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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
25/06/2021
Tener-a-Mente
Intervista con Viola Costa
Il Tener-a-mente, la rassegna estiva che si svolge nella suggestiva cornice dell’anfiteatro del Vittoriale, a Gardone di Riviera, è uno degli appuntamenti musicali più importanti della penisola. La location, in quello stesso teatro a cielo aperto con vista sul lago di Garda, voluto a suo tempo da Gabriele D’Annunzio per i suoi spettacoli teatrali e coreutici, è una delle venue più affascinanti della penisola. Abbiamo parlato di questo e d’altro con la sempre disponibile Viola Costa, direttore artistico della rassegna, che, raggiunta al telefono, ha fatto un po’ il punto sullo stato dei lavori, nell’imminenza della riapertura.

Il Tener-a-mente, la rassegna estiva che si svolge nella suggestiva cornice dell’anfiteatro del Vittoriale, a Gardone di Riviera, è uno degli appuntamenti musicali più importanti della penisola. La location, in quello stesso teatro a cielo aperto con vista sul lago di Garda, voluto a suo tempo da Gabriele D’Annunzio per i suoi spettacoli teatrali e coreutici, è una delle venue più affascinanti della penisola: ci sono stato parecchie volte e mi è capitato a più riprese di vedere gli stessi artisti stupiti dalla bellezza nella quale erano immersi (alcuni di loro, l’ho saputo da fonti autorevoli, in passato hanno accettato addirittura di ridimensionare il loro cachet, pur di avere la soddisfazione di esibirsi in un luogo simile).

Nel 2020, come tutti gli eventi musicali e artistici del mondo, il Tener-a-mente non c’è stato. Quest’anno, per fortuna, lo avremo di nuovo: non ci saranno artisti stranieri (fanno eccezione Robben Ford & Bill Evans, che suoneranno il 4 luglio e Patti Smith, l’11 luglio) ma il cartellone è comunque particolarmente interessante, con nomi ultra consolidati come Vinicio Capossela (26 giugno), Francesco De Gregori (10 luglio), Niccolò Fabi (18 luglio), Antonello Venditti (19 e 20 luglio) ed una inedita apertura alla scena contemporanea, vista la presenza dei Coma_Cose (27 giugno), di Frah Quintale (8 luglio) e di Dardust (16 luglio), oltre ad un act storico della scena “alternativa” come gli Zen Circus (15 luglio).

Un menu mica male, nell’attesa che torni tutto alla normalità e si recuperino quei concerti che sono stati nuovamente rinviati (su tutti, Beck e Michael Kiwanuka).

Abbiamo parlato di questo e d’altro con la sempre disponibile Viola Costa, direttore artistico della rassegna, che, raggiunta al telefono, ha fatto un po’ il punto sullo stato dei lavori, nell’imminenza della riapertura.

Partiamo dall’inizio: come avete vissuto quest’anno e mezzo di stop?

È una risposta complessa perché nella percezione emotiva questo anno e mezzo equivale ad un’eternità. Nella prima parte dello scorso anno, fino alla cancellazione del festival, la priorità per noi è stata l’emergenza sanitaria, tutto il resto è passato in secondo piano. Abbiamo cercato di rimetterci totalmente alle priorità del paese, non c’è stato margine per possibili recriminazioni e per tutto ciò che non fosse il mettersi a disposizione per quello che c’era bisogno.

Chiaro che poi ci stavamo preparando alla decima edizione, era un compleanno molto importante e c’era stata una continuità tale che certo non lasciava presagire uno stop così lungo. Quindi è ovvio che la delusione sia stata enorme. Avevamo già annunciato diversi artisti, c’erano almeno sei, sette nomi internazionali tra cui

Beck, con cui lavoriamo da quando siamo noi ad occuparci del Vittoriale. Inizialmente era stato spostato al 2021 e ti dirò sinceramente che fino all’inizio di quest’anno pensavamo che ce l’avremmo fatta, poi sono stati gli stessi artisti che hanno pensato di rinviare al 2022, a causa anche delle limitazioni che era evidente ci sarebbero state. Herbie Hancock purtroppo non ha rischedulato: nel 2020 avrebbe festeggiato gli 80 anni e capisco che ora non voglia ipotecare un intero anno della sua vita. Tutti gli altri invece hanno spostato nel 2022, anche se purtroppo Beck ha ridimensionato il suo tour italiano, ha potuto recuperare solo la nostra, delle tre date in programma. È un po’ il nostro artista del cuore, quindi siamo felicissimi che ce l’abbia fatta, finalmente lo vedremo in Italia dopo circa vent’anni di assenza; oltretutto i biglietti sono già praticamente esauriti…

Ecco, direi che il pubblico ha avuto una grande parte in tutta questa storia…

Ha avuto la pazienza di aspettare: abbiamo ricevuto pochissime richieste di rimborso e tantissime attestazioni di stima e affetto, tanti auspici che si possa presto tornare alla normalità. Non è mancata neppure l’ironia: alcuni, alla notizia dell’ennesima cancellazione, hanno commentato: “Nessun problema, vado a rimettere il biglietto in naftalina, lo ritirerò fuori l’anno prossimo (ride NDA)!”. Capisco la loro attesa, anche perché normalmente questi artisti non vengono in Italia tanto spesso. Siamo comunque contenti, quest’anno, di avere salvato il festival…

Portando il cartellone ad una dimensione quasi del tutto nazionale…

Era evidente, per questioni logistiche. Sarà comunque una grande festa, italiana soprattutto, ma ci saranno lo stesso artisti internazionali di cui siamo molto orgogliosi.

Non vi sentite lo stesso un po’ limitati? Come la vedete, questa edizione? Un momento di passaggio oppure non ha nulla da invidiare alle altre?

