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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
23/07/2018
Recensioni doppie
The Fugs First Album - The Beach Boys Today!
Amerika e America; questa è certo la contrapposizione più violenta e spietata

Questa è “la Contrapposizione” che spalanca una finestra su quanto fosse profonda la voragine tra le “due Americhe” che convivevano, non senza difficoltà, a metà degli anni '60. Certo, una era al potere, l'altra no; ma era molto combattiva. Qualcuno disse ...they got the guns, but we got the numbers...

Una era bella, solare, dominante; l'altra brutta, zozza e un po' repressa.

Una si tuffava in mare e faceva surf; l'altra viveva la notte e recitava poemi nelle suburbie. Questo gioco degli opposti potrebbe continuare all'infinito.

E musica sia, quindi.

I Beach Poys incidono Today!, ottavo album, a Hollywood tra il 1964 e l'inizio del '65; I Fugs registrano il loro debutto a New York in due session tra Aprile e Giugno '65. Entrambi gli LP sono pubblicati nel 1965.

Entrambi sono album “di canzoni”, di brani concisi; sono album “vocali” non potendo contare su talenti strumentali particolari. Entrambi sono, ognuno a suo modo, album di musica pop: nessun revivalismo Blues o Rock 'n' Roll, nessun esperimento funky, nessuna sonorità jazzata. Certo l'idea di popolare era assai differente per Brian Wilson ed Ed Sanders...

Ma sono album che parlano alla platea degli ascoltatori: ampia per i Beach Boys, minima per i Fugs.

I Californiani raccontano di amori gentili e adolescenziali, qualche lacrima, piccoli tradimenti e qualche cuore in pena. I newyorkesi declamano di sesso sbrigativo e impunito, nessuna lacrima, nessuna pena: al massimo una scopata mancata.

Su una costa ci sono le “California girls”, carine, fisicate, un po' oche. Sull'altra le “dee dei sobborghi” e “supergirls” dai poteri ambigui.

I want a girl that can
fug like an angel,
cook like a devil
swing like a dancer
work like a pony
dream like a poet
flow like a mountain stream.

 

Slum goddess from the Lower East Side

Slum goddess gonna make her my bride

First time that we balled it nearly drove me insane

Next time that we balled it ripped me out of my brain

Third time that we balled I nearly fainted dead

I woke up she was on her knees stompin' on my head.

 

She was gonna be my wife

And I was gonna be her man

But she let another guy come between us

And it shattered our plan

Oh come on, Ronda

Well, Ronda you caught my eye

And I can give you lots-a reasons why

You gotta help me Ronda

Help me get her out of my heart

E poi, certo, c'è la droga. Tutto a partire dal 1965 avrebbe avuto a che fare con la droga. Anche il non usarla contribuiva a definire l'individuo.

Da un lato la marijuana nascosta di Brian Wilson, calmante per il suo fragile sistema nervoso e presto proficuo di scrittura musicale; dall'altro l'esplicito arsenale farmaceutico dei Fugs. Da una parte il peccato represso e nascosto (così dannatamente Repubblicano, così dannatamente Cristiano), dall'altra la contravvenzione esplicita e ribelle (così dannatamente datata!).

 

...so I took out my pipe

and I stuffed it full of grass

I took out a match

and I lit it real fast

I huffed, I puffed

I smoked and I toked

but after awhile, my heart was nearly broke...

cause I couldn't get high, Oh, No!

Don't know why, Oh, No!

so I got me a cube of LSD

sat down to wait

for it to hit me

I waited, meditated,

but couldn't get stoned...

 

La formula apollinea delle armonie vocali dei Beach Boys è ormai un meccanismo perfetto e studiato nei minimi dettagli. La vena tutta satirica e dionisiaca dei Fugs appare, più che una mera parodia, piuttosto come un manifesto di autonomia che rivendica libertà e diritto all'oscenità. Rivendica di riappropriarsi del proprio corpo, in ogni suo orifizio. Di potersi alzare senza pettinarsi e mettersi la camicia a righe stirata, di poter usare parole come tette e culo. Di potere fare musica improvvisando seduti in cerchio sul pavimento fumando di tutto, e non seduti dietro il banco del mixer.

Ma attenzione alla facile partigianeria: i Fugs stanno simpatici a tutti, ma Today! è un grandissimo album, nella sua “parte di America”. Professionale, ottimamente confezionato, rifinito, pulito, lucidato come una bella pista da bowling e rinfrescante come una birretta tra amici. È l'album che 14 mesi prima di Pet Sounds mette in luce tutte le qualità compositive di Brian Wilson.

Today!

Dove sta la vera America? Non l'aquila dalla testa bianca, e nemmeno i Chicago Seven.

L'America reale.

Di solito si dice sempre “nel mezzo”. E forse non è un caso che alla fine l'Ohio sia sempre decisivo per le presidenziali. Almeno finché si parla di politica... o geografia.