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REVIEWSLE RECENSIONI
14/09/2023
Post Malone
Austin
Anticipato dai singoli “Chemical” e “Overdrive”, “Austin” è finalmente disponibile e restituisce al pubblico un Post Malone inedito. Il cantante statunitense si libera dagli abiti del personaggio per comunicarsi senza filtri.

Il cambio di rotta voluto da Post Malone nel nuovo album si intravede già ascoltando la prima traccia: “Don’t understand”, in cui la voce trema e il celebre cantante diventa solo una persona: Austin. Austin è infatti il nome di battesimo di Post Malone che, in questo modo, ha voluto dare al suo pubblico un segnale inequivocabile: in questa nuova raccolta di brani gli ascoltatori troveranno la narrazione vera del cantante, un dialogo con se stesso che prima aveva fatto emergere solo a tratti.

In “Don’t understand”, infatti, Post Malone non nasconde tutta la propria fragilità. Con voce tremante, e quasi parlando, il cantante sussurra all’orecchio di chi ascolta:

“I don’t understand why you like me so much

‘Cause I don’t like myself.”

Ma non solo: un altro indizio lasciato per rivelare la nuova direzione è la scelta di non inserire nessun featuring; nessun altro artista è coinvolto nella costruzione dell’album, ci sono solo Austin, la sua chitarra e una strumentazione live, prodotta insieme ai suoi collaboratori di lunga data Louis Bell e Andrew Watt.

La volontà di abbandonare le vesti precedenti e di indossarne di nuove, o, meglio, di non indossarne nessuna, corrisponde in Post Malone anche ad un cambio di sonorità e di genere: il cantante statunitense sembra abbandonare l’hip hop per darsi ad un ritmo più armonico, mai spigoloso.

Ascoltando la successione di tracce tutta d’un fiato si intuiscono i temi ricorrenti, al centro della vita di Austin: l’amore, la dipendenza dalle sostanze, il desiderio di guardarsi dentro.

Post Malone non ha mai voluto farsi inquadrare in una rigida categoria. Il suo nome inizia a farsi spazio nel 2015 con una discografia in cui i generi si mescolavano ed è stata proprio questa la chiave del suo successo, che lo ha portato a raggiungere vette inimmaginabili, come quelle conquistate con il suo quarto album, Twelve Carat Tootache, che ha confermato la qualità della sua arte e lo ha portato ad un tour importantissimo, in cui ha conquistato a mani basse le arene in cui si è esibito.

Le tracce di Austin sono accompagnate da alcuni video dall’ottima la regia: protagonista assoluto il cantante, che guarda dritto in camera. Anche questi riflettono la semplicità che caratterizza la musica di questo ultimo lavoro: al centro della scena c’è solo Austin, con il suo microfono e la sua voce, in diverse ambientazioni. Nell’official live performance di “Something real”, Post Malone si muove sul tetto di un’abitazione; il video di “Chemical” inizia con una sigaretta accesa e lo troviamo seduto sul sedile di un pick-up; in “Mourning”, invece, combatte con un gigantesco cubo di ghiaccio che, alla fine, diventa parte del suo drink.

Al netto delle apprezzabili sfaccettature personali che Post Malone ha voluto rendere più vivide e dirette con le scarne scelte armoniche messe in campo, però, Austin ha una sostanziale pecca: la monotonia. Forse il desiderio di raccontarsi senza filtri ha lasciato poco spazio alla sperimentazione nella produzione e alla ricerca di suoni nuovi? È l’inizio di un nuovo percorso o una parentesi necessaria per mettere i puntini sulle i alla propria storia? Solo il tempo ce lo dirà. Nel frattempo, comprensibile il focus intimista, ma a patto che Austin non ceda ad un eccessivo appiattimento dal punto di vista musicale, poiché rinuncerebbe proprio a ciò che rende grande il nome di Post Malone.