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MAKING MOVIESAL CINEMA
Dunkirk
Christopher Nolan
2017  (Warner Bros. Pictures)
GUERRA
7,5/10
all MAKING MOVIES
01/10/2017
Christopher Nolan
Dunkirk
Tensione, occhio, tempi di narrazione, tutto funziona: manca forse il cuore, o la scintilla che permette ad un film di diventare "il film", ma non per questo bisogna avere paura di riconoscere la portata di un lavoro senza dubbio impressionante
di Gianmarco Zanre'

Non è stato facile approcciare Dunkirk, ultima fatica di Christopher Nolan, illusionista del Cinema, uno dei volti più interessanti della generazione successiva a quella di Tarantino, uno dei registi più celebrati degli ultimi vent'anni.
Personalmente, ricordo benissimo la prima visione di Memento, il recupero dei suoi lavori precedenti e poi l'escalation che portò al successo planetario, passando dal mio personale favorito The prestige fino alla trilogia dei Batman, o allo splendido Inception: il buon Chris è ormai considerato una garanzia, uno di quelli che il pubblico - non importa se di nicchia o mainstream - attende al varco, pronto a criticare per tutto ed il contrario di tutto, punti di vista permettendo.
Non è stato facile, approcciare Dunkirk, perchè nel frattempo, dalla sua uscita, avevo sentito e letto qualsiasi cosa immaginabile: da chi lo ha considerato un Capolavoro a chi l'ha detestato per la sua freddezza, con tutte le sfumature del caso nel mezzo.
Nel corso della visione, personalmente mi sono stupito della scelta operata dal regista, lontana dai suoi canoni e dai generi cui è più avvezzo, ho finito per sorridere all'idea di tutti i presunti radical che hanno deciso di esaltarlo senza considerare che si tratti di una versione british di Salvate il soldato Ryan, tecnica sopraffina e furberie comprese, mi sono emozionato all'idea di tutti quei pescatori e non solo inglesi a bordo delle loro imbarcazioni pronti a fare rotta verso la Francia per salvare quelli che avrebbero potuto essere loro figli, ho ricordato che mio nonno materno, lo stesso che mi trasmise la passione per i Western e che ancora oggi ricordo per tutto il Tempo che mi dedicò sopravvisse ad un naufragio nel corso della Seconda Guerra Mondiale, prima di combattere parte della Campagna d'Africa ed avere la fortuna, per certi versi, di passare più di due anni prigioniero degli inglesi, scampando in quel modo probabilmente alla morte.
Dunkirk, senza dubbio, è grande Cinema, di quello che soltanto i registi di talento possono permettersi di portare sullo schermo.
Ma attenzione: non parliamo, comunque, di un grande film.
E non parlo di uno di quelli destinati a fare la Storia della settima arte, ma anche solo a pensare di poter insidiare quelli che, ad oggi, sono i miei personali favoriti dell'anno.
Occorre dare a Dunkirk quello che è di Dunkirk, e a Nolan quello che è di Nolan.
Personalmente, adoro i registi che percorrono più strade, senza fossilizzarsi su un genere o quantomeno cercando di adattare il loro carattere, la voglia di raccontare, a vicende differenti e lontane tra loro: Nolan ha scommesso forte su questo film, e senza dubbio, anche fosse solo dal punto di vista tecnico, ha vinto la sua partita a mani basse.
Tensione, occhio, tempi di narrazione, tutto funziona: manca forse il cuore, o la scintilla che permette ad un film di diventare "il film", ma non per questo bisogna avere paura di riconoscere la portata di un lavoro senza dubbio impressionante, nonostante lo stesso finisca per essere destinato a quel novero di pellicole che, seppur splendide quantomeno per l'occhio, finiremo per non rivedere così facilmente.
Dunkirk non è La sottile linea rossa, o Apocalypse Now, o Full Metal Jacket, ma in tutta onestà, credo non voglia neppure esserlo.
E' semplicemente una storia, qualcosa di molto concreto, fisico, reale, che un illusionista ha voluto raccontare mantenendo come unico trucco la sua abilità con il mezzo di narrazione.
Non sarà quello che ci aspettavamo.
Non sarà come essere ingannati, e provare quel brivido che solo l'illusione può dare.
Ma del resto, è un film di guerra.
E la guerra è una delle cose più dannatamente reali che esistano.
In mezzo a qualcosa di così terribile e che noi - Nolan compreso - possiamo solo immaginare, e per fortuna, l'unica cosa che resta, probabilmente, è aggrapparsi a qualcosa che ci possa portare in salvo.
Può essere il Destino, può essere un miracolo, può essere la tecnica, può essere la voglia di arrivare in fondo.
Dunkirk ha dentro tutto questo.
Forse non sarà sopravvissuto, ma senza dubbio, ha messo tutto quello che poteva.