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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
14/01/2019
UNA
Solo acida verità per ingoiare la pillola
“…il fenomeno più eccentrico e discusso del web, di cui OGNI testata ha scritto, canta canzoni con parole tipo "Portati i cerotti puttana, ‘sta troia vuole solo a me”. Il veleno quindi non sta tanto nella minestra che mangiamo ma nella coscienza di chi ce la propina ogni giorno nel menù.” (UNA)

Basta iniziare da questa frase di Marzia Stano che in arte conosciamo come UNA per capire quale potere di verità c’è tra queste righe e in questa forma canzone di un disco che personalmente ho vissuto con un bel senso di rivoluzione. Un ascolto che ho consumato con la felicità e quel senso di liberazione di chi finalmente sente di non essere diverso soltanto per aver dentro la voce ostinata e contraria a questo immane perbenismo utile solo al gioco del conformismo di massa e alla santa omologazione collettiva. Si intitola “AcidaBasicaErotica” e pensate che alcune testate l’hanno censurato solo per la parola erotica!!! Ma quanto siamo ancora antichi? E quanto siamo FINTI nelle nostre etiche da copione televisivo? E se al posto di UNA si fosse presentato uno dei tanti “Sfera Ebbasta” che di volgarità ne sfoggia davvero e senza filtri, pensate che quella stessa testata avrebbe rinunciato ai tanti e preziosi click in luogo di quella morale perbenista? Ma fateci il piacere!!! Che burattini che siete… che siamo tutti quanti…

UNA non urla alla rivoluzione ma fa sfoggio di stile, simpatia, acidità mirata e precisa su ferite sociali che denuncia con tutta se stessa… probabilmente l’ostinazione della buona musica come di arte buona in generale, sarà cura lenitiva ma ad ora siamo ancora ben lontani dalla rinascita. Ora siamo concentrati ad una morte celebrale fatta con estrema organizzazione industriale. UNA non pretende di cambiare il mondo ma di darci un’importante testimonianza di coraggio e di verità: non si è soli e sopra ogni cosa, non si è sbagliati. Al libero pensiero oggi si associa emarginazione. Ecco il nostro futuro. UNA invece risponde in collettivo e lo fa con voce sicura in queste nove tracce inedite di una produzione, appunto, collettiva. UNA gioca a carte scoperte con le maschere dei bigotti e con le finzioni demagogiche delle etichette sociali, costruisce un ponte tra nord e sud, condanna l’amore condannato e libera la sessualità sbattendo in faccia ad ognuno di noi, quanto sia forte e indistruttibile la verità. “AcidaBasicaErotica” è un disco di verità e non di luoghi comuni.

Dietro questo suono che danza in equilibrio tra strumenti reali e programmazioni sfacciate dal gusto un poco berliniano, dove paesaggi dub-step si intersecano con allegorie pop, esiste una letteratura politica e di popolo che tutti dovremmo ascoltare e riascoltare ogni giorno quasi fosse una dottrina di vita. Brani come “Eretica” potrebbero essere eretti a bandiere di rinascita e di consapevolezza popolare in questo futuro ancora troppo lontano dall’evoluzione. L’omologazione al sistema è la VERA EMARGINAZIONE, e credo non esista finale più atroce che l’emarginazione di un intero popolo. Prima lo capiremo e prima smetteremo di morire dentro le nostre città…

Innanzitutto, complimenti per questo disco. Come dire: un disco che ha una sua personalità, forte, riconoscibile, sincera. Prima di tutto questo. Poi possiamo parlare di gusto ma come sai quello è opinabile. Di certo prendo spunto da questo per chiederti: hai anche tu l’impressione che nel resto di questa scena ci si fermi più sull’omologazione dei suoni e delle forme più che all’unicità delle opere e delle personalità?

In generale manca il coraggio di osare, si scelgono strade già battute e si preferisce la via dell'omologazione, ma non perché in Italia non ci siano artisti e artiste con idee innovative e originali, ma perché non ci sono più le realtà che investono sulle "pecore nere". 

Ti ho fatto questa domanda perché in fondo un tema portante è proprio la celebrazione dell’io. Questo disco è bandiera contro l’omologazione. E lo trovo anche molto deciso e severo in molti tratti… certamente sai giocare con una sensibilità di donna, precisa e seducente, ma di base trovo che canzoni come “Chimica”, “Eretica” o “Hikikomori” siano canzoni “severe” nonostante la pillola dolce. Tu cosa ne pensi?

C'è poco da ridere in questo periodo storico, stiamo perdendo piuttosto velocemente diritti, libertà e dignità duramente conquistate dalle nostre madri e dai nostri padri. "Con un poco di zucchero… la pillola va giù" diceva la Poppins, ma la realtà di oggi in Italia è comunque una pillola amara e per quanto il bisogno di leggerezza e di distrazione dai problemi lo avverta anche io, ho ancor più bisogno di credere che l'arte e la musica possono contribuire a farci sentire liberi, vivi e pensanti.

