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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
A Change Is Gonna Come
Sam Cooke
1964  (RCA Victor)
BLACK / SOUL / R&B / FUNK / HIP-HOP
all TRACKS
02/05/2018
Sam Cooke
A Change Is Gonna Come
E’ una canzone di speranza, A Change Is Gonna Come, ma anche, e forse soprattutto, di dolore: perché sarà la morte di Cooke a portarla al successo e perché il brano, scritto di getto nel 1963, ha una genesi legata alla sofferenza e alla frustrazione

Nel 1964, Sam Cooke, dopo anni di gavetta, è finalmente una stella di prima grandezza del firmamento del r’n’b e del soul. Ha appena pubblicato un live che ha scalato le classifiche e una delle canzoni che ha scritto, A Change Is Gonna Come, pare mandi in visibilio addirittura Martin Luther King. La sera dell’11 dicembre, amici, artisti e giornalisti si ritrovano al Martoni’s, noto bar ristorante italiano di Hollywood, per celebrare l’ennesimo successo discografico di Cooke.

Sam è allegro, dispensa mance e sorrisi, ha una parola per tutti. E beve, forse troppo. Tra gli invitati scorge una bellissima ragazza di colore dai lineamenti orientali: si chiama Elisa Boyer e, a occhio e croce, sembra una prostituta d’alto bordo. O almeno così pensa Cooke, che se la fa presentare e ci flirta giusto il tempo per invitarla a passare il fine serata in sua compagnia, da qualche altra parte. I due salgono sulla Ferrari rossa fiammante del cantante e si dirigono a tutta velocità verso la zona dell’aeroporto. Qui, in un quartiere periferico e isolato, si trova l’Hacienda Motel, un alberghetto economico e un po’ squallido, dove Sam Cooke e la sua band sono abituati ad alloggiare quando suonano in un locale lì vicino. E’ tranquillo, silenzioso, e soprattutto è lontano da occhi e orecchie indiscrete.

Sono le due e mezza, quando Cooke si reca alla reception del motel giusto il tempo per fare il check-in, scambiare due parole con la tenutaria, la cinquantenne afroamericana Bertha Franklin, e affittare una camera. Da questo momento in avanti l’unica cosa che si sa con certezza è che un quarto d’ora dopo Cooke muore, freddato da un colpo di pistola sparato dalla stessa Franklin. Cosa sia accaduto realmente in quei quindici minuti nessuno lo sa. O meglio, si conosce la versione ufficiale dei fatti, frutto di una ricostruzione piuttosto farraginosa effettuata dagli inquirenti: Sam avrebbe cercato di violentare Elisa, la quale, approfittando di un attimo di distrazione del cantante, riesce a darsi alla fuga. Cooke, mezzo nudo, si sarebbe recato come una furia alla reception, convinto che la giovane afroasiatica si fosse rifugiata lì. Ne sarebbe nata pertanto una colluttazione con la Franklin, che avrebbe freddato Sam con una pistolettata al cuore. Vero? Falso? Più che altro assurdo.

La famiglia del cantante ha sempre parlato di complotto e qualcosa di plausibile in questi sospetti potrebbe esserci. Alcune testimonianze non collimano e Elisa Boyer, guarda un po’, la settimana dopo viene arrestata per prostituzione (e se era davvero una prostituta non è quantomeno improbabile aver accusato Cooke di un tentativo di stupro?). Fatto sta che Cooke muore, all’età di soli trentatré anni, diventando per la comunità afroamericana una sorta di leggenda, un padre nobile sacrificato sull’altare della lotta per i diritti civili dei neri. Merito della canzone di cui si diceva all’inizio, A Change Is Gonna Come, che in poco tempo diviene l’inno dei tanti movimenti che in quegli anni lottano per infrangere definitivamente le barriere che ancora dividono i bianchi dai neri.

E’ una canzone di speranza, A Change Is Gonna Come, ma anche, e forse soprattutto, di dolore: perché sarà la morte di Cooke a portarla al successo e perché il brano, scritto di getto nel 1963, ha una genesi legata alla sofferenza e alla frustrazione. L’idea viene a Cooke parlando con dei giovani attivisti di colore: sarebbe bello scrivere una Blowin' In The Wind nera, una canzone che parli di un popolo oppresso e vilipeso, che abbia la forza della passione e il coraggio della denuncia.

Una canzone che possa universalizzare le ferite che Cooke si porta nel profondo dell’anima: la morte accidentale del figlioletto di un anno e mezzo, l’umiliazione per essere stato arrestato con l’accusa di disturbo alla quiete pubblica, quella volta che, laggiù in Luisiana, lui e la sua band erano stati rifiutati da un albergo che accettava solo clientela bianca. In A Change Is Gonna Come c’è tutto questo: sofferenza, morte, orgoglio, rivolta, speranza. E poi c’è la voce dell’usignolo di Clarksdale, un infuso di miele limone e liquerizia che ha avuto pochi eguali nella storia della musica e a cui ancora oggi le nuove generazioni di soul singer guardano con devota ammirazione.