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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
22/01/2021
The Stooges
Il tappeto di Fun House
La rilevanza del tappeto, multicolore e dall’aspetto magico, mi si manifestò assistendo alla proiezione del documentario di Danny Fields, Danny Says, a Londra nel 2016.

La rilevanza del tappeto, multicolore e dall’aspetto magico, mi si manifestò assistendo alla proiezione del documentario di Danny Fields ([1]), Danny Says, a Londra nel 2016.

Quel tappeto in realtà era parte dell’arredamento degli studi di registrazione in house (nessun gioco di parole) losangeleni della “etichetta” de The Stooges, e da esso il quartetto è quasi fagocitato in quella foto sghemba e piena di rosso (pur se non satura) che non guadagnò la copertina di fun house e in quell’altra immagine, più convenzionale, della stessa sessione fi posa.

Il vello del tappeto assorbe parete del suono, non è un segreto.

Con tassonomica precisione, Jean- Charles Desgroux ([2]) ricorda che tre sono gli album di studio de The Stooges, altrettanti quelli accreditati a Iggy & The Stooges ([3]).

I massimi puristi peraltro discettano sulla prevalenza dell’esordio eponimo oppure su quella del suo seguito ([4]) come capolavoro ultimo della formazione originale; comunque sia, non mi pare si discuta molto del tappeto.

fun house o Fun House? La questione non è eristica come potrebbe sembrare ([5]): il primo deriva dalla seconda, cioè “a large wood-framed farmhouse at 2666 Packard, some way out of Ann Arbour toward Ypsilanti which had been spotted by Anne Asheton” ([6]) ([7]).

Mi accorgo ora che l’album de The Stooges di cui al tappeto in questo 2020 compie mezzo secolo.

Immagine dell'imballaggio esterno: copia (n. 854/3000) della prima edizione de
1970 the Cmplete fun house Sesions
- collezione privata

La foto sghemba

ANTE SCRIPTUM

A ieri, il post era questo.

Il tappeto di Funhouse è il titolo di questo post, il cui contenuto è dedicato a The Stooges (e Iggy Pop).

Siccome sono molti mesi che dovrei cominciare a scriverlo, ma non ci riesco, al momento questo è, anche per tutelarne il titolo secondo la normativa sul diritto d’autore e anche come segno distintivo in generale.

Posso farvi solo una promessa: nel post non mi occuperò di Iggy Pop solista.

E ovviamente chi sa cosa sia Funhouse, sa perché parlo di un tappeto.

 

[1] Banalizzando, la mente artistica di Elektra Records e una figura cruciale anche sulla Costa Est USA almeno sino ai Ramones compresi.

https://en.wikipedia.org/wiki/Danny_Fields.

[2] Nel volume Iggy Pop – Shake Appeal, Francia, Le Mot et le reste, 2017, p. 485.

[3] O “and the”?.

[4] Che comunque smenrtisce la regola per cui il secondo album è sempre “difficile”.

[5] Caveat: esiste una title track, evidentemente “Fun House”.

E perché non Funhouse o funhouse?

[6] Paul TRYNKA, open up and bleed, London, Sphere, 2008, p. 78.

Cito dall’edizione tascabile siccome è quella da me annotate (il titolo è in lettere iniziali minuscole in originale).

[7] La madre degli Stooges originali Ron e Scott.

Cfr., ad abundantiam: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2013/10/oreste-del-buono-senza-dimenticare.html

 

 

 


TAGS: funhouse | loudd | StefanoGalli | TheStooges