Dopo nove anni di silenzio, JJ Grey torna con disco ispiratissimo, crocevia della morte fra intimismo esistenziale e irresistibile groove.
"The Circus and the Nightwhale" è uno dei lavori di Steve Hackett più ispirato di sempre. Un concept album a metà tra il romanzo di formazione e il racconto di un rito di passaggio, di durata contenuta ma densissimo di spunti e ospiti, dove Hackett fa semplicemente quel che gli viene meglio, con un'ispirazione che va addirittura migliorando con l’età.
Con Byzantium Neil Jordan narra ancora una volta di vampiri, raccontandone un'esistenza che si dipana tra eventi attuali e ricordi lungo il corso dei secoli. Sembra mancare sempre un qualcosa per esplodere, convincere appieno e farsi ricordare ma nel complesso non male.
Il quartetto composto da Allan Crockford, Viv Bonsels, Paul Moss e Mole torna a proporci il loro mix di mersey beat, mod music, con un tocco di psichedelia. Per chi proprio non riesce a farsi uscire dalla testa il suono inglese dei sixties l’ennesima ulteriore occasione di divertimento con un occhio che strizza al freakbeat sound.
Dall'inaspettata collaborazione fra Jack Russell e Tracii Guns nasce un disco che omaggia l'hard rock anni '80 con sorprendente freschezza.
Gli ...a Toys Orchestra ci lasciano nuovamente a bocca aperta per l’elevatissima qualità della scrittura e la facilità disarmante con cui inanellano dodici canzoni una più bella dell’altra, come se fossero ancora una band agli esordi desiderosa di cambiare il mondo. Dopo sei anni di assenza dalle scene con "Midnight Again" realizzano probabilmente il miglior album della loro carriera.
La Gatta Ha Visto Tutto è il primo romanzo uscito dalla penna della texana Dolores Hitchens, che vede Miss Rachel, un'anziana e improvvisata detective, come protagonista. Un giallo inusuale e decisamente all'avanguardia per gli standard dell'epoca (era il 1938).
Film cerebrale per il quale non è facile trarre conclusioni né ca(r)pirne in toto significati e maccanismi: trauma? Guarigione? Controllo? Shane Carruths inscena un film di fantascienza enigmatico e affascinante.
Il primo singolo pubblicato dai Cure suscitò negli anni svariate polemiche da parte di chi non ne coglieva gli intenti letterari ed esistenzialisti, ma vedeva nel titolo un invito all'odio razziale
1994-2024: i primi trent'anni di “Dookie” dei Green Day.
"Proteggimi da ciò che voglio" è il nuovo disco dei La Crus. Un disco "polietico" (politico ed etico), al tempo stesso sia scuro e pessimistra sia luminoso e contemplativo, che ha ritrovato quell’anima sperimentale che dominava gli esordi. Un grandissimo ritorno in cui è meraviglioso immergersi.
Il ritorno dei Cast, dopo uno iato di sette anni, con un disco che tira a lucido l'essenza del brit pop attraverso undici canzoni di scintillante bellezza.
Bell'esordio quello di Pietro Castellitto, che con "I predatori" ha diviso i commenti della platea presentando una commedia dove al centro della narrazione vi è il contrasto tra una famiglia della borghesia benestante romana e una proletaria e fascistella con qualche aggancio criminale. Una struttura fatta di momenti e suggestioni che costruiscono in maniera libera personaggi e comportamenti strampalati e divertenti.
Il ritorno discografico sulla lunga distanza di Alessandro Mahmood apre a nuove strade artistiche per il cantautore milanese, che riesce ad essere intimo, sperimentale e insieme raffinato e squisitamente “classico”. “Nei Letti Degli Altri” riguarda tutti, anche noi.
I Voina potrebbero essere definiti gli eredi di un gruppo come i Ministri, ma sono decisamente anche qualcosa di più, con i loro testi di una lucidità disarmante e canzoni che sono autentici inni transgenerazionali, fatti per urlarli sotto il palco ai concerti, ma anche per essere ascoltati in silenzio, meditando sulla triste condizione che riescono a descrivere. Abbiamo raggiunto la band al completo per una chiacchierata sulla loro ultima fatica, Kintsugi, e questo è il risultato.