È comunque un cartellone che ci rappresenta. Come sai, cerchiamo sempre di scegliere artisti che abbiano un’identità ben definita ed una cifra espressiva molto chiara, artisti che abbiano qualcosa da dire e che non producano mero intrattenimento, senza nulla togliere a questi ultimi, ovviamente. La scelta negli anni passati cadeva spesso su ospiti internazionali perché l’offerta in generale è molta, non certo perché in Italia non esistano artisti validi. Ritengo che il cartellone di quest’anno ci rappresenti lo stesso: mancano tanti ospiti internazionali, è vero, ma c’è stata tutta un’apertura alla musica Indie, con sei concerti realizzati in collaborazione con Latteria Molloy…

In effetti questo è un dato interessante: in passato certi nomi, a parte Ghemon, non erano mai passati…

Ci consente innanzitutto di ampliare il nostro pubblico: il più atteso di questi concerti è senza dubbio quello di Frah Quintale, che è già andato esaurito (anche se ovviamente bisogna precisare che con il contingentamento adesso arriviamo a 750 posti). Parlo di ampliamento del pubblico perché in concerti del genere ci aspettiamo la fascia dai 20 ai 30 anni, che normalmente è quella che segue questi artisti. Giovanissimi non credo ce ne saranno perché Gardone è piuttosto difficile da raggiungere con i mezzi, per cui avremo un pubblico che spazierà dai ventenni che verranno a sentire Frah Quintale, fino ai sessantenni che presumibilmente ci saranno per De Gregori, Venditti, Gianna Nannini… che poi sono evergreen, sono loro stessi artisti che hanno un pubblico trasversale.

A livello geografico, da dove vi aspettate la gente quest’anno?

Potenzialmente da tutta la Lombardia, poi tieni conto che Frah è di Brescia, gioca in casa e in generale con così pochi posti è molto difficile che la gente che gravita fuori dai nostri canali abituali sia venuta a sapere dei concerti: molti di essi infatti sono andati esauriti in una settimana. Però è anche vero che il nostro sito non è frequentato da un pubblico locale, anche se il grosso del pubblico di solito viene dall’area milanese.

Le misure di sicurezza saranno le solite che ci sono ovunque, immagino…

Saremo ligi ai protocolli, così come verranno di volta in volta imposti. Al momento vige la regola del 50% della capienza, quindi siamo fermi a 750 posti. In passato, come sai, abbiamo venduto anche posti in piedi quindi abbiamo organizzato senza problemi anche concerti con duemila persone. È chiaro che quest’anno sarà diverso. Abbiamo destinato settori per persone che hanno necessità di sedere da sole ed altre per quelle persone, per esempio congiunti, che potranno sedersi vicine. In questo momento vige l’obbligo di mascherina quindi sicuramente nei primi due appuntamenti andrà tenuta, poi vedremo che cosa verrà deciso riguardo agli spettacoli, non è detto che si consenta di toglierla immediatamente dal 28 giugno, oppure magari si consentirà di toglierla una volta seduti ai propri posti, vedremo. Ci tengo comunque a precisare che non è richiesto né il tampone negativo né il certificato vaccinale: questi due tipi di certificazioni servono solo per quegli eventi che eccedono le normative vigenti, su questo la stampa purtroppo non ci sta dando una mano, sta pubblicando tante notizie non vere.

Ho ripreso da qualche settimana a frequentare i concerti e devo dire che, nonostante tutta la scomodità dell’essere seduti e delle mascherine, è una sensazione impagabile…

Sarà meraviglioso. Abbiamo tutti una voglia ed un entusiasmo incredibile: io personalmente sento di aver ritrovato l’energia di dieci anni fa, non mi sentivo così carica da quando ho iniziato! Ma anche il pubblico è così: è bastato dire che il Festival ci sarebbe stato, che siamo stati sommersi da un affetto, da un entusiasmo, da una solidarietà da parte del pubblico, che è stato davvero il tratto più emozionante di questa ripresa. Ancora non siamo andati in scena, ma ci siamo emozionati tanto. È chiaro che c’è voglia ma è una voglia rispettosa: non di trasgredire ma semplicemente di tornare a quell’emozione corale che è lo spettacolo dal vivo.

È una dimensione essenziale della nostra vita ed è mancata tanto…

È mancata a tutti, anche agli artisti, e se non fosse stato così non si sarebbero adeguati alle condizioni più restrittive, anche economiche. Anche le maestranze sono state importanti: noi abbiamo un comparto audio luci che ci segue dall’inizio del festival e che quest’anno ha accettato di venire ad un compenso minore, proprio perché c’era la necessità di far lavorare i loro dipendenti, fermi da due anni, tutte quelle figure senza volto di cui finalmente in questi ultimi tempi si è iniziato a parlare. Si sono preoccupati, nel nostro caso, di coprire i costi delle persone e hanno accettato di portare a casa guadagni minori rispetto a prima perché l’importante era ripartire.

Il Tener-a-mente ha sempre avuto un rapporto molto importante con le istituzioni. Immagino che vi abbiano supportato anche quest’anno…

Soprattutto quest’anno, direi. Il comune di Gardone ci ha sempre dato un contributo anche in passato ma quest’anno ha letteralmente salvato il festival. All’inizio infatti il limite di capienza avrebbe dovuto essere di mille spettatori, quest’estate, paradossalmente, pur essendoci i vaccini, il governo ha introdotto un limite più restrittivo per cui avendo dovuto ridurre a 750 posti, non saremmo più rientrati nei costi. Nel giro di 24 ore però il sindaco di Gardone Andrea Cipani e il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri hanno fatto in modo di attivare un contributo economico più importante. Tutti quindi hanno fatto la loro parte e questo mi fa dire che davvero c’è davvero la voglia di ripartire!

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