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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
21/08/2023
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... Joy Bogat
Di origini tedesche e haitiane, residente ad Hannover, ma con un background radicato anche negli Stati Uniti, Joy Bogat promette di essere una delle nuove grandi voci del Soul contemporaneo. Abbiamo fatto due chiacchiere con lei in occasione delle sue date italiane.

Di origini tedesche e haitiane, residente ad Hannover, ma con un background radicato anche negli Stati Uniti, Joy Bogat promette di essere una delle nuove grandi voci del Soul contemporaneo. Dopo i due EP With Time e It’s Different Now, è tornata col doppio singolo “Left & Right/1974”, il tutto publicato dall’etichetta di Berlino ListenRecords.

A giugno è uscito un nuovo brano, “Backwards”, produzione minimale e vocalità notevole, ulteriore prova di un talento che attende solo il disco di debutto per potere consacrasi.

È passata di recente da noi per una serie di date, pochi giorni prima ne abbiamo approfittato per una breve chiacchierata, volta soprattutto a presentala a chi ancora non la conoscesse.

 

 

Partiamo dall'inizio: hai scoperto molto presto di avere un talento e una vocazione per la musica. Puoi raccontarci come è nata?

Da quello che ricordo, la musica è sempre stata presente in casa nostra. Le mie sorelle suonavano la chitarra e il basso, io cantavo in diversi cori quando ero piccola ed ero sempre incoraggiata dalla mia famiglia a cantare e poi a suonare il pianoforte. L'atmosfera che si respirava a casa nostra era davvero amorevole e credo che questo mi abbia permesso di immergermi nella musica in modo giocoso in giovane età.

 

Tuo padre è haitiano ma hai vissuto diversi anni negli Stati Uniti, mentre oggi vivi in Germania: come ha influito questa commistione di culture sul tuo modo di concepire e fare musica?

In realtà sono nata in Germania, la mia famiglia si è trasferita dagli Stati Uniti poco prima della mia nascita. Ma ricordo che guardavamo programmi televisivi americani, avevamo libri per bambini inglesi e cose del genere. Dove sono cresciuta non avevo modelli di riferimento che mi somigliassero e li ho trovati nella musica, in artisti come Alicia Keys o The Surpremes. Avrei voluto avere un legame maggiore con la cultura haitiana, anche dal punto di vista musicale, ma ci sto arrivando lentamente. Sono sempre stata consapevole della storia della mia famiglia e della sensazione di essere nel mezzo. Sono molte cose. Tedesca, nera, haitiana - e la mia musica è lo stesso, credo che il mio background mi abbia insegnato che non devo essere solo una cosa.

 

Hai un background musicale accademico: come pensi che l'essere diplomata in musica ti abbia aiutata a sviluppare il tuo progetto?

Prima di tutto le persone che ho incontrato in quel periodo! Questa è ancora la cosa più importante quando si parla di musica. Ma poter contare sulla teoria musicale e sulle conoscenze acquisite durante gli studi di ingegneria in studio e poi mettere da parte queste cose per dare spazio alla creatività è una base davvero ottima. Mi dà più libertà e fiducia nella musica che voglio creare.

 

Nel corso della tua carriera hai cantato anche in tedesco. Perché hai deciso di passare all'inglese? E qual è la differenza, secondo te, tra le due lingue per quanto riguarda il canto?

Da quando ho iniziato a scrivere canzoni a 13 anni ho sempre scritto in entrambe le lingue, quindi non è mai stata una decisione consapevole. Oggi dipende ancora dall'argomento o dal sentimento in cui scrivo, ma il tedesco è diventato la mia "lingua della poesia" e l'inglese la mia "lingua della musica". In qualche modo è più morbido e crea un'atmosfera più adatta alla mia musica rispetto al tedesco.

 

Come vedi gli EP With Time e It's Different Now oggi, a distanza di qualche anno? Li consideri superati o pensi che rappresentino ancora bene il tuo sviluppo e chi sei?

Sono ancora innamorata di entrambi! Fanno parte del mio percorso musicale e ascoltarli racconta molto di come sono cresciuta come persona e come artista. Certo, ci sono cose che farei in modo diverso, ma questo fa sempre parte della produzione di un disco. Cercare di catturare una certa vibrazione e lo stato dell'arte in quel momento.

 

Parliamo di "Backwards": musicalmente credo sia una delle tue canzoni più riuscite....

Grazie! Quando abbiamo prodotto la canzone ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta come sarebbe stata percepita, è più diretta di altre mie canzoni, credo. Ma forse è proprio questo l'aspetto positivo.

 

Il testo di questa canzone affronta temi importanti: quanto è importante per te usare le canzoni che scrivi come veicolo per affrontare questioni non banali?

È diventato sempre più importante per me. La musica può essere ogni tipo di cosa e mi piace sicuramente quando una canzone mi porta gioia e mi fa dimenticare tutto il resto. Ma credo che noi artisti abbiamo la possibilità unica di parlare di argomenti politici e della nostra società. Anche se scrivo di questi argomenti in modo personale, desidero smuovere qualcosa dentro chi ascolta o fargli sapere che non è solo a pensarla in un certo modo su quel determinato argomento.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri? C'è un nuovo disco in arrivo?

Ho appena finito di registrare nuova musica, quindi c'è molto in attesa di essere pubblicato!

 

Presto sarai in Italia per sei concerti: cosa dobbiamo aspettarci?

Porterò nuova musica! Ed è la prima volta che sarò in tour con la mia band, il che porta un'ulteriore eccitazione e gioia!