Nato dal dolore generato da una grande perdita, Little Rope condensa il meglio del suono Sleater-Kinney, mai così in palla da No Cities To Love.
Dopo quindici anni i Black Crowes tornano con “Happiness Bastards”, il loro album più diretto e rock and roll. Nessuna novità all’orizzonte, ma tanta voglia di divertirsi e divertire. E va benissimo così.
Rock, folk, pop e new wave convivono in un disco dal fascino antico, opera degli scozzesi Silencers. "A Blues for Buddha", pubblicato nel 1988, tuttora ammalia e colpisce nel profondo dell’animo per l’attualità dei testi e gli arrangiamenti geniali, curati da un vero mago della produzione. È davvero un piacere, quindi, “rispolverarlo”.
C'è in "Libertà" una ricchezza di rapporti complessi che trasuda vita da ogni pagina. Le interconnessioni fanno gli uomini e le donne, i rapporti con padri e madri lasciano segni indelebili che veicolano, a volte pregiudicano, l'andamento di intere vite. E tutto questo Franzen lo esprime meraviglioramente: impossibile non innamorarsi di uno che scrive così e dei suoi romanzi.
Per Sorelle mai Bellocchio torna a Bobbio a girare nella casa del suo esordio. Sei spezzoni girati in anni diversi lungo i quali si possono ammirare la maturazione dei personaggi e degli attori, oltre che problemi piccoli e grandi che affliggono la serenità di molte famiglie.
L'ultima canzone di Jim Morrison con i Doors è un brano ampiamente autobiografico, il cui mood cupo diventa presagio di morte nella sussurrata sovraincisione del finale
"The Likes of Us" è un altro grande disco dei Big Big Train e ne certifica il ritorno in maniera più che convincente, con una scrittura più tradizionalmente Prog, che gioca in maniera disinvolta con gli stilemi più abusati del genere.
Una (lunga) passeggiata all’interno dell’indicibile. Paolo Benvegnù ci racconta il suo ultimo album fra politica, amore, inutilità e disobbedienza, con uno sguardo lucido e spietato su un presente in meccanica dissoluzione.
Il sesto album in studio degli australiani Caligola's Horse sprigiona un indubbio fascino progressive, attraverso composizioni che alternano luci e ombre, melodie struggenti e sferzanti riff di chitarra.
Esordio non semplice e anti narrativo questo The guitar mongoloid, che può essere visto come un collage di suggestioni atipiche e laterali che compongono una sinfonia storta di una cittadina abitata da gente che adotta comportamenti strani e gente "normale", che sembra non accorgersi o non curarsi degli appartenenti alla prima categoria.
Schonwald e Shad Shadows sono due facce della stessa entità, il binomio Alessandra e Luca, che da un lato esprimono il loro lato più darkwave e post punk, mentre dall'altro danno libero sfogo ad uno stile dark mescolato all'elettronica e all'EBM. Ne parliamo insieme a entrambi con una chiacchierata coordinata dal nostro Stefano.
Il gruppo di Sacramento torna dopo qualche anno con la sua ultima prova: “Last House”. A dispetto del tempo passato, l’approccio garage è fortunosamente rimasto intatto e senza ruggine. Per tutti gli amanti del suono Sixties nudo e puro, ecco il primo grande disco del 2024!
Come altre band storiche, i Judas Priest potrebbero vivere solo di rendita e di concerti, con la loro attuale formazione “quasi dimezzata”. Ma l’energia del chitarrista Ritchie Faulkner (classe 1980) ha fatto venire ai suoi attempati compagni la voglia di scrivere nuova musica. “Invincible Shield” è una sterile riproposizione di alcuni meccanismi oramai stantii, oppure qualcosa di più? Senza veri e propri eredi, il metal rimane in mano ai suoi antichi idoli.
