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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
01/12/2017
Edwards Hand
Edwards Hand
Tre dischi pubblicati tra il 1969 e il 1971 e poi più niente. Se però ci limitassimo a questi sterili dati faremmo un torto ad una band inglese che nel suo piccolo contribuì alla costruzione di quello che nella generazione IPod viene chiamato "baroque pop".

Tre dischi pubblicati tra il 1969 e il 1971 e poi più niente. Se però ci limitassimo a questi sterili dati faremmo un torto ad una band inglese che nel suo piccolo contribuì alla costruzione di quello che nella generazione IPod viene chiamato "baroque pop".

Gli Edwards Hand, band nata dalle ceneri dei Piccadilly Lane (gruppo con all'attivo un solo disco, The Huge World of Emily Small, pubblicato nel 1968) era formata da due musicisti inglesi, Rod Edwards e Roger Hand, che vanno ricordati anche per essere stati la prima band prodotta da George Martin dopo lo scioglimento di The Beatles, collaborando con loro già durante le pause della registrazione del “White Album”.

Il loro primo omonimo album è una mirabile raccolta di canzoni pop (undici brani tutti scritti dal duo, ad eccezione di "If I Thought You'd Ever Change Your Mind" per mano di Joe Cameron) dove è marcata la produzione di Martin: orchestrazioni e sonorità pastorali senza mai scadere nel kitsch, psichedelia "leggera" in equilibrio tra folk e reminiscenze byrdsiane nel singolo che ne fu estratto, "Close My Eyes", e che fanno ricordare almeno un'altra band che fece del pop uno stato dell'anima prima che delle classifiche, i Nirvana (non quelli di Seattle, specifichiamo).

Un lavoro che aveva tutto per sfondare ma che ebbe la sfortuna di essere pubblicato da un'etichetta americana, la Grt, che non aveva né i mezzi né i soldi per promuoverlo, infatti andrà in bancarotta da lì a poco. In pochi si accorsero allora degli Edwards Hand, e sarebbe stato un peccato davvero se il disco in questione fosse restato appannaggio di quei pochi possessori del vinile; fortunatamente ci hanno pensato gli inglesi della Lightning Tree Records a ristamparlo nel 2006, con l'aggiunta di quattro brani inediti registrati con solo voce e chitarra.

Quale migliore occasione quindi per gustarsi un po' di sana musica pop?