Cerca

Banner 1
logo
Banner 2
SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
19/09/2022
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... Kenny Leckremo (H.e.a.t.)
Kenny Leckremo ci racconta gli H.e.a.t in una video conference, collegato dalla Svezia: “Per me i ragazzi non sono solo i membri di una band, sono vecchi amici, sono come componenti della mia famiglia”. Sembra uno di noi, ci fa sognare e pensare che tutto sia sempre possibile.

Eccoci finalmente, abbiamo provato a organizzare questa intervista durante il vostro concerto di Milano ma è stata dura…

Sì, ogni tanto accade, i tour a volte prevedono tempi stretti e in base alle date l’organizzazione è sempre diversa…

 

Ma eccoci qui! Direi, domanda scontata ma doverosa… com'è stato tornare nella band?

E’ stato come un sogno che si avvera! Senza dubbio! Sicuramente è stato strano, come se tutto fosse nuovo, ma allo stesso tempo è tutto come un tempo. E’ una combinazione di entrambe queste sensazioni. Siamo un gruppo di ragazzi e ci conosciamo da quando ero davvero piccolo, siamo cresciuti, siamo in un’altra fase della nostra vita ora, ma siamo sempre rimasti in contatto, anche se non tanto quanto avremmo voluto. Ma quando sono tornato con i ragazzi sono bastate un paio di ore perché tutto tornasse come un tempo, come se nulla fosse accaduto nel mentre.

 

Immagino, un pò come tornare a casa?

Sì, esatto!

 

Cosa ti è mancato di più in questi anni lontano dagli H.e.a.t.?

Per me i ragazzi non sono solo i membri di una band, sono vecchi amici, sono come componenti della mia famiglia, abbiamo passato tanto tempo insieme, abbiamo condiviso parte del viaggio e siamo cresciuti insieme; essere con loro in un contesto musicale è qualcosa che mi è mancato molto. Sono stato lontano dal gruppo anni, quando ho lasciato la band, dopo circa 2 anni, mi sono reso conto del grosso errore che avevo fatto, ma ero molto felice che stessero andando alla grande con Erik e sono diventato fan di quello che stavano combinando con lui. Ovviamente mi mancava la connessione che avevo con questi ragazzi attraverso la musica, non mi mancava solo la musica, mi mancava tutto il contesto.

 

Come va il tour? Ci sono a tuo avviso posti in cui siete maggiormente apprezzati, o luoghi dove preferite suonare?

Onestamente ogni paese in cui suoniamo ha il proprio “sapore”, non ci sono posti dove mi sono sentito più o meno apprezzato, semplicemente siamo stati accolti in modi leggermente diversi in base al paese. Il tour sta registrando un successo incredibile, siamo pieni di date sold out, sta superando davvero le nostre aspettative. Trovo incredibile l’amore e il supporto che i fan stanno dimostrando: a me, alla band, al mio ritorno nella band, mi sono sentito davvero apprezzato, indipendentemente dal posto in cui ci trovavamo. Tutti i fan nei vari paesi si sono dimostrati fantastici.

 

Sì, anche a Milano la data è stata fantastica. E' stato anche un concerto che abbiamo aspettato per molto tempo visto tutto il caos. A Milano, so che può sembrare una strana domanda, ma abbiamo avuto un pò di dubbi alla fine del concerto. Ci aspettavamo un’uscita molto anni ’80, old school, la classica gag in cui la band, dopo essere uscita, viene richiamata dal pubblico per le ultime 2 o 3 canzoni, abbiamo tentato di chiamarvi gridando “one more song” ma nessuno nel pubblico sembrava reagire e il concerto è terminato… era previsto? Forse siamo troppo vecchi e old styled se ci aspettiamo questo show finale?

No, tutto accade in modo diverso in ogni posto e a volte dobbiamo rispettare alcune regole. Ad esempio in alcuni posti lo show non può essere più lungo di un tempo definito e dobbiamo provare a rispettare questi limiti, a volte riceviamo indicazioni dalle persone dell’organizzazione che sono sotto al palco e facciamo del nostro meglio per chiudere e salutare, a volte prepariamo un’uscita dal palco più lunga, usciamo e facciamo foto, ringraziamo, e volte interagiamo meno e usciamo subito. A Milano non abbiamo interagito molto tra una canzone e l’altra, abbiamo suonato molto spediti e poi siamo usciti velocemente. Eravamo molto tirati con i tempi.

 

E io che pensavo “Siamo terribili, non gli stiamo chiedendo di tornare per il bis…”!

