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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
05/11/2017
Gram Parsons
5 novembre 1946 - 5 novembre 2017
Oggi, 5 novembre 2017, Gram Parsons festeggerebbe settantun'anni. A dispetto della sua breve carriera e dello scarso impatto commerciale dei suoi lavori, il suo contributo artistico è stato fondamentale per la nascita del country-rock e ha influenzato più di una generazione di musicisti
di Alessandro Menabue

Los Angeles, fine estate del 1973: Gram Parsons, nato Ingram Cecil Connor III, già membro di band come The Byrds e The Flying Burrito Brothers, ha da poco ultimato le registrazioni di "Grievous Angel", il suo secondo album solista. Il disco precedente, "GP", si era rivelato disastroso a livello di vendite nonostante il plauso pressoché unanime della critica. Gram ha dunque puntato tutto sul suo nuovo lavoro ed è talmente soddisfatto del risultato finale che decide di concedersi qualche giorno di vacanza presso il Joshua Tree National Monument, una zona desertica selvaggia e incontaminata nel sud-est della California della quale si era infatuato qualche anno prima. Ad accompagnarlo sono la sua nuova fidanzata Margaret Fisher, il suo assistente personale Michael Martin, e Dale McElroy, fidanzata di Michael. Nonostante si sia da poco affrancato dalla tossicodipendenza, Parsons è su di giri e decide di festeggiare assieme agli amici con un mix di morfina, tequila, cocaina e barbiturici assortiti. E' la notte del 19 settembre: Gram non vedrà mai sorgere l'alba. Il suo cuore non regge al micidiale cocktail e cessa di battere mentre si trova nella stanza 8 del motel Joshua Tree Inn. Michael Martin contatta immediatamente Phil Kaufman, road manager e grande amico del musicista, il quale si precipita al motel per ripulire la stanza e riportare a Los Angeles le due ragazze. Verso mezzogiorno Parsons viene dichiarato ufficialmente deceduto. Sul certificato di morte, in seguito alle pressioni di Kaufman, viene genericamente indicato "arresto cardiaco" quale causa del decesso. Il giorno successivo, il patrigno di Gram, un uomo di New Orleans a cui l'artista si era riavvicinato in tempi recenti, manifesta l'intenzione di dare sepoltura all'artista in Louisiana. Il reale intento dell'uomo, secondo Phil Kaufman, è quello di mettere le mani sull'eredità del figliastro invocando una norma dell'ancora vigente codice napoleonico di New Orleans: i beni di Parsons sarebbero appannaggio del parente maschio più vicino al defunto - in questo caso appunto il patrigno - a condizione che quest'ultimo sia sepolto in Louisiana in modo da diventarne cittadino ufficiale, seppure post-mortem. Questo Phil non lo può permettere; qualche mese prima lui e Gram avevano stretto un patto solenne: in caso di morte di uno dei due amici, l'altro avrebbe fatto in modo che il corpo venisse cremato per poi spargere le ceneri nel deserto di Joshua Tree, tra quelle rocce e sotto quel cielo che entrambi amavano. Kaufman vuole tenere fede al patto e così, grazie alla complicità di Michael Martin, riesce a trafugare la bara di Parsons dall'aeroporto di Los Angeles e a trasportarla nel deserto. Una volta giunti sul posto, al riparo da sguardi indiscreti, Phil e Michael aprono la bara, versano venti litri di benzina sui resti di Gram e gli gettano sopra un fiammifero: si sprigiona una vampata che si alza verso il cielo, tanto violenta quanto effimera. Il rogo si consuma nel giro di pochissimi minuti bruciando solo in parte il corpo di Parsons. Kaufman e Martin, temendo che la fiammata possa avere attirato l'attenzione delle guardie forestali, abbandonano il feretro semicarbonizzato e se la battono di gran carriera. I due si costituiscono alcune settimane dopo presso la Corte Municipale di West Los Angeles che li rinvia a giudizio. L'unica udienza, al termine della quale vengono dichiarati colpevoli di sottrazione di cadavere e multati per circa mille dollari, si svolge il 5 novembre del 1973, giorno in cui Gram avrebbe compiuto ventisette anni.

Oggi, 5 novembre 2017, Gram Parsons festeggerebbe settantun'anni. A dispetto della sua breve carriera e dello scarso impatto commerciale dei suoi lavori, il suo contributo artistico è stato fondamentale per la nascita del country-rock e ha influenzato più di una generazione di musicisti. Tempo addietro Neil Young gli dedicò queste parole, a nostro parere definitive: "All'epoca di Harvest, quando l'America era ai miei piedi, c'era un sacco di gente impegnata a rovistare senza ritegno nel mio zaino da esploratore, a vivisezionare i miei trucchi e quelli di David Crosby, Stephen Stills e Graham Nash. Ma le aquile non volano a stormi, avrebbero dovuto saperlo. E permettetemi di dire una cosa: in mezzo a tanta immondizia country-rock, intercambiabile, d'imitazione coreana, c'era ancora qualcuno che sapeva sul serio come cantare d'amore per poi farti sobbalzare dalla sedia con un ritmo indiavolato: Gram Parsons. Per come la vedo io, lui è per il country-rock degli anni Settanta ha rappresentato l'equivalente di Elvis. Ha cambiato le carte in tavola, ha innestato il seme della tradizione nel cuore degli hippie, poi se n'è andato. Che il deserto vegli sulla sua anima vagabonda".