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REVIEWSLE RECENSIONI
01/11/2023
De.Stradis
DUALE
Vincenzo Destradis, in arte De.Stradis, cantante, autore e produttore bolognese di origini pugliesi, nato come frontman dei Mangroovia e attualmente frontman dei Westfalia avvia il suo progetto solista pubblicando un EP dal titolo “DUALE”, un’opera che oscilla tra la nu-soul e un elettro pop a tratti onirico, con la co-produzione di Filippo Bubbico.

De.Stradis, all’anagrafe Vincenzo Destradis, è un cantante e produttore bolognese di origini pugliesi, classe 1994, diplomatosi in canto jazz al Conservatorio G.B. Martini di Bologna. Inizia la sua carriera militando in vari progetti, tra cui Mangroovia, anche se i più affezionati al format di X Factor potrebbero ricordarselo nell’edizione 2021 come frontman dei Westfalia, band ancora all’attivo che si è specializzata in un mix che punta ad un sound più internazionale che italiano che oscilla tra rock, soul ed elettronica.

Una presentazione d’obbligo per far emergere subito come l’artista di cui si sta parlando, sebbene sia alla prima pubblicazione sotto questo nome, non è assolutamente alle prime armi. Considerando inoltre che siamo in un paese che, artisticamente parlando, vive in un costante status di sottostima rispetto al “mondo esterno”, è assai prezioso scoprire questi artisti italiani (e se si cerca ce ne sono tanti) che non hanno assolutamente nulla da invidiare alle produzioni estere. De.Stradis è uno di questi e lo dimostra presentando al pubblico un EP di sei brani che oscilla tra la nu-soul e un elettro-pop a tratti onirico.

DUALE è il titolo dell’opera, nata dopo un lunghissimo periodo di scrittura, durato dieci anni, che ha trovato la sua scintilla di realizzazione effettiva nell’incontro e collaborazione (e probabilmente anche amicizia) con Filippo Bubbico, produttore e artista pugliese, patron della Sun Village Records, che abbiamo già incontrato e potuto apprezzare con il disco Honolulu arrivo (2021) e che per questo progetto veste i panni di co- produttore al fianco dello stesso De.Stradis.

La produzione, in questo disco, è infatti un elemento che la fa da padrone: è talmente (e piacevolmente) predominante che è quasi difficile riuscire a scinderla dalla scrittura stessa del brano, dal suo scheletro, per così dire. A livello di arrangiamenti, invece, di notevole troviamo il groove creato da basso e batteria, l’utilizzo delle voci come strumento (quasi fossero dei synth) e i suoni.

Il groove è assolutamente pazzesco: sempre presente, mai banale, in grado di trainare sempre e di non distrarre mai, rimanendo sempre al servizio del pezzo. Rispetto alle voci, De.Stradis si distingue per timbro e tecnica davvero eccelsi, riuscendo a destreggiarsi tra cantato e parlato in tutta tranquillità, anche se ad essere davvero caratterizzante è l’utilizzo dei cori, che vengono trasformati quasi in veri e propri sintetizzatori, tanto che in alcuni punti ricordano molto Jacob Collier, maestro in questo tipo di “esperimenti”.

Per quanto concerne i suoni c’è tantissima elettronica, anche se si percepisce che è un disco molto “suonato” e curato a livello tecnico; suoni elettronici, mescolati con altrettanti elementi acustici, che vengono utilizzati per creare un mood sognante, onirico, che spesso fa da contrappeso al groove inarrestabile, e in questo si sente molto il ricordo di Honolulu arrivo di Filippo Bubbico.

Nel percorso musicale di DUALE spicca sicuramente il brano “Quando era estate”, scritto in collaborazione con il talento pianistico di Jake Sherman, il riassunto perfetto di tutti gli elementi elencati in precedenza. Altro elemento davvero apprezzabile di DUALE sono i testi, che non calcano la ormai sdoganata “scia dell’amore”, ma sono davvero racconti di vita vissuta di De.Stradis. Certamente c’è spazio anche per l’amore, come si può sentire nella delicatissima “Quadri d’autore”, ma è solo uno degli elementi della vita del disco, il quale racconta attraverso le varie canzoni esperienze, lotte e conquiste di un ragazzo ormai maturato, con diverse esperienze alle spalle e molte cicatrici da esporre.

DUALE rappresenta un ponte tra la Puglia e Bologna, città che conferma una volta di più il valore della sua scena musicale e il suo divenire un polo di riferimento a livello nazionale, che permette a diversi artisti del calibro di De.Stradis di farsi notare e crescere. Un disco che risulta una miscela perfetta di elementi e racconti, che accompagnano l’ascoltatore attraverso suoni, groove ed esperienze in un viaggio bellissimo, che anche dopo tanti ascolti riesce continuamente ad affasciare. Da ascoltare e riascoltare.