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MAKING MOVIESAL CINEMA
The Haunting of Hill House
Mike Flanagan
2018  (Netflix)
HORROR SERIE TV
all MAKING MOVIES
17/12/2018
Mike Flanagan
The Haunting of Hill House
La storia, ormai la saprete: c'è una famiglia che ha vissuto per una sola estate in una villa maestosa. Una casa nel mezzo del nulla e da sistemare. Una casa che però nasconde segreti, fantasmi, presenze. I figli ne sono terrorizzati, i genitori fanno i pragmatici, finché una notte tutto cambia.

Ne escono con cicatrici, con traumi, tra chi finisce per aprire un'impresa funebre, chi cura bambini, chi trova rifugio nella droga o in mille altre soluzioni alternative, e infine chi -scettico- riversa tutto in un romanzo che diventa best-seller e causa di rottura all'interno di quella famiglia.
Si indaga, allora; ad ogni figlio, e pure ai genitori, viene dedicato un episodio, in cui non mancano i classici jumpscare, i mostri che si affacciano in un secondo piano sfocato.
A decretare la bellezza di Hill House basterebbe l'episodio 5 (The Bent-Neck Lady), dal sapore amaro di una favola senza lieto fine, che nel finale assesta pugni allo stomaco - e al cuore - a non finire.
O basterebbe il suo seguito (1x06, Two Storms), quando ancora ti stai chiedendo come riprenderti, in cui lunghi, meravigliosi piani sequenza e lunghi, intensi scontri fra fratelli e figli vengono seguiti, in cui anche quelli che sono flashback si incastrano a meraviglia, portando ad un altro finale al cardiopalma.

Si resta avvinti, allora, si vuole sapere di più.
Si cerca di formulare teorie, di prevedere i colpi di scena, di rimanere vivi dopo un'apparizione improvvisa.
La scenografia è altrettanto portentosa, con quella casa che fa invidia, sì, ma che così lugubre, così agghindata tra statue e tende fa paura anche in pieno giorno, e l'incedere fluido della macchina da presa aumenta l'effetto.
Mike Flanagan compie un passo da gigante e si fa gigante, portandosi da Il gioco di Gerald la fida e bellissima Carla Cugino, trovando poi bambini in grado di gestire un passato ingombrante e giovani promesse e sicurezze che nel presente reggono la scena.
A questo punto, però, c'è un tasto davvero dolente.
C'è un finale che non va giù, un finale in cui la scrittura scivola rovinosamente, in cui si cercano soluzioni di comodo mettendo in campo i sentimenti che lasciano senza risposta troppe domande, troppe presenze. In 70 minuti fortunatamente non si rovina quanto costruito, ma ci si va vicino, ammorbando e annoiando.
Per quel che mi riguarda, allora, Hill House e i suoi spaventi finiscono con l'episodio 9, in cui le promesse e l'estate sembravano riservare solo grandi cose per la famiglia Crain.