"Where’s My Utopia", il nuovo album degli Yard Act, potrebbe essere il disco per cui potreste sentirli citare anche dal vostro amico che non ha mai sentito nominare i Radiohead e pensa che i Queen siano la più grande band mai esistita sulla terra. Un disco pieno zeppo di brani irresistibili, che dal Post Punk flirtano con l’Hip Hop all’interno di un contesto indiscutibilmente Urban, e che puntano su ritornelli dal potenziale melodico esagerato.
"Like a Wave in your Building", secondo EP dei milanesi Right Profile, è il tentativo di giudicare quest’epoca fuggente e narcisista, richiamando a vivere la realtà per come si manifesta, senza troppe costruzioni o sovrastrutture. Un Punk Rock Old School di matrice americana per cinque brani tutti piuttosto diversi tra loro.
"Let the Thunder Cry" è un album di pop rock incalzante con alcuni ospiti che nobilitano ulteriormente l’opera. Dopo l’epopea dei Traffic, Jim Capaldi continua a sperimentare e, probabilmente, tocca l’apice della creatività in questo disco da riscoprire.
Elio D’Alessandro realizza un Electro Pop a tratti scintillante e a tratti più intimista, unendo elettronica e cantautorato. In occasione dell'uscita del suo ultimo EP cogliamo l'occasione per farci due chiacchiere e conoscere qualche dettaglio in più.
Un romanzo breve, ma indispensabile, con cui Claire Keegan accompagna il percorso di consapevolezza di un uomo che si ribella alla logica del tornaconto in nome della pietas e dell'amore per il prossimo.
"Il prigioniero di Amsterdam" rientra in quel novero di film di Hitchcock considerati "minori". Nonostante lo sviluppo degli eventi non è tra i più elettrizzanti tra quelli proposti dal Maestro, la realizzazione di alcune sequenze è semplicemente magistrale. Magari non tra i migliori dieci di Hitchcock, a ogni modo Il prigioniero di Amsterdam non merita l'oblio. Recuperatelo!
E' davvero ironico il contenuto di una delle canzoni più famose di Alanis Morisette? Dipende dai punti di vista...
Con una band del calibro dei Pineapple Thief si va sempre sul sicuro e anche nella serata all'Alcatraz ce ne andiamo via contenti: suoni nitidi, strumenti ben amalgameti tra loro e una piena profondità e solennità della loro proposta, che prende a piene mani da tutti i generi musicali, senza troppo preoccuparsi che sia Prog o meno.
Un reperto storico incredibile, che restituisce, oltre alla muscolarità purissima ed incandescente dei C.C.C.P., anche uno sguardo su un passato lontano, eppure ancora contemporaneo. Ruvido, spigoloso, stonato, fuori tempo: un vero e proprio abecedario punk per chi, ora e sempre, continua a tifare rivolta.
Anche a Milano ha fatto tappa il Bring in the Night tour, che ha visto protagonisti Desiderii Marginis, Raison d’Etre e Brighter Death Now, tre nomi iconici di una delle storiche etichette specializzate in dark ambient, la Cold Meat Industry. Un appuntamento irrinunciabile per i cultori della musica oscura.
Le sabbie del tempo ci portano “Karma”, album numero sei dei tunisini Myrath, in cui si dimostra una volta ancora che il metal non è solo potenza e binomio tra bene e male, o nero e bianco. Qui si accendono le fantasie e i colori di un mondo nuovo, in cui le stelle del deserto si stagliano in un cielo senza nuvole.
"It felt like love" è un film che coglie i movimenti interiori e gli slanci verso l'esterno di una giovanissima ragazzina alla ricerca della sua sessualità e di una sua identità. Eliza Hittman, la regista, tratta del tema con una forma essenziale e ben studiata, da sempre attenta al mondo degli adolescenti e delle loro scoperte.
Il terzo disco in studio di Ros Gos, alias Maurizio Vaiani, affresco esistenziale che coagula ombre e luci, speranza, disperazione e malinconia, new wave, post punk e alt rock.
