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REVIEWSLE RECENSIONI
10/03/2021
Ex:Re
Ex:Re With 12 Ensemble
A più di un anno di distanza dalla sua ultima apparizione pubblica, arrivano due notizie importanti: la prima è che i Daughter non si sono sciolti come alcuni paventavano ma sono al lavoro per un nuovo disco (il terzo, se si escludono Ep e colonne sonore) che uscirà a fine 2021. La seconda è una nuova versione, riarrangiata e ripensata, del debut album di Ex:Re, il progetto parallelo della cantante e polistrumentista anglosassone, che per il sottoscritto aveva rappresentato una delle più belle sorprese del 2018.

Era da un po’ che non si sentiva parlare di Elena Tonra e forse con qualche amico recentemente ce lo siamo anche chiesti, dove diavolo fosse finita. In effetti si tratta di una delle poche artiste di un certo livello a non avere condiviso nulla durante questo anno di pandemia: non una canzone inedita, non un live streaming, non una “lockdown session” come tante se ne vedono in questo periodo (ovviamente parlo di musica, non vado molto spesso a curiosare sui canali Instagram della gente).

A più di un anno di distanza dalla sua ultima apparizione pubblica, arrivano due notizie importanti: la prima è che i Daughter non si sono sciolti come alcuni paventavano ma sono al lavoro per un nuovo disco (il terzo, se si escludono Ep e colonne sonore) che uscirà a fine 2021. La seconda è una nuova versione, riarrangiata e ripensata, del debut album di Ex:Re, il progetto parallelo della cantante e polistrumentista anglosassone, che per il sottoscritto aveva rappresentato una delle più belle sorprese del 2018.

La storia, in breve, è questa: a Josephine Stephenson, compositrice classica dal curriculum importante, con lavori realizzati, tra gli altri, per BBC, Radio France, London Sinfonietta e Aurora Recordings, viene chiesto di curare uno spettacolo all’interno del “Venus Unwrapped”, un festival che si è tenuto nel novembre 2019 al King’s College di Londra, quartiere King’s Cross.

La Stephenson aveva già lavorato con Elena, accompagnandola al violoncello e al piano per tutto il tour di Ex:Re (l’avevamo ammirata anche a Milano, in una sera di un luglio che pare appartenere ad un’altra vita) per cui è stato abbastanza naturale per lei proporre l’esecuzione live di quel disco, ma accompagnato per l’occasione dai 12 Ensemble, vale a dire una delle migliori formazioni d’archi al momento in circolazione.

Il risultato è “Ex:Re with 12 Ensemble”, semplicemente i dieci pezzi dell’album, in rigoroso ordine di scaletta, opportunamente riarrangiati in chiave cameristica. Niente più elettronica, dunque, un elemento che nelle versioni originali era stata utilizzata con decisione, ma la massiccia presenza degli archi ad accompagnare la voce e la chitarra della Tonra, con la Stephenson al piano in alcuni momenti chiave.

Il disco documenta quella serata (in realtà furono suonati due set, uno alla sette e l’altro alle nove, può darsi che la scaletta sia stata compilata con un mix delle due), tranne “All I Wanted”, il brano dei Daughter suonato come unico bis) ed è costruito come se fosse un concerto di musica classica: silenzio tra un “movimento” e l’altro, applausi rigorosamente solo alla fine.

Inutile dire che il livello è altissimo e che sotto la sapiente mano di Stephen Stephenson i brani acquistano vita nuova, senza troppo stemperare il loro mood intimista e a tratti scuro ma arricchendosi di nuovi colori e svelando lati che prima erano nascosti.

Il dato più importante è che al centro non c’è più la voce di Elena, sempre magnetica nella sua interpretazione, ma i componenti del 12 Ensemble, che lungi dal limitarsi a svolgere il ruolo di semplici elementi decorativi, salgono in cattedra e ridisegnano l’essenza dei singoli episodi.

Accade così che in “Crushing” incalzino nel finale, salendo come una marea; oppure, nell’iniziale “Where The Time Went”, riempiano inizialmente gli spazi lasciati liberi dalla chitarra, ma poi seguano anche percorsi diversi e più personali; in “New York” invece sono da soli, con la voce che si appoggia interamente su di essi mentre, col prosieguo del brano, si allargano in direzioni diverse.

“Romance”, che della versione originale costituiva a mio parere l’episodio più efficace, perde un po’ il suo feeling notturno ma guadagna in profondità, con gli archi che qui fanno soprattutto da tappeto, per una grande interpretazione vocale.

In “The Dazzler” invece avvolgono completamente la canzone, dialogando sommessamente con basso e pianoforte. “Too Sad” è più tradizionale: ballata pianistica con accompagnamento sinfonico che sale in modo graduale. E “My Heart” appare trattenuta com’era all’inizio, sorta di confessione sussurrata che costituisce il modo migliore per chiudere e che, adesso che è passato tanto tempo e che le ferite amorose che hanno dato origine alla scrittura del disco si dovrebbero essere rimarginate, può essere cantata in maniera più distaccata ma con una maggiore consapevolezza di cosa voglia dire rivolgersi al proprio cuore.

Registrato da Fabian Prynn, che della prima versione era stato produttore ed aveva partecipato al tour in qualità di batterista, “Ex:Re with 12 Ensemble” è di per sé un’uscita non imprescindibile e destinata soprattutto ai fan più affezionati. Detto questo, se siete tra quelli che avete apprezzato queste canzoni ai tempi, avrete adesso la possibilità di osservarle sotto un’altra luce e di arricchire dunque l’esperienza di ascolto.

Poi va da sé che le cose importanti sono altre: nuovo album dei Daughter e, perché no, secondo capitolo del progetto Ex:Re, se proprio vorremo farci spezzare il cuore un’altra volta.


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