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REVIEWSLE RECENSIONI
04/11/2019
Steve Mason
Coup d’état [EP]
La pubblicazione di un ep, rispetto ad un singolo, può’ significare molte cose, non tutte positive. In questo caso credo si tratti per Steve Mason della volontà, forse della necessità di portare fuori e condividere canzoni che era importante non lasciare ferme.

È uno dei momenti più significativi della versione cinematografica di “Alta Fedeltà’” tratta dal romanzo omonimo di Nick Hornby: il protagonista, proprietario di un negozio di dischi sussurra al commesso “guarda come vendo 5 copie di Three eps di Beta Band in pochi minuti”.

Appena suona “Dry The Rain” i clienti socializzano tra di loro, uno gli chiede chi siano mentre segue il ritmo del brano. Come si evince dal contesto, anche se non avete visto il film, è una situazione fuori dall’ordinario, che solo chi frequenta(va?) negozi di dischi può’ capire.

Dal 1997 al 2004 la band scozzese ha pubblicato 4 album, il primo dei quali raccoglieva appunto i primi tre extended play. Una scrittura pop innovativa, eclettica, visionaria, con elementi indie, hip hop, folk e psichedelici. Una band di culto che ha ispirato molti dischi a venire. Si sciolsero perché’ alodila’ dell’unanime plauso critico, non ebbero il successo che meritavano.

Steve Mason ne era uno dei fondatori e la voce principale. Passato attraverso una forte depressione post scioglimento, incide sotto i moniker di King Buiscuits e Black Affair fino al 2009 quando pubblica il primo singolo a suo nome “All Come Down”. Ad oggi sono usciti quattro dischi, compreso l’ultimo a gennaio di quest’anno “About The Light”.

Questo “Coup D’Etat “a distanza di 10 mesi contiene il remix di un brano presente nell’album, posto qui come ultima traccia e tre inediti.

È un titolo perfetto, perché appena cominciano le note di un basso slabbrato a cui si aggiungono i piatti di una batteria a sommare ritmo e attitudine, è chiaro che certe atmosfere soul e gospel di cui si nutriva “About The Light “sono state spodestate da qualcosa di completamente diverso. E quando il brano finisce, quello che rimane in testa sono i Simple Minds.

Sì, quelli degli esordi di tre album tra il 1979 e il 1980. “I Travel” ecco, echi wave e post punk elettronico, tieni il ritmo e scuoti il capo, tra suoni sintetici percussivi e il ritornello che non fa nulla per nascondere le affinità con Jim Kerr.

La presenza della vocalist Eli, già presente in “About The Light” nella seconda parte del pezzo, aggiunge colori da dance club, quasi proto house.

“Against The World” è una demo di quando il collettivo si era sciolto e viene ripresa e fatta suonare adesso come un traccia piano-house che scivola baggy e sequencer, in pieni anni 90 Madchesteriani. È una sequenza perfetta e quando arriva “Head Case” appare subito evidente che ci troviamo a quanto di più vicino ci sia a Beta Band. Una melodia pulita e intima, su una traccia che ha reminiscenze latine e si muove in circolo, sembra perdersi e poi ritornare, bellissima.

L’ep si chiude con un remix di “America Is You Boyfriend” ad opera di Tim Goldworthy (Unkle). Aggiunge leggerezza all’originale sarcastico sberleffo che apre “About The Light” che lì aveva nei fiati coralità ma anche pathos mentre e qui invece si inserisce perfettamente in un attitudine pop propria di questo lavoro.

La pubblicazione di un ep, rispetto ad un singolo, può’ significare molte cose, non tutte positive. In questo caso credo si tratti per Steve Mason della volontà, forse della necessità di portare fuori e condividere canzoni che era importante non lasciare ferme.

“Coup D’Etat” è una raccolta di tre canzoni ed un remix in poco meno di 20 minuti che ha più’ personalità e identità di certi album su 4 facciate.


TAGS: alternative | Coupdetat | GiovanniPapalato | indie | loudd | recensione | SteveMason