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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
14/11/2022
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... i Witche’s Brew
«Hai presente la solita storia a cui non crede ormai nessuno, dove tu suoni quello che ti piace e qualcuno di importante ti sente e ti dice: “Bravi, mi piace ciò che fate, avrei un ottimo contratto per voi”? Beh, a noi è successo veramente». Ecco a voi la storia dei Witche’s Brew, all’indomani dell’uscita del loro nuovo album Chronicles of Electric Sorcery.

Come è iniziato il percorso musicale per ciascuno di voi e come vi siete innamorati della musica?

Mirko: Quando ero ragazzino era molto difficile reperire musica che potesse essere adeguata al mio stato d’animo. Le radio (a eccezione di pochissimi casi) propinavano orrori per una massa di cui io non facevo parte, trovavo tutto tristemente stonato senza che magari in realtà lo fosse. Poi ho scoperto un paio di dischi hard rock e mi si è aperta una via che sembrava più sulla mia lunghezza d’onda. I suoni distorti, i ritmi potenti e le velocità elevate mi suonavano in qualche modo più giusti, più reali. Da lì mi si è aperto un mondo.

Mark: Di notte mi alzavo ad ascoltare la musica in cuffia a tutto volume imitando le gesta dei miei cantanti preferiti. Poi di giorno praticamente cantavo sempre, i vicini venivano a chiedermi di abbassare il volume. Ho la musica nel dna, non posso farne a meno.

 

Cosa vi ha fatto incontrare?

Mirko: Ci siamo incontrati per caso, poi ho scoperto che non era un caso.

Mark: Il maestro Oogway dice che il caso non esiste.

 

Qual è il valore aggiunto che ciascuno di voi porta alla band?

Mirko: Per quanto mi riguarda penso sia il fatto che faccio ciò che mi piace. In altri ambienti potrebbe essere addirittura deleterio, ma in una rock band penso sia basilare.

Mark: Il proprio divenire.

 

Descrivete ciascuno di voi con tre aggettivi

Mirko e Mark: Ne basta uno per descriverci tutti: Unici!

 

Com’è nato il nome “Witche’s Brew”?

Mirko: Quando è nata la band venivamo tutti da esperienze diverse, culture musicali simili ma non identiche. Iinvece di imporre il proprio background ed i propri gusti ai vari membri, abbiamo deciso di fare ognuno quello che preferiva, quello che sapeva fare meglio, buttando tutto nel pentolone e mischiando i vari ingredienti.

 

Parliamo del nuovo album, pieno di energia e di riff hard rock. Come è nato e come si è svolto il percorso per crearlo?

Mirko: È nato con una  genuinità assoluta, con naturalezza, e si è evoluto alla stessa maniera, in puro stile Witche’s Brew.

Mark: Energia è ciò che siamo, ed è ciò che vogliamo trasmettere al pubblico con la nostra musica. D’altronde i live sono uno scambio di energia tra la band e il pubblico. L’album è nato con spontaneità ed è così che facciamo le cose. In studio, il primo che ha un’idea la fa sentire agli altri, ed ognuno apporta le proprie idee.

 

Com’è andata la sessione di registrazione?

Mirko: Abbiamo passato un lungo periodo di pre-produzione, praticamente quando siamo entrati in studio di registrazione avevamo già le idee chiarissime. Poi quando ti affidi a dei professionisti tutto fila come dovrebbe.

Mark: È andata molto bene. Siamo riusciti a registrare il tutto in pochissimi giorni. C’è da dire che in questa fase siamo stati seguiti da un produttore dal curriculum molto vasto come Pietro Foresti, per cui tutto è stato perfetto.

 

Com’è lavorare con la Universal Music Italia?

Mirko: Devo dire che lavorare con una major è alquanto diverso da come eravamo abituati prima. Senza nulla togliere a nessuno, è come se tutto prendesse forma nuovamente, come se avesse più senso.

Mark: Una bellissima esperienza, perché sai che alle spalle hai un colosso, che apprezza ciò che fai.

 

Come è accaduto?

Mirko: Hai presente la solita storia a cui non crede ormai nessuno dove tu suoni quello che ti piace e qualcuno di importante ti sente e ti dice: “ Bravi, mi piace ciò che fate, avrei un ottimo contratto per voi”? Beh, a noi è successo veramente!

 

Quali tra le canzoni del nuovo album Chronicles of Electric Sorcery preferite suonare dal vivo?

Mirko: Dal vivo ogni volta è diverso, ma mi piacciono in particolare “Contagious” e “Find a Way”. Sarà perché ne abbiamo realizzato il video, ma mi sembrano un po’ più influenti.

Mark: Ce ne sono parecchie, vado a momenti. Ora preferisco “Out of Control”.

 

Di cosa parlano i vostri testi?

