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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
23/07/2018
Better Than Ezra
Deluxe
Questa recensione avrei dovuto scriverla 17 anni fa.
di Alessandro Raggi

Era il 2001, ero ventitreenne. Ricordo bene il giorno in cui arrivò a casa un pacco degli allora Magazzini Nannucci (chi ha qualche anno alle spalle sa cosa sono): 20 luglio 2001. Il giorno dopo è una di quelle date che restano impresse nella memoria, collettiva e personale. Il 21 luglio 2001 passerà infatti alla storia per i tristi fatti del G8 di Genova, una delle vicende peggiori della nostra storia repubblicana. Personalmente, ricordo quel giorno anche per altri fatti. Una partita a calcetto tra amici nell'afa estiva. Una cena a casa mia (i miei erano in ferie) mentre alcuni nostri amici ci mandavano sms dal concerto degli U2 al "Delle Alpi" di Torino, a detta di molti una delle performance live più infuocate di sempre dei dublinesi. Eravamo ignari di cosa stesse accadendo a Genova, a posteriori ammetto che quella sera ci sembrava solo una piccola rissa come tante.

Alla fine di una giornata così intensa, a tarda notte, trovai il tempo di aprire quella scatola con dentro i cd nuovi di zecca che avevo acquistato. Tra loro, un disco che mi incuriosiva molto: Deluxe dei Better Than Ezra. Dopo aver fatto al Liceo la scoperta del rock americano dei Counting Crows, nei tempi dell'Università stavo approfondendo il sottobosco, compreso quello del grunge, altra mia passione. Così, grazie alle primissime navigazioni su Internet (a caro prezzo) decisi di comprare questo Deluxe, disco dato alle stampe nel 1993 da questo terzetto di New Orleans. Non faccio fatica a dirvi che anche il fatto che venissero dalla "Big Easy" fu un elemento non secondario per investire i pochi soldi da universitario. Ho sempre avuto una fissazione per la Nuova Orléans, tanto che nei viaggi che ho fatto negli USA non l'ho ancora visitata, con la paura sommessa di veder svanire il mito che mi sono costruito.

Dunque, in una notte calda di 17 anni fa, in uno stereo portatile che avevo messo accanto ai fornelli della cucina dei miei, mi immergo nei Better Than Ezra. Canzonette, direbbe qualcuno. Eppure la voce caratteristica di Kevin Griffin, chitarrista, cantante e leader indiscusso del combo della Louisiana, le melodie riuscite e l'incontro tra i mid-tempo tipici della tradizione americana ed un suono che risente dell'influenza imperante del grunge, rendono Deluxe un miscuglio attraente, come quei cocktail estivi con mille ingredienti diversi che però hanno un buon gusto e, fortunatamente, dissetano.

La natura ibrida dei Better Than Ezra sta nei contrasti, tra il power-pop chitarristico di "Good" (singolo all'epoca trasmesso con buona assiduità dalle radio americane), la west-coast che fa capolino in "Southern Gurl", gli echi di Neil Young nell'elettrica "In The Blood", la malinconia dell'acustica "Porcelain". Risentiti oggi a 17 anni dal primo ascolto e a 25 dall'uscita, Deluxe ha ancora quel sapore di certa nonchalance tipica del south mixata con le chitarre di Seattle. Nonostante ciò è invecchiato bene ed i Better Than Ezra ancora oggi girano per gli States portando sui palchi questa contraddizione vivente.

Quanto a me, è ancora vivo il ricordo di quel 21 luglio 2001, un giorno che ha cambiato la storia di questo paese e che personalmente è ancora presente davanti ai miei occhi come se fossero passati solo tre giorni.