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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
22/09/2021
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con Ruben, Camillas
Set live, mescolanze con i più svariati artisti e personalità, passioni, ricordi e progetti, non ultimo quello della Leggenda di Zagor, un film/documentario dedicato a Mirko, scomparso da poco più di un anno. Ne parliamo con Ruben, ex chitarre, xilofono e voce dell’indimenticabile duo dei Camillas.

Ciao Ruben, mi ricordo che ho avuto la fortuna di incontrarti in una sera di fine luglio dopo un tuo live a Villa Fastiggi (Pesaro); lì ho assistito ad un set nuovo, un acustico che vede te alla voce e Elisabetta Del Ferro alla viola da gamba. Come è nata l’idea di questo live e che tipo di percorso proponete? Immagino che suonare i brani più elettronici non sia proprio fattibile, o almeno in quella veste.

Ciao! Entriamo subito in ragionamento carpiato e ti dico che tutta questa estate è stata per me un mescolarmi con altre e altri artisti, per proporre concerti, spettacoli ed ibridi magici. Penso a FILMONI con Giacomo Toni, a presentazioni del libro sui Camillas assieme a Matteo Uggeri/Sparkle in grey, Giulio dei Pau Amma, Massimiliano Loizzi, Pippo Civati, Giuseppe Genna, e poi spettacoli teatrali con Giulio Escalona, Diego Dioguardi, Serena Crocco... e poi ci sono i mirabolanti CREMA! Mescolarsi ed avere un po' il brivido della perdita del controllo ed il piacere infinito del dispendio dell'irripetibile. Elisabetta è suono strappacuore e comodo assieme, è molto bello suonare e cantare con lei, chissà se succederà ancora.

 

Ammetto, come ti raccontavo per telefono qualche tempo fa, che la storia dei Camillas l’ho scoperta solo di recente, e di questo me ne rammarico molto. Diciamo che sono uno di quelli che vi hanno visto ad Italia’s Got Talent con un amico pesarese sul divano (chi non ha un amico pesarese?) che mi diceva “oh questi sono di Pesaro, spaccano!”. Da quella esibizione poi mi è sempre rimasto un pallino che ho approfondito dopo che ho sentito il tuo live unplugged a Villa Fastiggi. Ascoltando la musica che in questi anni avete pubblicato ho notato subito (acuto osservatore, penserai) un notevole uso dell’ironia, ma mi è sembrato che fosse sempre un’ironia che nasconde dietro qualcos’altro, una visione della realtà tutta vostra. Mi potresti dire di più e soprattutto se è vero o se mi sono sognato tutto io (il che può anche essere)?

L'ironia è un oggetto strano ed uno strumento ambiguo, quindi hai capito benissimo. I Camillas non sono mai stati ironici. Non facevano battute che nascono "dal saperla lunga". Abbiamo sempre puntato a (o meglio, ci è sempre venuto di) trasportare il discorso fuori delle categorie logiche ordinarie, cioè giocare, costruire mondi e poi distruggerli rapidamente per far posto ad altro.

 

Mi viene in mente la metafora della gazzella e del leone! E invece su questo “altro” cosa mi puoi dire? Se non sono troppo indiscreto.

Altro. Ad esempio, non avere un genere musicale specifico di riferimenti. Oppure lasciare spazio e tempi per improvvisare, per interagire col pubblico o con il luogo. Significa rischiare, fare le cose "con quello che si ha”.

 

Che nella mia esperienza è il modo migliore per fare arte!

Io sono un grande fan di Bisonte, La Macchina Motivazionale, La Canzone del Pane o Il Gioco Della Palla (anche se ho sentito amici commentare “ma dice la stessa cosa per 3 minuti!”, che amarezza…) e quindi di tutto il vostro primo periodo, però ho ascoltato Discoteca Rock e devo dire che mi è piaciuto tantissimo! Sono impazzito per questo mood anni ‘80 che avete esplorato. Sembra quasi che abbiate abbandonato l’ironia più esplicita del primo periodo per adottarne una nuova: un’ironia musicale, se mi passi l’espressione, cioè si sente che vi siete proprio messi a “giocare” per così dire nel processo compositivo più che nel testo (anche se comunque non sono assenti testi incredibili). La cosa bella però è che giocando e scherzando avete mostrato tutta la vostra bravura e il vostro talento. Come siete arrivati a concepire questo disco?

Discoteca rock è immaginare canzoni per lo sfinimento di fine serata in una (appunto) discoteca dove si balla musica rock. Luoghi che non esistono più, mentre il sentirsi sfibrati (e distrutti e felici all'alba) è ancora meravigliosamente con me!

 

A me personalmente ha colpito molto tutto l’immaginario pop rock anni ‘80 che avete tirato fuori, e da batterista ho apprezzato molto quello che ho sentito!

Abbiamo parlato della vostra musica, della vostra ironia, del vostro mondo. Quello che mi piacerebbe sapere invece da te e su di te soltanto è una cosa molto personale. Da musicista quale sono mi rendo conto che si incomincia a percorrere un percorso nel mondo dell’arte solo se si ha un’esigenza, la mia è quella di raccontare attraverso il mio strumento (ed essendo la batteria e i pad elettronici capisci che non è banale) le cose, le persone e i fatti che mi hanno cambiato la vita e che continuano a farlo ogni giorno: la tua motivazione qual è, perché hai deciso di iniziare a fare musica?

Non l’ho mai deciso. L'ho sempre fatto, molto semplicemente. La musica è per me un mediatore incredibile rispetto alla realtà, ne filtra gli spigoli e le lame, permette di stabilire accordi e amicizie.

Negli anni fare musica è poi diventata la mia attività preponderante, si è strutturata e si è data limiti.

 

È passato ormai più di un anno dalla morte di Mirko e alla serata in cui ti ho conosciuto hai presentato un progetto molto ambizioso ma che mi ha colpito davvero tanto. Mi piacerebbe che ce lo raccontassi perché credo sia una cosa dal valore molto profondo. Come si fa per partecipare? Di cosa avete bisogno per realizzare questo progetto?

LA LEGGENDA DI ZAGOR è il titolo di un film/documentario dedicato a Mirko e costruito con interviste e contributi delle persone che l'hanno conosciuto (video, foto, testi, etc.) ed hanno condiviso con lui momenti di vita. Sono stato coinvolto nel progetto da 3 persone che hanno intrecciato tante volte la loro strada con quella dei Camillas: Enrico Zampa, Filippo Biagianti e Marco Roscetti. Il loro approccio è onesto ed appassionato e quindi perfetto.

A che punto siamo? Stiamo raccogliendo fondi per completare le interviste (occorre gironzolare in Italia e Svizzera per ritrovare i cuori e le parole!) e per la produzione finale del prodotto, che vorremmo circolasse per festival e posti belli.

Per supportarlo andate su PRODUZIONI DAL BASSO, cercate LA LEGGENDA DI ZAGOR: scegliete quello che volete donare e la ricompensa. Cose meravigliose!

 

Grazie mille per la chiacchierata! Vado subito a donare il mio contributo! Il link?

https://www.produzionidalbasso.com/project/la-leggenda-di-zagor/