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THE BOOKSTORECARTA CANTA
AMORE
Inoue Yasushi
1959  (Adelphi)
LIBRI E ALTRE STORIE
all THE BOOKSTORE
20/11/2023
Inoue Yasushi
AMORE
AMORE di Inoue Yasushi contiene tre racconti brevi, molto diversi l’uno dall’altro. Per tutti il filo conduttore è l’amore che però, tra queste pagine, viene raccontato da punti di vista insoliti, che poco o niente hanno a che fare con il romanticismo e la passione. L’amore perduto, l’amore fatto di piccole cose e l’amore come speranza per la salvezza.

 

“Un uomo non può restare fermo in un punto per sempre. Come chi non ha più nessun luogo dove andare, e alla fine si limita a seguire l’unica strada che gli resta.”

 

AMORE è un libricino azzurro, piccolo e delicato, che custodisce tre racconti brevi di Inoue Yasushi (1907-1991), uno dei maggiori scrittori giapponesi del Novecento.

I tre racconti sono apparsi per la prima volta tra il 1950 e il 1951 e poi, solo nel 1959, sono stati raccolti in un unico volume. Il filo conduttore di queste tre storie è l’amore, ma non quel tipo di amore che ci si potrebbe aspettare da un titolo come questo. Non vi sono struggimenti, sofferenze, o irrefrenabili passioni. Tra queste pagine l’amore è declinato in modo non convenzionale e soprattutto viene visto da prospettive insolite, che, in un certo senso, consentono al lettore di cogliere all’interno di ciascun racconto morali differenti.

 

Il protagonista del primo racconto, Giardino di rocce, sembra essere il karma, principio fondamentale della religione (e filosofia) indiana, in base al quale, prima o poi, tutto ciò che facciamo, sia nel bene che nel male, ci ritorna indietro, dando vita a una serie di interazioni continue tra causa ed effetto. Uomi Jiro è in viaggio di nozze a Kyoto con la sua giovane moglie Mitsuko. Dopo tanta indecisione su cosa farle visitare, decide di portarla al giardino di rocce del tempio di Ryoanji che molti anni prima era stato l’involontario teatro di due dei momenti più complessi e difficili della sua vita. Proprio qui, infatti, aveva posto fine a quelle che erano state, fino a quel momento, le due relazioni più importanti della sua vita, quella con il suo migliore amico, Totsuka Daisuke e quella con Rumi, la sua fidanzata di allora.

Ora, “Dopo tutti quegli anni, Uomi percorreva di nuovo il vecchio corridoio dell’edificio principale del Ryoanji. E come aveva fatto in passato con Totsuka e con Rumi, si sedette accanto alla moglie in un angolo della veranda.” È finalmente felice e appagato, ha accanto a sé una sposa bella, molto più bella della sua fidanzata di un tempo, “superiore a lei per cultura ed eleganza”, però non ha fatto i conti con il destino e con ciò che ha in serbo per lui. Il passato è tornato per presentare il suo conto… e questa volta sarà Uomi a pagarlo.

 

Il secondo racconto, Anniversario di matrimonio, è tragicomico ai limiti del surreale. Se dovessi chiedervi cosa tiene unita nel tempo una coppia, probabilmente mi rispondereste l’amore, la passione, la sintonia, la complicità, l’intimità, la condivisione… Nel caso di Karaki Shunkichi e della sua defunta moglie Kanako, il collante vero era un altro, e cioè l’estrema parsimonia, seppur giustificata da un reale stato di necessità. Tant’è che Shunkichi, vedovo ormai da due anni, nonostante le insistenze dei suoi familiari, non ci pensava proprio a risposarsi.

Per Kanako non aveva mai provato un amore particolarmente intenso, i suoi modi di fare gli suscitavano spesso fastidio, non era bella in senso canonico e, viste le sue origini assai modeste, era priva di qualsiasi eleganza. Eppure, la sola idea di condividere la sua vita con un’altra donna, lo faceva sentire terribilmente in colpa. La verità è che sarebbe stato difficilissimo, se non addirittura impossibile, trovare un’altra compagna fedele come lei, con cui poter essere se stesso fino in fondo, senza paura di essere giudicato e soprattutto, accorta al denaro come lui, se non addirittura di più. Pronta a sacrificare, senza battere ciglio, ogni piccolo piacere e ogni desiderio, compreso il tanto agognato viaggio per l’anniversario di nozze, pur di non “sprecare” un solo yen. Anzi, fu proprio dinnanzi a quella rinuncia che Karachi sentì per sua moglie “una tenerezza e uno struggimento infiniti, quali mai aveva provato prima di allora”.

 

Nel terzo racconto, quello indubbiamente più complesso e articolato, La morte, l'amore, le onde, Sugi, il protagonista, ha lasciato Tokyo per dirigersi nella penisola di Kii, precisamente a Kishu, dove “il mare che si spalanca davanti agli occhi è una distesa di puro inchiostro blu, e sotto i forti raggi del sole tutta la sua superficie scintilla come fosse cosparsa di scaglie dorate”. Alloggia in un piccolo hotel, a ridosso di una scogliera, da cui intende lanciarsi per togliersi la vita. L’ultimo piacere che si è concesso, per trascorrere al meglio i tre giorni che lo separano dalla sua morte, è quello di terminare la lettura de “Il viaggio in Oriente” di Willem van Ruysbroeck, preso in prestito in una biblioteca universitaria di Tokyo. Sugi, però, non è l’unico ospite dell’hotel.

Oltre a lui c’è una donna giovane e bellissima, Nami. Anche lei è lì per lo stesso motivo di Sugi: vuole suicidarsi lanciandosi dalla stessa scogliera. È così che un uomo e una donna si ritrovano nello stesso hotel, negli stessi giorni e per il medesimo scopo, anche se con motivazioni totalmente differenti: Sugi vuole suicidarsi nel tentativo di non disonorare il suo nome e quello della sua famiglia, mentre Nami a causa di una delusione amorosa. Le loro vite sono destinate a incrociarsi e l’amore, forse, insieme alla speranza e alla tentazione di vivere, riuscirà a salvarli.

 

Arrivati a questo punto, mentirei se non vi dicessi che tra me e questo libricino azzurro, l’amore, quello vero, non è scattato. La lettura del primo racconto, infatti, mi aveva lasciata profondamente perplessa, lo avevo trovato di una semplicità disarmante, non solo nella prosa, ma anche nel contenuto, al punto da bollarlo come superficiale e banale. Però, la curiosità di conoscere un po’ meglio questo autore giapponese, così tanto osannato, ha preso il sopravvento e sono felice di essere arrivata fino in fondo, perché dopo aver fatto mio lo stile pulito, lineare ed essenziale di Inoue Yasushi, e anche il suo modo “gentile” e quasi “infantile”, di dar voce ai protagonisti e ai loro pensieri, sono riuscita a rivalutare l’intera raccolta in cui, tra le altre cose, è possibile trovare molti riferimenti alla cultura e ai valori giapponesi, compreso il loro modo sempre composto ed educato di manifestare le emozioni, anche quelle più estreme.