No no, era tutto pianificato, lo abbiamo fatto in alcune date, in altre ci sono stati alcuni problemi tecnici e abbiamo iniziato più tardi… e quando abbiamo suonato l’ultima canzone era davvero finito lo show. Solitamente poi facciamo le foto, torniamo sul palco, ringraziamo, ma quando pianifichiamo di uscire nuovamente sul palco, suoniamo l’ultima canzone della setlist standard, usciamo subito dal palco e poi il pubblico ci chiama nuovamente e torniamo.

 

Ok, allora non siamo stati così pessimi! Era tutto previsto!

Sì, ma è una bella domanda, è importante per noi capire e avere questi feedback.

 

Ci sentivamo colpevoli, della serie “perchè non gli stiamo chiedendo un’altra canzone?”

Non dovevate sentirvi in colpa, in Spagna ad esempio la folla era completamente impazzita, lo era ovunque, ma specialmente a Madrid. Lì abbiamo testato esattamente lo stesso metodo per dare fine allo show; in un caso abbiamo finito direttamente e in altre situazioni abbiamo poi previsto il bis, e il pubblico ha capito magicamente la situazione.

 

Di solito capiamo, ma in ogni caso è stato uno show fantastico, pieno di energia! Tutti erano felici! Quale canzone preferisci cantare dal vivo?

Mi piacciono tutte, ogni canzone ha il proprio sapore, adoro alcune delle canzoni che la band ha composto con Erik, molto più di quando pensassi, e ho alcune preferenze, ad esempio “Living on the run”, è divertente e la gente la adora, e mi piace molto cantare uno dei nostri ultimi singoli “Back to the Rhythm", anche questa è divertente, e sembra che il pubblico impari velocemente i nuovi brani! Ma mi piacciono molto anche i classici come “Straight For Your Heart”, ma davvero mi hai fatto una domanda super difficile! Mi piacciono tutte!

 

Qual’è l’ingrediente magico che caratterizza gli H.e.a.t., che vi ha portato al successo e che crea questa incredibile atmosfera nei live e queste belle reazioni dei fan?

La band è l’ingrediente speciale. Tutti i ragazzi che la compongono. Non si tratta di performance individuali: la macchina H.e.a.t. Non si tratta dei singoli elementi della band, ma di una macchina che funziona alla perfezione: tutti insieme creiamo il sound e questa potenza musicale, in ogni show abbiamo Jimmy che innesca la sua energia incredibile con il basso, ed esprime la sua personalità, lo stesso vale per Jona, da dietro la tastiera canta più di me, e Crash è così entusiasta, e Dave è un chitarrista incredibile. Tutti insieme creiamo questo magico ingrediente segreto. Certo, in tutte le band ci sono musicisti incredibili. Qui abbiamo un gruppo di ragazzi che vogliono lavorare insieme, creare un suono unico, un’esperienza per le persone che ascoltano.

 

Dimmi qualcosa sul nuovo album. Hai qualcosa in particolare da raccontarci sulla sua creazione?

L’album è nato in un momento particolare, quando il mondo era davvero un posto strano in cui abitare. Ci sono state quindi alcune difficoltà e tutti prendevano le proprie precauzioni per gestire il momento. Ma la forza della band è stata fondamentale durante le registrazioni dell’album, siamo stati insieme il più possibile, nonostante tutto, ciascuno di noi ha famiglie e persone di cui vuole prendersi cura, quindi siamo stati davvero prudenti, ma abbiamo fatto il possibile per stare insieme e vederci per registrare. Uno dei motivi per cui l’album si chiama Force Majeure è proprio la situazione in cui si trovava il mondo, il titolo riflette la situazione di quel tempo. La musica è qualcosa che unisce le persone, nonostante tutto, nonostante la situazione che stavamo affrontando.

 

Ho sentito l’album e mi è piaciuto molto!

Bene, grazie, ne sono molto felice!

 

Com’è iniziato tutto questo per te? Quali band ti hanno ispirato e come ti sei avvicinato alla musica?

