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Diary of A Madman
Ozzy Osbourne
1981  (Epic Records)
METAL
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01/06/2020
Ozzy Osbourne
Diary of A Madman
Osbourne può annoverare nella sua carriera alcune curiose storielle: un'accusa per induzione al suicidio, le dicerie a proposito del fatto che avesse fucilato (sic!) i suoi 17 gatti, un' improbabile sfida con Nikky Sixx dei Motley Crue a colpi di urina, feci e formiche sniffate (sic!), e la celeberrima minzione sul muro delle rovine di Alamo

Potrà piacere o meno, ma di sicuro Ozzy Osbourne è uno di quei personaggi  che, nel corso della carriera, hanno arricchito la letteratura rock di anedottistica inquietante e leggendari retroscena in odore di zolfo. Prima, come cantante dei Black Sabbath e coautore di successi epocali (Paranoid, tanto per citare la più celebre), poi, come artefice di una carriera solista che, tra alti e bassi, l'ha sempre visto circondarsi dei migliori chitarristi del circuito metal (Randy Rhoads e Zakk Wylde, tra gli altri ), Ozzy è conosciuto ai più tanto per il suo metal ammiccante a Satana quanto per uno stile di vita che, con una generosa parafrasi, potremmo definire un filo sopra le righe. A tal proposito, gli aneddoti si sprecano. Oltre all'immancabile triade di eccessi “donne, alcol e droghe”, Osbourne può annoverare nella sua carriera alcune curiose storielle: un'accusa per induzione al suicidio (il diciannovenne John McCollum che si spara un colpo in faccia dopo aver ascoltato Suicide Solution, tratto dall'album Blizzard Of Ozz), le dicerie a  proposito del fatto che avesse fucilato (sic!) i suoi 17 gatti, un' improbabile sfida con Nikky Sixx dei Motley Crue a colpi di urina, feci e formiche sniffate (sic!), e la celeberrima minzione sul muro delle rovine di Alamo. Tuttavia, quanto appena elencato, sembra solo la lista della spesa di una massaia, se rapportato all'episodio più incredibile e leggendario a cui è legata la fama dell’ex macellaio di Birmingham. Un episodio tanto macabro e osceno, da far accapponare la pelle e stringere lo stomaco anche ai rocker più navigati. E' il 20 gennaio del 1982, e Ozzy, sul palco del Memorial Auditorium di Des Moines, nello Iowa, sta eseguendo un'infuocata versione di Diary Of A Madman,  title track e uno dei pezzi di punta del nuovo album che, a tutt’oggi, ha venduto complessivamente la bellezza di 10.000.000 di copie. Da sotto il palco, un fattone di nome Mark Neal, getta al cantante un oggetto di colore nero. Ozzy lo raccoglie, si accorge che l'oggetto ha le sembianze di un pipistrello, e siccome è probabilmente più strafatto del sig. Neal, pensa che sia un animale di pezza. Quindi, animato da quel gusto plateale da grandguignol che ha sempre certificato le sue migliore performances, spalanca la bocca e lo azzanna. Il tempo di percepire un battito d'ali e di sentire sulle labbra il sapore dolciastro del sangue, e Osbourne si accorge che l'animale, a cui nel frattempo ha mozzato la  testa, è vivo. Terrore, questa volta vero, corsa in ospedale e una dolorosissima  puntura di antirabbica, concludono l'inquietante esibizione. Da quel momento in avanti la fama di Ozzy sarà per sempre legata al povero pipistrello senza testa, immolatosi per volere del Dio del Rock sull’altare del principe delle tenebre.

 


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