Si intitola “L’Attesa” ed è un disco che in tutto questo tempo di vita ha raccolto interessanti riscontri di critica e di pubblico a celebrare l’opera del cantautore toscano Francesco Garito. Un disco firmato RadiciMusic, il che significa cura dell’estetica e di contenuti importanti. Perché la canzone di Garito è quel classico che non gioca a rimpiangere o a emulare, ma piuttosto vuole celebrare il tempo dei grandi maestri e da tutti loro raccoglie e ruba segreti per scrivere la sua storia, quella di oggi, e lo fa con grande personalità. Tra l’altro è “L’Attesa” un disco che destina alla parola cantata un ruolo esclusivo e portante di tutta l’opera lasciando appena in secondo piano la scena della perfezione industriale: la produzione analogica dal piglio decisamente live conferisce a tutto il lavoro una trasparenza umana e una genuina efficacia nel lasciarci messaggi. Quindi niente forme conosciute, niente ritornelli facili, niente strofe corte per le radio. Oggi “L’Attesa” torna d’attualità e noi per primi vi mostriamo il video del nuovo singolo estratto: si intitola “Evisioni”, una poesia di Paolo D’Attola che il cantautore toscano ha tradotto in canzone. “Evisioni” è un incalzate viaggio sui binari ferrosi della quotidianità, è quella evasione immaginaria, è quel sentirsi parte di un sistema e non riconoscersi al tempo stesso… è una scrittura visionaria che restituisce chiavi di lettura, come dico io, psichedeliche e visionarie anche nel video. Qui su LOUDD l’intervista a Francesco Garito e il bellissimo video girato da Claudia Sicuranza e Anita Scianó.
Innanzitutto citiamo Paolo Dattola, autore di questa poesia che tu hai reso canzone. Come arrivi a questa scelta, a questo cocktail, come arrivi a “Evisioni" di Paolo Dattola?
Intanto Paolo Dattola, che non leggerà mai queste righe perchè poco incline al web, è un amico di lunga data, professore di Inglese alle scuole superiori con la passione per Joyce e la poesia. "Evisioni" è uno scritto di molti anni fa, venti per l'esattezza, che Paolo mi lesse in una delle tante notti in cui giovincelli ci raccontavamo le nostre imprese letterarie passeggiando sul lungomare della città dove sono nato. Trovai subito il testo molto forte, una rivendicazione di se stessi verso una società a cui ci si sente poco affini. Mentre lui declamava io avevo già in testa la melodia. Il giorno dopo registrai una demo voce e chitarra, a lui piacque molto e mi disse: questa è “Evisioni”!
Rimasta nascosta per troppo tempo ho deciso di farla vivere degnamente, e poi se la ascoltate con attenzione la troverete terribilmente attuale.
Questo nuovo video diretto da Claudia Sicuranza e Anita Scianó, visionario e a tratti psichedelico: una chiave di lettura efficace?
Direi di si. Quando ho incontrato Claudia, che ringrazio di cuore, abbiamo discusso sul significato della canzone e sul sentimento che evoca, le ho dato la mia chiave di lettura ma le ho chiesto di lavorare in piena autonomia e libertà sull'idea del video. Dopo qualche giorno mi ha chiamato e mi ha esposto la sua idea che prevedeva solo attrici donne, e già la cosa mi entusiasmava, poi il racconto con una certa inquietudine sullo sfondo e le immagini visionarie mi hanno convinto immediatamente e così è nato il video che trovo molto bello e che ha reso giustizia alla canzone ed alla sua storia.
Poesia. Parliamo di poesia che è una tua grande passione. Che significa per te la poesia?
Non posso prescindere dalla poesia, una grande passione. Trovo che nella mia quotidianità, fatta di azioni ripetitive, se non ci fosse quel pizzico di poesia che mi accompagna da sempre non riuscirei a vivere dignitosamente, come la musica mi rimette in equilibrio quando sento che la vita sta prendendo una piega che non mi piace.
Un disco di canzone d’autore oggi… il cantautore oggi… il tuo nuovo lavoro ha avuto belle parole dalla critica. Eppure cosa accade alla musica d’autore oggi?
Sì, ho avuto delle belle recensioni ed ovviamente i complimenti fanno piacere, non si può negare, ma sono una parte delle soddisfazioni che un opera ti può dare, la canzone d'autore rappresenta il mio modo di dire le cose e di guardare il mondo. Non saprei dire cosa rappresenta oggi per chi l'ascolta, l'impressione è che le canzoni siano sempre più un sottofondo, un intrattenimento, non so se sia un bene o un male ma so che quando io ascolto una canzone, se la canzone è forte, mi si apre un universo dentro il quale trovo molte cose interessanti; se si ha la curiosità giusta, le canzoni possono dare molti spunti e, incredibile a credersi, possono far vivere meglio.
E di fronte tutte le difficoltà e l’indifferenza generale, si è tentati a smettere? Sei di nuovo al lavoro con idee e scritture?
Credo che si debba smettere quando non si ha veramente più nulla da dire, bisogna essere onesti prima di tutto con se stessi e non pubblicare un disco o un singolo solo per timbrare un cartellino. Ho tante idee ma non ho ancora scritto nulla di serio, devo dire che sono diventato da poco padre e al momento il mio poco tempo libero lo dedico a questo nuovo ruolo ma sono convinto che con calma dalle idee che mi svolazzano in testa potrà nascere qualcosa di buono. D'altronde questa vita, grazie al cielo, è sempre piena di nuovi stimoli.