stinger (Five Wings)”, “Sure Shot”, “Lazy Comet”, “Gemini Cusp” aggiungono gloria all'intera operazione.