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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
21/12/2018
Michael Hoenig
Departure from a Northern wasteland
Già con Agitation Free e, brevemente, con Tangerine Dream, il tastierista Michael Hoenig licenziò, in epoca di ripiegamento e declino della musica celestiale germanica, uno dei migliori prodotti dell'elettronica dei Settanta.
di Vlad Tepes

Già con Agitation Free e, brevemente, con Tangerine Dream, il tastierista Michael Hoenig licenziò, in epoca di ripiegamento e declino della musica celestiale germanica, uno dei migliori prodotti dell'elettronica dei Settanta.

Un tardo e turgido fiore di una stagione avviata all'autoparodia degli anni seguenti. La traccia eponima (20'55'') è una straordinaria elaborazione in cui il sostrato minimale delle tastiere, reiterate e ipnotiche come nel classico A Rainbow In A Curved Air, di Terry Riley, viene speziato da echi etnici (la chitarra di Lutz Ulbrich in secondo piano) e da una seconda, avvolgente ed evocativa, linea del sintetizzatore: un mantra possente e irresistibile che, lentamente, va a spegnersi fra insistiti borborigmi elettronici e delicati tocchi space.

Il seguente “Hanging Garden Transfer” (10'59'') riassume due pregi: raddoppia i pregi di “Departure” (con più decisi tocchi ambientali) e rende ragione di una disputa antica: perché l'elettronica nasce e si raffina in Germania? Perché, azzardo, essa non è che l'oggettivazione (in chiave strumentale moderna, artificiale e asettica) di un sentimento profondo dell'anima germanica: la venerazione per il fato (Wyrd), per le potenze celesti che incombono incontrastate e invincibili sugli dei (destinati a una rovinosa sconfitta) e, di conseguenza, sulle famiglie degli uomini. Una visione dell'universo assolutamente pessimista da cui essi si difesero concretizzandola in pura arte evocativa: poesia mistica ed elegiaca, e musica e, poi, con più forza, musica elettronica, del tutto scevra da timbri individuali, specchio immacolato, veritiero e impersonale di un cosmo maestoso e implacabile colto nelle sue relazioni più profonde.

Di fronte a tale avidità per l'assoluto qualsiasi tentativo (specie meridionale) appare derivativo: e così è, a cominciare dagli esperimenti del pur valido Battiato. Altro ancora furono i minimalisti americani, volgarizzatori, pur geniali, di una serialità inumana, postmoderna.