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REVIEWSLE RECENSIONI
10/11/2018
Lynyrd Skynyrd
Live In Atlantic City
Disco non imprescindibile, soprattutto per eventuali neofiti, ma l’ennesima chicca che i fan di vecchio corso non si lasceranno sfuggire

Il tempo, si sa, non fa sconti e, soprattutto, non fa prigionieri. I Lynyrd Skynyrd sono attivi da più di mezzo secolo, e nonostante il gloriosissimo passato, sono in stallo creativo ormai da anni (le ultime prove in studio, la più recente risale a sei anni fa, non sono certo esaltanti). L’avventura, quindi, sta per concludersi e, seppur a malincuore, viene da dire che forse è davvero giunto il momento: la band, infatti, ha annunciato, lo scorso 25 gennaio, il loro ultimo tour, Last of the Street Survivors Farewell Tour, che è partito a maggio e si concluderà a gennaio con un ultimo concerto nella natia Jacksonville (Florida).

Nonostante gli anni sul groppone e i continui decessi e cambi di formazione (l’unico superstite della formazione originaria è l’ottimo Gary Rossington), i Lynyrd Skynyrd sono da sempre considerate una delle migliori live band in circolazione, come dimostra anche questo nuovo Live In Atlantic City, registrato il 23 giugno 2006 al Decades Rock Arena, lo studio televisivo e area concerti all’interno del Trump Taj Mahal ad Atlantic City. Un disco, a dire il vero, inaspettato, che chiude degnamente il cerchio, omaggiando i tanti fans del gruppo sparsi per il mondo, e risarcendoli, almeno in parte, per l’esiziale notizia dello scioglimento.

Possiamo chiederci se abbia ancora un senso comprare l’ennesimo disco dal vivo della band, visto anche il cospicuo numero di live, ufficiali e non, pubblicati nel corso dei decenni. Così, per ovviare al rischio di un’inutile duplicazione, Live In Atlantic City (la versione standard contiene sia il cd sia il dvd con la registrazione video dell’esibizione) vanta la presenza di alcuni ospiti, grazie ai quali il piatto della casa acquista un sapore leggermente diverso. A spartite il palco con Gary Rossington e soci, infatti, quella sera ci furono Bo Bice Jr., ai tempi fresco finalista di American Idol, Hank Williams Jr., country man figlio di cotanto padre, e i 3 Doors Down, gruppo post-grunge americano.

La consueta scaletta, pertanto, si arricchisce anche di brani appartenenti al repertorio degli artisti ospitati (i 3 Doors Down, ad esempio, portano la hit Kryptonite e rifanno di nuovo That Smell, già coverizzata in passato) e dell’esecuzione in condominio di alcuni classici della band (particolarmente rocciosa Gimme Back My Bullets con Bo Dice). Nonostante qualche assenza di peso (Simple Man e Crossroads, tra le altre), non mancano i cavalli di battaglia che hanno reso i Lynyrd Skynyrd autentiche icone del rock sudista: Workin’ For MCA, Call Me The Breeze, Saturday Night Special, e il finalone palpitante dedicato come sempre alle leggendarie Sweet Home Alabama e Free Bird. Disco non imprescindibile, soprattutto per eventuali neofiti, ma l’ennesima chicca che i fan di vecchio corso non si lasceranno sfuggire.