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REVIEWSLE RECENSIONI
07/05/2019
Melissa Etheridge
The Medicine Show
The Medicine Show, non vuole essere altro che quello che è: un sincero e verace disco di rock americano. Non imprescindibile, semplicemente bello

Melissa Etheridge non è certo una di quelle artiste che hanno rinnovato profondamente la musica; eppure, i suoi dischi sono sempre stati pervasi da una sincerità di fondo che l’ha fatta amare, dal pubblico e dalla critica, concedendole perfino il lusso di aggiudicarsi un premio Oscar nel 2007 e ben due Grammy Award.

Le sue canzoni, infatti, possiedono quello spirito indomito e battagliero, a cui la Etheridge non ha mai rinunciato anche nel corso della vita, vincendo una grave malattia, raccontando senza veli la propria omosessualità e combattendo tutte le battaglie nelle quali vi fossero in gioco i diritti civili e le istanze dei meno fortunati. Una donna grintosa e irriducibile, dunque, che ha saputo contaminare di inesauribile energia il suo melodico heartland rock diretto e senza fronzoli, essenziale quanto si vuole, ma sempre irrorato di trasporto e passione.

Dopo aver riletto il catalogo Stax con il convincente Memphis Rock And Soul del 2016, disco di cover interpretate con il consueto timbro graffiante e indomita passionalità, Melissa torna alla specialità della casa, con questo The Medicine Show, un album che alterna vibranti rock a tiro chitarristico a ballate con il cuore in mano.

La scaletta si apre con la title track, un rock blues potente, caciarone e un po’ tamarro, che però, dopo un paio di ascolti, funziona decisamente bene come apripista. I toni si abbassano con Wild And Lonely, mid tempo rock che sembra plasmato dalle mani di Stevie Nicks e su cui la Etheridge sfodera un’interpretazione grintosa e appassionata che, nel ritornello, evoca, e non poco, la forza espressiva di Springsteen. Grande canzone, decisamente tra le migliori del disco.

Con la sucessiva Shaking, Melissa torna a graffiare, sfoderando un riff di chitarra pesantissimo, quasi hard rock. Un’ultima bordata, che apre un trittico di ballate: Woman Like You, melodia che stende, nonostante l’arrangiamento un po' sempliciotto, Faded By Design, classico brano alla Etheridge e una delle highlights del disco, e I Know You, arrangiamento d’archi, pianoforte e la voce meravigliosa di Melissa a far vibrare le corde dell’anima.

This Human Chain è un delizioso ed elegante funky dal retrogusto anni ’70, che sembra ereditato dal precedente Memphis Rock And Soul, Love Will Live è un rockettone vibrante ma abbastanza prevedibile, mentre Here Comes The Pain è una struggente ballata costruita attorno a un semplice arpeggio di acustica.

Chiudono il disco la magnifica Suede, neilyounghiana al midollo, e Last Hello, commosso omaggio alle vittime del massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, avvenuta il 14 febbraio del 2018. Canzone da brividi veri che suggella un disco prevedibile ma decisamente riuscito. La Etheridge non ha mai voluto cambiare le regole del gioco, ma le sue partite se le è giocate tutte con un’onestà di fondo e una passione che da sempre sono le sue armi migliori. Così, The Medicine Show, non vuole essere altro che quello che è: un sincero e verace disco di rock americano. Non imprescindibile, semplicemente bello.


TAGS: Marjory Stoneman Douglas High School | Melissa Etheridge | recensione | review | Stevie Nicks | The Medicine Show