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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
08/04/2018
Nirvana
Bleach
Oggi come oggi un gruppo come loro troverebbe posto nel panorama musicale? Come sarebbe affrontata un'uscita come “Bleach”?

Poco più di vent'anni fa Kurt Cobain, dopo giorni di eccessi, abbandonava questo mondo lasciando un vuoto che nemmeno la sua musica è riuscito a colmare. Da quel tragico 5 aprile 1994 la storia dei Nirvana, iniziata pochi anni prima, si è interrotta bruscamente e il loro nome, fin troppe volte oscurato dall'eccentrico cantante, ha finito per essere abbinato ad innumerevoli tormentoni ed altrettante leggende.

Era il 1987 quando in quel di Aberdeen tre ragazzi, apparentemente senza nulla da spartire, diedero il via ad una band che, seppur con una breve vita, è riuscita a consacrare e a divulgare il Grunge in tutto il mondo e a dare voce allo scontento, la depressione e il senso di perdizione tipico di quel periodo. “Bleach”, composto e registrato tra 1988 e il 1989, è l'album di debutto dei Nirvana che, nella sua semplicità ed esiguità, incanala fin dalle prime note uno stile, un sound e una sperimentazione che nessuno, malgrado gli innumerevoli sforzi, è mai riuscito a copiare ed interpretare negli anni.

“Love Buzz”, la cui versione originale è di Robbie Van Leeuwen, fu il singolo di lancio anche se a questo album sono legati ben altri successi quali, giusto per citarne uno, “About A Girl”. Quest'ultima nasce dall'intento di Cobain di unire il pop anni '60 all'underground dell'epoca, ma con molta insicurezza da parte del compositore stesso. Poco convinto dall'idea di includere il brano nell'album, Cobain dichiarò più volte che “About A Girl” rappresentò un rischio, un azzardo, che ebbe largo successo fra il pubblico. Un piccola curiosità si aggiunge al titolo, all'apparenza vago, ma che nasconde una dedica a Tracy Marander, fidanzata di allora di Cobain, che scoprì anni dopo di essere la diretta interessata. “Negative Creep”, più metal che grunge, descrive la personalità di Kurt, fin troppo negativa, e un cupo oblio senza fine rappresentato dalla ripetitività del ritornello. “Big Cheese”, presente in musicassetta e CD ma non nella versione vinile, è un pezzo che si assapora poco per volta e che venne scoperto non subito, ma con il passare degli album.

Poche note, strumenti all'apparenza (o forse no) scordati, una batteria non troppo varia ma in grado di farsi sentire, voce roca, talvolta aspra e quasi poco intonata, e toni cupi hanno reso i Nirvana quelli che sono e famosi in tutti il mondo. Oggi come oggi un gruppo come loro troverebbe posto nel panorama musicale? Come sarebbe affrontata un'uscita come “Bleach”? Probabilmente sarebbe l'ennesimo promo accantonato in un angolo e poco considerato, ma in quegli anni, difficili e controversi, non poteva che essere perfetto. Malgrado una vita breve ed intensa, i Nirvana segnano ancora oggi una folta schiera di giovani che ritrova in essi i propri contrasti e la propria diversità.