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REVIEWSLE RECENSIONI
18/07/2018
Homesafe
One
Vuoi qualcosa di pop-punk ma sei stufo della solita versione da classifica? La vorresti meno scontata e più tendente al rock? Gli Homesafe sono un’ottima soluzione. E potrai anche dire di averli scoperti quando non erano ancora così famosi.

Gli Homesafe sono quattro ragazzi della periferia di Chicago, Illinois, che dal 2014 calcano palchi e pubblicano canzoni ed EP in modo totalmente indipendente, facendo delle piattaforme online il mezzo di diffusione principale della loro musica. Il loro cantante, però, non è un completo sconosciuto: perché per gli appassionati del genere Ryan Rumchaks è anche il bassista e cantante della famosa pop-punk band Knuckle Puck, che qui vediamo alla voce e alla chitarra. Ma alla faccia delle facili conclusioni, gli Homesafe non sono una loro brutta copia, anzi.

Già dal precedente EP autoprodotto, Evermore, si capisce di che pasta sono fatti e a cosa potrebbero ambire (ascolta la bellissima “Guts”), ed è con questo primo Long Playing, One, che ci hanno provato, affidandosi alla Pure Noise per avere la loro chance su una scala più ampia.

I ragazzi si conoscono da anni e con questo progetto offrono alle orecchie dei loro ascoltatori un pop-punk che si ispira spesso e volentieri alle chitarre e al sound dei Foo Fighters, ad alcune atmosfere del grunge, del rock e dell’alt-rock, fino ad arrivare dell’emo-punk, alle ballate e ai pezzi mid-tempo della seconda parte dell’album. Le loro vette migliori, però, le raggiungono quando alle chitarre più rock e potenti uniscono una buona dose di screamo alla voce.

Il disco, rispetto ai suoni, risulta diviso in parti: una più carica, energica, rock e matura, dove spiccano le bellissime “Point Black” (perfetto inizio album), “Say Something” e “Sadistic Society”. Con quest’ultima e la successiva “Have It All” si esplora anche un cantato più profondo, intimo ed esplosivo al tempo stesso, che poi apre alla più scanzonata “Vanilla-Scented Laser Beams” e al classico pop-punk di “Suites and Ties”. Con l’ultima parte dell’album, invece, i toni rallentano e si fa prominente il mid-tempo, puntellato da qualche tocco di emo-punk e dal ritorno di un ultimo tocco più rock in “Get It Right”, prima di abbandonarsi alla ballatona di “Sideways Sleeper” e al pianoforte finale di “fin”.

Nel complesso, gli Homesafe rappresentano un’ottima alternativa per coloro che amano il suono del pop-punk e il rock dei Foo Fighters, ma ne vorrebbero una versione meno scontata e da classifica, che sappia offrire loro, in un compendio da 49 minuti e 13 canzoni, tutte le sfumature e le emozioni che si possono apprezzare per un amante del genere.

Forse non tutto è perfettamente a fuoco e certamente non si è raggiunta la perfezione, ma per l’offerta presente nel panorama delle band a loro vicine rappresenta un ottimo salto verso una produzione più originale e matura. Uno sforzo che sicuramente non merita di essere lasciato nel novero delle band parallele, ma che ha tutte le carte in regola per affrontare il grande pubblico e crescere sempre più nei prossimi anni, regalando delle belle sorprese.