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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
29/11/2023
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... Doc Coyle (Bad Wolves)
Abbiamo raggiunto virtualmente Doc Coyle dei Bad Wolves durante il tour USA per due chiacchiere su “Die About It”, nuovo album pubblicato il 3 novembre 2023 via Better Noise Music.

 

Ciao Doc, voi arrivate tutti da progetti precedenti molto eterogenei, quale ingrediente ognuno di voi ha apportato alla band per dare vita ai Bad Wolves attuali e che dire dell'ingresso di Daniel?

I miei gusti personali si orienteranno sempre verso il metal, affiancandolo ad idee alternative per dare vita a qualcosa di diverso. Faccio del mio meglio per mantenere tutti concentrati su qualunque sia la nostra dichiarazione di intenti, per non allontanarci troppo dall’obiettivo, finendo in qualche vicolo cieco. Ho detto a tutti che volevo che questo fosse un "fuck you" album, non che ci fosse bisogno di dirlo, penso che questo sentimento fosse già in tutti noi, voglio solo che ci manteniamo sulla strada giusta, senza distrarci. L'adesione di DL è un cambiamento epocale e penso che negli ultimi due anni lui abbia davvero imparato il lavoro mentre lo faceva. E’ sempre sotto pressione e continua a migliorare sempre più. Die About It è davvero il suo album, deve esserlo.

 

Da dove traete ispirazione?

Non posso parlare per nessuno se non per me stesso: sono molto influenzato dai film. A volte dalla colonna sonora del film, ma spesso proprio dai temi del film. Penso di trarre ispirazione anche dai miei coetanei. Vedere tutte le cose che fanno i miei amici e quanto duramente lavorano mi fa venire voglia di lavorare di più e continuare a spingere.

 

Quando è iniziato veramente per ognuno di voi? Voglio dire, quando ti sei innamorato della musica e qual è il tuo background musicale?

Entrambi i miei genitori erano musicisti. Mio padre era un pianista e un insegnante e mia madre era una cantante. Suonavano insieme in una band. Quindi sono cresciuto con la musica intorno a me. Mio padre suonava sempre jazz, musica classica e rock classico: penso che tutto intorno a me fosse in qualche modo “intriso” di musica, anche se non seguivo quei generi musicali. Probabilmente, i primi album di cui mi sono appassionato quando avevo 6-7 anni sono stati quelli di Michael Jackson e di Prince. E ho amato anche i primi pezzi hip hop come Young MC, Fresh Prince e MC Hammer. Ma per quanto riguarda l'essere un vero “fruitore” di musica, tutto è iniziato quando, a 12 o 13 anni, ho iniziato a guardare MTV, scoprendo il rock e il metal. Guns’N’Roses, Megadeth, Metallica e i Queen in Wayne's World.

 

Dopo aver conquistato un grande successo siete stati in tour con band come Volbeat o Papa Roach. Puoi raccontarci qualche storia divertente della vita in tour?

Una delle cose più divertenti è accaduta qualche anno fa, quando eravamo in tour con i 5 Finger Death Punch e i Three Days Grace, dove mi vestivo come Barry dei 3DG. Mi sono messo una barba finta, un trench e ho preso una delle loro chitarre. Sono saltato sul palco e mi sono scatenato come se stessi suonando la loro canzone. È stato assolutamente divertente. Adoro quei ragazzi.

 

Parlando della vita in tour, cosa ti piace di più?

La parte più divertente di ogni tour è il senso di cameratismo che si crea con le altre band. Legare con loro attraverso un’esperienza condivisa. E poi l'avventura. Riuscire a visitare tutti questi posti diversi e vedere il mondo, sapendo che la maggior parte delle persone non avrà mai questa opportunità. Inizi a sentirti cittadino del mondo e non legato solo al luogo da cui provieni. Certo, ti manca casa, ma penso che sia importante essere presenti nel momento e godersi il fatto di poter sperimentare luoghi, culture e persone diverse.

