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A proposito di Salinger (ma non solo)
Son Of Caulfield
REFLECTIONS
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10/01/2018
Son Of Caulfield
A proposito di Salinger (ma non solo)
Ritengo che chi legge il capolavoro The Catcher in the Rye e non il resto del suo autore non abbia capito molto. Come ascoltare i Sex Pistols senza, almeno, una b-side
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

Molto raramente mi concedo di cambiare idea.

Ancor più sporadicamente tale revirement[1] si basa su certezze istintive.

Avevo già bollato la biografia (so to say) scritta da David Shields e Shane Salerno su Jerome D. Salinger – intitolata poco originalmente Salinger – come inacquistabile, ma la lunga recensione di Alessandro Piperno, del quale non ho letto nessuna opera letteraria ma di cui mi fido come critico (eh sì, di qualcuno mi fido) apparsa su La Lettura[2] del 22 giugno 2014, mi induce a cambiare idea.

Interessa tutto ciò ai miei lettori? Non so, ma almeno segnalo un buon articolo da leggere.

A Piperno posso solo obiettare che egli avrebbe potuto citare Tommaso Landolfi quanto al profilo inesistente (cfr. Italo Calvino) o blank (cfr. Richard Hell) dell’autore “sulla” copertina.

Inoltre, egli potrebbe – anche – dichiarare di essere proprietario, come molti, di copia del “non più pubblicato” di Salinger.

Piperno Landolfi lo conosce sicuramente, mentre per i “bootleg” salingeriani concediamogli un qualche pudore, anche interessato, alle prede della sua biblioteca.

Mi permetto (uso questo verbo con attenzione) una piccola analisi critica.

Holden Caulfield è realmente un outcast[3] o un self-outcast.

La sua non appartenenza alla società lo rende(va) certamente facile (o prevedibile) idolo giovanile. Salinger avrebbe – dopo il certificato successo – potuto serializzarlo e magari uscire indenne dall’operazione.

Ci si può chiedere cosa spinse Susan E. Hinton a serializzare la sua narrativa. Ma la Hinton è un traguardo difficile, come i Ramones. La serializzazione ti rende di solito Federico Moccia, Moccia con meno successo (per l’artista musicale “mocciaesco” scegliete voi).

I libri di Salinger oggi non dicono più niente, o molto poco, a un giovane.

Ritengo che chi legge il capolavoro The Catcher in the Rye e non il resto del suo autore non abbia capito molto. Come ascoltare i Sex Pistols senza, almeno, una b-side[4].

Penso anche che attualmente Salinger vada letto di nascosto dai propri genitori: cioè asportando copia dalla libreria di famiglia senza farsi vedere.

Molti, sfortunatamente, avranno fra le mani solamente copia de Il giovane Holden (per di più recente e, peggio ancora, in Italiano, appunto) e dovranno arrangiarsi per il resto, anche con operazioni dubbie su siti Internet compiacenti.

Non posso, mi dispiace, raccontarvi il suono di una mano sola che applaude. Non è spiegabile.

Ma se siete arrivati fin lì siete sulla vostra, e quindi buona, strada.

 

[1] Eh sì perché non sono curve a 45° ma a 180° quelle che percorro.

[2] Supplemento letterario al Corriere della sera.

[3] C’è un romanzo di Joseph Conrad intitolato An Outcast of the Islands, in Italiano la traduzione “reietto” può sembrare obsoleta, ma è corretta. Non è sinonimo di ribelle, ma può essere conseguenza di ribellione.

[4] Io scelgo “Satellite”.