E restiamo sul concetto di unicità. Un disco che hai scritto per il bisogno tuo di essere te stessa, quindi un mezzo per fare outing (e non parlo solo di sessualità ma anche di pensieri sociali in genere) oppure è un semplice sfogo che volevi condividere con chi avevi attorno?

C'è un proverbio che dice "Se devi farlo, fallo forte".

Pensi che oggi le canzoni possano ancora smuovere coscienze e insegnare qualcosa? E tu che sei insegnante: pensi che le tue canzoni possano farlo?

La magia della musica sta nel fatto che smuoverà sempre le emozioni della gente. Non c'è assuefazione a questo fenomeno, anzi più ne ascolti e più si diventa sensibili alle sue sollecitazioni. Ma ci troviamo di fronte ad un impoverimento drastico dei contenuti, basti pensare che l'artista pop femminile più "alternativa" del momento è Levante (status guadagnato per i suoi ritornelli conditi di turpiloqui) e il fenomeno più eccentrico e discusso del web, di cui OGNI testata ha scritto, canta canzoni con parole tipo "Portati i cerotti puttana, ‘sta troia vuole solo a me”. La cosa triste non è che ci sia chi si sveglia la mattina e decide di essere YS o Sfera Ebbasta ma che si offra uno spazio mediatico esorbitante a personaggi come questi a discapito di artisti da paura che non vengono minimamente degnati d'attenzione e considerazione. C'è musica fatta bene e musica disgustosa e la gente si mangia la minestra che gli metti sotto il naso perché è fondamentalmente pigra. Il veleno quindi non sta tanto nella minestra che mangiamo ma nella coscienza di chi ce la propina ogni giorno nel menù. 

E in tutto questo, l’estetica di questo disco è assai in linea con i dettami “social”, dai colori ai suoni. Non la vivi come una dicotomia? Come una contraddizione? Oppure va letta come un mezzo globalmente condiviso per poter parlare a quante più persone possibili? Come a dire: se facevo una canzone in stile Claudio Lolli non l’avrebbe capita nessuno oggi…

“AcidaBasicaErotica” è il frutto di un lavoro collettivo, i meriti di come appare l'artwork e l'estetica in generale, sono l'output di un progetto creato assieme al duo di street artist To/let e artiste che gravitano all'interno della factory Elastico faART. Merchandising auto prodotto, foto, video e allestimenti sono nati grazie alla collaborazione con artiste come Francesca Sara Cauli, Maura Costantini di Visual lab e amiche con cui si è creata una squadra e un team di lavoro unito dall'entusiasmo e da un desiderio corale di dire certe cose senza veli e pietà.

Siamo nel 2018: ormai ci frega anche poco di andare sulla Luna. Ormai pensiamo a Marte. Eppure in Italia per molte cose siamo ancora antichi. Chiusi dietro un regime forte dei tabù, il sesso è cosa vietata, l’omosessualità peggio che andar di notte… siamo aperti di mente per gli slogan sui social e per fare le morali agli altri ma poi in piazza nascondiamo la faccia. Sei d’accordo? Ma soprattutto: come convive Marzia Stano con i pensieri che canta in pubblico UNA?

Con la maschera sarebbe stato tutto più semplice, ovvio. Ma sia a Marzia che ad UNA le cose semplici non sono mai piaciute troppo, chiamalo masochismo, chiamalo auto sabotaggio, ma in un paese bigotto e finto perbenista come il nostro, essere dichiaratamente NON eterosessuale, femminista, indipendente e non più ventenne... ha un caro prezzo :)

Ed io ti inviterei anche a parlare del sud. Chiamo in ballo “Sud di me” ma direi anche di restare fedeli a quanto detto prima. Nonostante siamo al 2018 e siamo a due passi dal futuro… perché secondo te siamo ancora così provinciali?

Forse la tecnologia avrà fatto passi in avanti, ma umanamente parlando siamo più vicini al medioevo che al futuro. Invece di proteggere i popoli che in questo momento hanno bisogno di noi, ci mettiamo a proteggere i confini di questo paese di cui la metà della popolazione non ne conosce nemmeno la storia. Il nord e il sud sono convenzioni antichissime ideate dall'essere umano per navigare, spostarsi da un territorio all'altro senza correre il rischio di perdersi, le cartine geografiche sono nate per facilitare il "movimento", non per immobilizzare l'uomo tra confini disegnati da lui stesso. I colonialismi spietati che continuiamo a perpetrare, le dittature travestite da democrazia, la cultura patriarcale, l'oppressione della donna sono il presente e la cosa peggiore del provincialismo è abituarsi all'idea che le cose non possano essere differenti.

Chiudo sperando di non averti annoiato troppo. Tornando adolescenti (e sperando di non diventare mai adulti), alla donna adulta che sei chiedo: ci credi che qualcosa ancora sia per sempre?

Non senza una buona dose di follia.