 

Avete sperimentato diversi stili ed influenze nella composizione di Die about it: da dove avete preso ispirazione e come è stato il processo di composizione? Sappiamo che Daniel è stato molto coinvolto.

Apparentemente non abbiamo fatto riferimento ad altri artisti (per quanto ci domandassimo chi stavamo provando ad emulare), ma penso che si ritrovi più un'influenza della produzione pop moderna in quest’album. Probabilmente abbiamo giocato con il sound design più che con gli album precedenti. Tutti ascoltiamo artisti come The Weeknd e Post Malone: quel tipo di synth degli anni '80 è diventato più importante nella musica pop moderna, e penso che in un certo senso ci abbia contagiato. Comunque, alcune delle nostre influenze più pesanti si faranno sempre sentire, che si tratti di Sevendust, Killswitch Engage o Gojira. E sì, DL ha fatto davvero sentire la sua presenza. Ha scritto o co-scritto molte canzoni dell'album, quindi la sua personalità musicale è ovunque.

 

Quando descrivi le canzoni di questo album citi emozioni molto diverse, raccontate molte storie differenti con le parole e con la musica, come riuscite a bilanciare riff pesanti con melodie pulite e messaggi di tristezza, speranza, negatività, amore? 

Penso che ci venga naturale. Arriviamo tutti dalla scena metal underground e dalla musica estrema, ma abbiamo anche lavorato duramente per diventare bravi cantautori nel mondo del rock. I grandi riff saranno sempre lì, l'aggressività viene sempre fuori in una certa misura, ma quando si tratta di testi e voce, devi metterti proprio a scrivere la canzone. Abbiamo sempre inserito canzoni d’amore fin dal primo album, quindi anche questo fa parte dell’identità della band. Direi che la metà dei nostri fan sono donne, quindi ha senso. Uniamo l’appeal “pesante” con il bello: è proprio quello che facciamo.

 

Quella fantastica cover di "Zombie" ha sicuramente ampliato il raggio di pubblico dei Bad Wolves: da dove è nata quell'idea?

Il nostro cantante originale Tommy lo aveva già fatto prima dei Bad Wolves con un produttore/chitarrista di nome Philip Naslund. Quindi, il resto di noi non può prendersi il merito della traccia. Tommy aveva realizzato una cover della canzone dei Nirvana "Heart Shaped Box" per la sua vecchia band, i Westfield Massacre. In realtà io ho registrato l'assolo di chitarra. E la copertina di "Zombie" è stata rimodellata su quella copertina.

 

Quale delle nuove canzoni non vedi l’ora di suonare dal vivo in tour e quale pensi riscontrerà più apprezzamento da parte dei fan durante i live?

In questo momento stiamo suonando tutti i singoli che sono stati pubblicati e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal modo in cui il nuovo materiale si sta connettendo con il pubblico. La title track è stata particolarmente divertente da suonare. Per quanto riguarda gli altri nuovi brani, non vedo l’ora di suonare “NDA”, “Masquerade”, “Move On” e “It’s You” nel prossimo tour. Vedremo cosa succederà nel set.

 

Attualmente siete in tournée negli Stati Uniti, ci aspettiamo anche un tour Europeo?

Siamo stati in Europa in occasione di ogni tour dei Bad Wolves, quindi non mi aspetto nulla di diverso questa volta. Adoriamo l'Europa e non vediamo l'ora di tornare.

 

Cosa suggeriresti ad una nuova band che si sta avvicinando ora all'industria musicale?

Prova a trovare un modo per distinguerti musicalmente e visivamente. Concentrati sulla qualità di prim'ordine, su tutta la linea: produzione, video musicali, fotografie, qualunque altra cosa; non risparmiare sulla qualità e fai tutto il possibile per creare una forte connessione con i fan. È la cosa più importante e probabilmente la più difficile da raggiungere, ma le band che ce la fanno si godono una carriera più lunga e costante.