Il rosso vermiglio dei suoi lunghi capelli si è un po' schiarito e tanti anni sono passati da quel 1985 in cui esordì, ma la voce e la perizia strumentale di Loreena McKennitt sono sempre qui con noi, totalmente integre. Ha viaggiato per il mondo alla ricerca di ispirazioni e di musiche del remoto passato da far rivivere, ma ora è giunto il momento di tornare a casa. Su palcoscenici amici, ecco arrivare “The Road Back Home.”
I Kula Shaker tornano con un disco ispiratissimo, un concentrato di melodie, brit pop e psichedelia anni '60, a cui sottende un chiaro messaggio politico.
L'apice compositivo dei sottovalutati Extreme, capolavoro di una band tecnicamente straordinaria, che di lì a poco sprofonderà nell'oblio, fagocitata dall'avvento del grunge.
Miss Chain & The Broken Heels sono una band che mette insieme tante anime, dal punk rock, al power pop, al garage, sconvolgendo i puristi di ognuna di queste e divertendosi un mondo nel farlo. Li abbiamo ascoltati con piacere ad un live al Joshua Blues Club e non potevamo resistere alla tentazione di scambiare due parole con la super fronwoman Astrid e con il mitico Franz Barcella.
Quella di Dolores Claiborne è una storia drammatica e concreta, fatta di soprusi, rapporti difficili, amore, coraggio e decisioni dure da prendere. Un romanzo dove Stephen King mette nuovamente sotto accusa una società americana dove disparità e ingiustizie sono all'ordine del giorno e in cui al centro della narrazione c'è proprio la difficile condizione dell'essere donna in un mondo profondamente maschilista.
Borgli mette in scena uno dei mali patologici che affliggono la società odierna, quello legato alla ricerca costante di visibilità e attenzione. "Sick of Myself" racconta la storia di una coppia egocentrica e perennemente alla ricerca delle attenzioni del mondo esterno, tanto da arrivare a estremi atti pur di ottenerla.
Una delle canzoni più oscure dei Soundgarden nacque da un'idea di Chris Cornell, che aveva frainteso le parole di un conduttore tv
Quello al Bellezza di ieri sera è stato uno dei concerti più belli di Giorgio Canali & Rossofuoco. Sarà la scelta della scaletta di pezzi solo nuovi, sarà che hanno suonato davvero da dio, ma se ne esce davvero contenti e frastornati, ringraziando ancora una volta per artisti come lui.
Quando il cantante della band heavy metal più storica e famosa del mondo torna alla carriera solista, quasi vent’anni dopo “Tyranny Of Souls”, prima di un tour primaverile/estivo che toccherà anche l’Italia, possiamo sicuramente dire che sia uno degli eventi musicali più importanti del 2024. Ma “The Mandrake Project” vale la pena di tutta questa attesa? Venite a scoprirlo.
Loudd non poteva mancare all’appuntamento con il musicista di origine ucraina Lubormyr Melnyk: un moderno guru del pianoforte, la cui musica, definita dallo stesso come “continuous music”, risulta un affascinante mix di reminiscenze classiche, partiture minimalistiche, con un tocco di musicale tradizionale ucraina.
I Pineapple Thief con "It Leads to This" realizzano il "solito disco", ma dove funziona tutto molto bene, senza sussulti e senza cali, con una continua sensazione di classe e raffinatezza a cui il gruppo ci ha da tempo abituato e un’ispirazione che, rispetto al disco precedente, sembra addirittura essersi accresciuta.
Quello di "The terrorizers" è un cinema della confusione e dell'inafferrabile. Un film (parte della New Wave del cinema taiwanese) da godere sequenza dopo sequenza, immerso in una realtà urbana a tratti respingente ma anche molto affascinante.
L'ennesimo disco di livello per i norvegesi Madder Mortem, capaci di rifuggire da facili etichette, mescolando generi con sempre rinnovata genialità.
Sarah Assbring, cantante e compositrice svedese che si cela dietro l’originale moniker El Perro del Mar, torna con un album intenso e austero sul significato della vita e della morte, tra sonorità che richiamano la poetica della mitica label darkwave 4AD ed echi di un pop di natura esistenziale.