Mirko: Dopo esserci consultati e aver deciso in che direzione saremmo voluti andare, è stato Mark a prendersi l’enorme responsabilità di scrivere i testi (in un paio di brani, però, c’è anche la firma di Demis). Dopotutto, Mark è anche uno scrittore di libri, per cui la sua vena letteraria è molto sviluppata.

Mark: Chronicles è un concept album. È una storia ambientata nel sud degli Stati Uniti e parla di questo personaggio che è alla ricerca di se stesso. Non a caso l’album si apre con “Find a Way”. Lui poi attraversa diverse vicissitudini e visita posti come il Redneck Saloon. In seguito incontra una persona di cui si innamora – o almeno così lui crede –, a cui vuole consacrare il proprio cuore (“Take You There”). Ma il personaggio è alquanto instabile, infatti finisce per ucciderla (“Good Spot”), per poi perdere completamente il senno (“Out of Control”). Quindi a chi mi chiede: “Il protagonista riesce finalmente a trovare se stesso?”, io rispondo: “No!”.

 

Ci sono dei messaggi a cui tenete particolarmente?

Mirko: Sì, ci sono. Chi li vuole recepire non ha certo bisogno della mia esegesi. Non sono un ragazzino, ho visto il mondo cambiare e non per il meglio: se a te piace, allora te lo meriti.

Mark: Personalmente ne ho maturati parecchi in questi due anni di stasi, e ho tutta l’intenzione di comunicarli nel prossimo album.

 

Raccontateci qualcosa della vostra partecipazione al tributo ai Black Sabbath Return to the Sabbath. Come vi hanno contattati?

Mirko: Sinceramente non ricordo esattamente come sia andata, è passato un po’ di tempo e in quel periodo abbiamo partecipato a diverse compilation. Ricordo di aver realizzato gli arrangiamenti e ricordo le registrazioni, ma non saprei dirti esattamente come siamo entrati in contatto con i produttori.

 

I Sabbath sono una delle band alle quali vi ispirate?

Mirko: Come tutti i gruppi rock del mondo, certe sonorità sono ormai impresse a livello psico-spirituale, sono entrate a far parte del dna di ogni rocker. Volente o nolente, sempre da lì devi passare.

Mark: Assolutamente si!

 

E quali altre band del passato sono un vostro punto di riferimento?

Mirko: Discharge, Beethoven.

Mark: Led Zeppelin, Beatles, Creedence Clearwater Revival.

 

Siete molto forti dal vivo. Quali sono gli ingredienti segreti per produrre un live di impatto e per coinvolgere il pubblico?

Mirko: Dare sempre il 110 per cento. La gente è venuta a vedere te che suoni, glielo devi. Il pubblico percepisce il tuo stato d’animo quando sei sotto un riflettore e gli occhi sono puntati su di te. Se dai il massimo ricevi il massimo.

Mark: Tanta emozione ed empatia.

 

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Mirko: In genere non sono il tipo che fa molti progetti, le cose succedono da sole. Ci sono diverse cose programmate, ma preferirei non annunciare troppo finché tutto non è al posto giusto. Di certo posso dirti che non siamo arrivati fino a qui solo per arrivare fino a qui.

Mark: Suonare live ovunque e produrre sempre più musica.

 

È previsto un nuovo album a breve?

Mirko: Certamente, abbiamo già molto materiale e un nuovo album è previsto per il prossimo autunno.

Mark: È già in cantiere.

 

Raccontateci una delle esperienze più emozionanti vissuta in tour e anche la più divertente.

Mirko: Sono innumerevoli, ma mi viene in mente un episodio accaduto mentre eravamo in tour in Olanda. Suonavamo in un club di piccole dimensioni e il nostro tour manager, un olandese dalla stazza non indifferente che mangiava come un elefante e andava di corpo una volta alla settimana, ha deciso che quella sera sarebbe stata la sera giusta... Tutto l’ambiente si è totalmente riempito dell’aroma repellente del suo atto fisiologico, tanto che la gente ha iniziato letteralmente a lasciare il locale in preda al disgusto. Era realmente insopportabile, saranno rimaste una decina di persone. Chiaramente abbiamo finito il nostro show nonostante il pubblico ridotto, ma anche dal palco non è stato facile.

 

Quando potremmo vedervi dal vivo in tour in Italia?

Mirko: Sicuramente tra poco, non vogliamo sbilanciarci troppo con dichiarazioni finché non abbiamo l’assoluta conferma da parte degli organizzatori.

 

È previsto anche un tour in Europa?

Mirko: Sicuramente sì, stiamo programmando le date e tra poco saremo in grado di annunciarle con precisione.

Mark: Di certo è che all’inizio dell’anno prossimo il tour Europeo partirà dal Regno Unito. 

 

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BAND

Mirko Witche Bosco: guitars

Mark Blacks: voice

Demis Perry Whites: bass, voice

Frankie Brando: drums

 

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