Tanto tempo fa, quando ero un ragazzino, ascoltavo band che mi proponevano i miei genitori e la mia famiglia. Si trattava per lo più di R&B e Soul o artisti come Michael Jackson. Poi, a 12 anni, sono stato a casa di un amico: suo padre aveva un’immensa collezione di vinili e ci siamo detti “sarebbe bello ascoltare uno di questi LP”! Abbiamo scelto quello con la copertina più bella… e indovina di che band era il disco (Kevin indica la sua t-shirt degli Iron Maiden!)? Era il primo album degli Iron Maiden: parte il disco e sentiamo "Phantom of the Opera". La mia mente è esplosa, non avevo mai ascoltato chitarre elettriche come quelle, il mio mondo è cambiato! Volevo ascoltare ancora canzoni come quelle! Mi sono detto “wow, ho bisogno di questo nella mia vita!”. Ed è così che il viaggio è iniziato, con gli Iron Maiden, i Judas Priests, ascoltavo dischi metal e hard rock o power metal, poi ho incontrato gli altri ragazzi della band, andavamo a scuola insieme e insieme abbiamo iniziato a scoprire altre band come i Toto, i Journey, i Survivor, band classic AOR, più melodiche, tutto ciò ha avuto un'enorme influenza sulla nostra musica. Ma la maggior parte di noi ha un background molto metal e hard rock, quello che ascoltate ora nei nostri brani non è altro che una combinazione di tutte le cose che ho appena menzionato, per alcuni aspetti il risultato è più soft e melodico, a volte emergono aspetti più heavy, e nella nostra musica si trovano anche influenze hard rock, che adoriamo. Anche oggi ascolto musica di tutti i questi generi, incluse band come Deep Purple e Van Halen, sono diverse le band i cui lavori credo siano incredibili.

 

Allora inutile chiederti a quale concerto vorresti andare, facendo parte del pubblico.

La mia lista è immensa, ma ho le mie band preferite e sono stato ad un paio di concerti degli Iron Maiden nella mia vita, credo che siano i migliori show a cui si possa assistere…

 

Non parliamo di concerti degli Iron Maiden in Italia proprio ora, visto il concerto annullato all’ultimo minuto per il maltempo.

Giusto, c’è stato un temporale, corretto?

 

Si, esatto…

Quei temporali tipici del mediterraneo, aggressivi...

 

Beh ne avrete anche voi nel vostro paese di forti immagino! Ma raccontami delle emozioni dell’inizio, avete aperto concerti di band importanti come i Toto, Alice Cooper...

E’ stato incredibile, una band di giovanissimi che apre per i Toto. Gli H.e.a.t. erano una band davvero appena nata quando abbiamo aperto per loro, siamo stati super fortunati, abbiamo firmato per un’etichetta, stavamo preparando l’album di debutto, ed è apparsa questa opportunità magica, eravamo sconvolti! Siamo saltati sul treno senza stare a pensarci più di tanto, chiunque lo avrebbe fatto. Il meglio è stato che quando eravamo allo show, i membri dei Toto ci parlavano come se nulla fosse, sono stati rispettosi, super gentili e amichevoli, ci hanno fatto i complimenti, ci hanno portato fuori a cena e a bere una cosa insieme dopo lo show, e alcuni di loro erano a lato del palco a vedere il nostro concerto, è stato incredibile, una favola! Penso che non avremmo potuto avere un inizio migliore, è stato di ispirazione per gli anni successivi, una spinta a voler fare qualcosa di speciale, ci ha influenzato molto nel creare il primo album e anche il secondo. Abbiamo anche aperto per Alice Cooper: stessa situazione! E’ davvero bizzarro aprire per questi artisti di fama mondiale e vedere che sono così gentili, che si congratulano con te per la tua performance e pensi “wow, voglio essere come loro!”, questo mood ha enormi influenze su una giovane band.

 

Ultimissima domanda, cosa fai per allenare la voce, e non solo, sembri fare molto allenamento anche fisico, soprattutto per gestire un concerto come il vostro, in cui salti in giro per il palco per tutto il tempo!

In effetti non sono uno di quelli che si allenano vocalmente, dovrei magari, ma non saprei, canto con il cuore, attingendo alle mie emozioni, uso moltissimo il mio corpo mentre canto, l’ho sempre fatto. Quando ero più giovane davo per scontata anche la forma fisica, ora no, mi alleno molto, faccio moltissimi esercizi. Mi fa sentire bene ed è molto utile per gestire i live: corro in giro per il palco,a volte troppo, corro e quasi mi dimentico di cantare, ma è parte del gioco! Se vuoi sentire una canzone perfetta basta che tu faccia partire il disco, allo show penso che l’obiettivo sia quello di trasferire emozioni e cantare con il cuore, usciamo, diamo vita alla musica che ci piace e la condividiamo con il pubblico, e non è solo musica, c’è la nostra personalità, ci sono le emozioni del momento, è un mix che va catturato in quell’istante.

 

Sì, è successo a Milano, ha funzionato! Grazie davvero per il tuo tempo! Sono certa che il pubblico italiano apprezzerà il nuovo album, e vi aspettiamo di nuovo in concerto!

Non vediamo l’ora! Ed è stato un piacere parlare con te!

 

***

 

Formazione attuale

  • Kenny Leckremo – voce (2007-2010, 2020-presente)
  • Dave Dalone – chitarra (2008-2013, 2017-presente)
  • Jona Tee – tastiere (2007-presente)
  • Jimmy Jay – basso (2007-presente)
  • Don Crash – batteria (2007-presente)