Della ottima Coldwave suonata al Brianza New Wave Festival al Tambourine di Seregno, con Schonwald, Iamnoone, Castelli e I Malati Immaginari, e delle riflessioni sulla (dark)wave contemporanea. Dagli anni Ottanta agli anni Venti ballando nel lato oscuro.
Tangk è il nuovo disco degli Idles e, per me, il 2024 potrebbe anche chiudersi qui.
Il primo grande successo dei Coldplay è una canzone che parla di amore universale, il cui iconico video naque a seguito di un grave lutto che colpì la band
Dopo otto anni di silenzio dal loro acclamato esordio, gli americani Earthside tornano con un secondo album in cui alzano ulteriormente il tiro, attraverso uno spiazzante mix in cui frullano metal, prog, pop, atmosfere cinematografiche e sperimentazione.
La tavolozza di Tori Amos si arricchisce di sfumature inedite in Scarlet’s Walk, un percorso sonoro in cui la songwriter americana tocca luoghi e storia del suo paese. Riviviamolo insieme a più di vent’anni dalla sua uscita.
Un noir palpitante, una bomba a orologeria, la discesa negli inferi di un antieroe, sfortunato e malinconico, che non riesce ad affrancarsi dal proprio passato criminale
Álex de la Iglesia con Crimen perfecto realizza una commedia nera che sottolinea in maniera divertente vizi e malcostumi odierni esasperati dalla società dell'immagine e del benessere materiale.
C’è un’atmosfera a metà tra il disincanto e la malinconia nel nuovo album di J Mascis e come faccia a scrivere sempre lo stesso pezzo e a scriverlo sempre in maniera tale da non annoiare ma, anzi, a farci sempre trovare un qualche motivo di entusiasmo, è una roba che non capirò mai, ma forse è il motivo che lo rende il personaggio pazzesco che è.
Il pimpante ritorno sulle scene dell'iconico terzetto statunitense, con un disco divertente ma dai forti connotati politici.
È un Sorrentino più glaciale quello de Le conseguenze dell'amore, all'apparenza più essenziale, minimale, ma in realtà già ricco anche se meno esplosivo, più trattenuto, una scelta di stile che si rivede nei tratti e nelle espressioni del grande Toni Servillo qui protagonista.
Quinto album in studio per i Lucifer, che rileggono con appassionato trasporto l'hard rock classico di settantiana memoria.
Tutti in attesa di volumi devastanti e infiniti viaggi dagli effetti psichedelici: gli SLIFT sono pronti a partire con il tour dedicato a ILION, pubblicato il 19 gennaio su Sub Pop Records/Audioglobe. Prima del lungo viaggio, che inzierà il 23 febbraio a Brighton, nel Regno Unito, e terminerà il 6 aprile a Marsiglia, in Francia, gli SLIFT ci raccontano il loro mondo: francese, psichedelico, intenso, epico.
Rufus Wainwright omaggia le sue radici folk con un disco in cui rilegge a modo suo grandi classici del genere con qualche sorpresa.
Altro che ultima cena: con un menu di undici portate (più aperitivo con tanto di orchestra) le The Last Dinner Party ci offrono un ricco buffet per il vernissage del loro esclusivo e divertente progetto musicale.
Ascolta i podcast di Radio Loudd e divertiti con le nostre trasmissioni a base di buonumore e tanta buona musica. Bastano due click per entrare nel nostro mondo. Enjoy!!!
LEGGII Voina potrebbero essere definiti gli eredi di un gruppo come i Ministri, ma sono decisamente anche qualcosa di più, con i loro testi di una lucidità disarmante e canzoni che sono autentici inni transgenerazionali, fatti per urlarli sotto il palco ai concerti, ma anche per essere ascoltati in silenzio, meditando sulla triste condizione che riescono a descrivere. Abbiamo raggiunto la band al completo per una chiacchierata sulla loro ultima fatica, Kintsugi, e questo è il risultato.
LEGGI