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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
12/12/2018
Francesco Mascio
Le interviste di Loudd
Chitarrista atipico, Francesco Mascio, dalla provincia di Frosinone, ha già all'attivo diversi lavori, tra cui “Jaggae” e “Ganga's Spirit” in cui mostra sin da subito una delle sue grandi passioni, l'Oriente e in particolare India e Cina, non solo come riferimenti musicali ma anche filosofici e spirituali. Scopriamo insieme a lui il percorso che lo ha portato a questo lavoro… (a cura di Giuseppe Scuccimarra).

Leggo dal press kit che non hai sovrainciso chitarre eppure in diverse occasioni sembra che ci siano più tracce, come hai ottenuto questo effetto?

Sono diversi anni che utilizzo la loop station sia dal vivo che in studio. Mi piace molto scoprire ogni volta cosa si può ottenere sperimentando con questa scatolina simile ad un registratore a pedali.

Essendo “Wu Way” un disco basato quasi interamente sulla chitarra non ho esitato a farne uso per conferire su alcuni brani una maggiore intensità armonica e ritmica.

Quali sono i chitarristi che potresti definire di riferimento durante la tua formazione musicale?

In ordine cronologico, elencando solamente i chitarristi più affini al jazz: Joe Pass per l’armonia, Wes Montgomery e George Benson per l’eleganza del fraseggio, Jim Hall, Pat Metheny, John Scofield e Mike Stern per l’apertura armonica e melodica, John McLaughlin per le forti contaminazioni con la musica etnica, Bill Frisell e Marc Ribot per la loro vena free, Bireli Lagrene e Sylvan Luc per la tecnica e la melodia, e ovviamente tanti altri che per motivi di spazio non è possibile citare.

Il disco viene pubblicato da Filibusta Records, etichetta di area jazz. Ti ci ritrovi in quel circuito? E in quello della world music?

Sono partito dalla musica afroamericana, poi nel cercare una mia identità artistica ho ampliato il mio raggio musicale approdando a un mix di jazz e musica etnica. Sicuramente mi trovo a mio agio nel circuito del jazz così come in quello della world music, ma non completamente. In effetti il mio genere si potrebbe meglio identificare con il termine “jazz crossover”, anche se naturalmente quando compongo non penso a quale genere apparterrà la mia musica, essa arriva e basta.

Un brano è dedicato a Tiziano Terzani, cosa ti ha colpito della sua persona e dei suoi lavori?

Tiziano Terzani è una di quelle personalità che mi fa sentire orgoglioso di essere italiano. Oltre ad essere stato un grande giornalista e un grande scrittore, ritengo che sia anche una grande anima che ogni persona che si trova in un percorso spirituale dovrebbe conoscere. Ciò che più mi ha colpito di lui è la sua costante ricerca della verità e il suo immenso coraggio che ha mostrato anche davanti alla morte. “Un indovino mi disse” e “Un altro giro di giostra” sono due sue opere che mi sento di consigliare a chiunque.

Oltre alla chitarra hai suonato anche altri strumenti…

Volevo creare delle atmosfere che facessero come da cornice al suono della mia chitarra, così per riuscire nel mio intento, mi sono cimentato a suonare diversi strumenti per lo più di connotazione etnica tra cui le campane tibetane, il dan moi (una sorta di scaccia pensieri vietnamita), dei campanelli presi durante un viaggio in India, dei cimbali cinesi e altri ancora.

Vuoi raccontarci qualcosa degli ospiti del disco?

Sin da subito per arricchire timbricamente il mio disco, avevo in mente delle percussioni, un fiato e una voce. Le tabla risultavano adatte al sound che volevo ottenere, così ho invitato a suonare Sanjay Kansa Banik, un vero e proprio maestro di questo strumento. Nella ballad “Tiziano Terzani” volevo invece che fosse il sax di Gabriele Coen ad impreziosirne la melodia, mentre per “Arpeggio Elementale” mi sono avvalso della voce carezzevole di Susanna Stivali.

“Balla con Budddha” sembra un raga indiano. Quanto c'è di composizione e quanto di improvvisazione?

"Balla con Buddha" è una composizione che ha molte parti scritte. Il tema, strutturato su una scala indiana, si sviluppa su una melodia ben definita; e anche nella parte centrale del brano dove c'è il solo di tabla, la chitarra segue una struttura ritmica e armonica ben precisa. Non mancano naturalmente delle parti libere come ad esempio nell’introduzione e durante il solo di chitarra.

Progetti presenti e futuri…

Già da qualche mese ho iniziato a lavorare alla realizzazione di due prossimi dischi. “I thálassa mas” interamente incentrato su composizioni originali ispirate al Mediterraneo in collaborazione con il sassofonista calabrese Alberto La Neve e “Thaw?d” completamente strutturato sul concetto dell’improvvisazione radicale ma con una forte influenza world music.

Detto ciò, prima che questi nuovi lavori verranno pubblicati, in questo momento voglio concentrare la mia attenzione sul nuovo disco “Wu Way”.