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REVIEWSLE RECENSIONI
La Verità
Alex Ricci
2021  (Cosmica, Freecom Music )
INDIE ROCK AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS ROCK ITALIANA POP
8/10
all REVIEWS
03/02/2022
Alex Ricci
La Verità
Sono passati otto anni dal sorprendente esordio Gonna Rossa e finalmente Alex Ricci è tornato. Undici gioiellini scritti in piena ispirazione, per un album speciale in cui le radici blues dell’autore si intersecano con la passione per il folk rock abbracciando sonorità moderne. Un groviglio riuscito, con una manciata di ospiti azzeccatissimi, ecco “La Verità”.

"L'unica cosa migliore del cantare... è cantare di più!”

(Ella Fitzgerald)

 

Lo stato di Flow, definito anche “stato di grazia”, è uno stato psicofisico particolare in cui l’individuo è totalmente immerso in ciò che fa, al punto di perdere i riferimenti temporali, avere percezioni migliori ed eccezionali. Alex Ricci lo ha sicuramente vissuto spesso durante la stesura della sua ultima fatica nello studio IdeaSonica, dove ha dato tutto se stesso. La Verità, pubblicato a Dicembre 2021, ma concepito in gran parte poco prima della pandemia, è un disco maturo, di solido cantautorato folk pop che ha come matrice il suo background di formidabile chitarrista rock blues. 

Suonare l’amata Gibson e quindi cantare, cantare a più non posso, in giardino a un passo dal mare nell’ormai sua Giulianova, dove vive da una dozzina d’anni, lui che è nato a Roma, ma è stato subito ad Atri di stanza. Sono scaturite così alcune delle canzoni dell’album, lavoro molto autobiografico e solare, che fa riflettere sulla bellezza, ma soprattutto sull’importanza dei ricordi di infanzia e gioventù, e in tal modo offre spunti per cercare di preoccuparsi un po’ meno per il futuro, attaccandosi alle certezze  e i valori del passato, visti al pari di cardini per costruire un solido presente, in cui l’amore per la famiglia e la natura sono il fulcro dell’esistenza.

La Verità risulta dunque profondo e similarmente immediato, per merito di una tracklist variegata, che alterna brani ritmati e orecchiabili con testi piacevolmente  diretti, ad altri più intimi e malinconici, laddove affiorano le radici dell’artista. “Riflessione e poetica sono importanti, ma un momento di leggerezza fa bene all’animo”, per dirla usando proprio le parole di Ricci e in effetti l’atmosfera non diviene mai pesante ed è a tratti, lo scopriremo tra poco, sospesa, in bilico tra il reale e l’onirico, con le memorie dei bei tempi andati a fare da ponte.

Le prime tre tracce, anche nella diversità di generi e temi, sembrano un corpo solo, sono molto moderne, con un sound evoluto, la modalità migliore per mettere a proprio agio l’ascoltatore: l’allegria e spensieratezza di "Portami Via", attraversata dal tocco di Fabrizio Ginoble all’Hammond, la grinta della pur struggente "La Neve" e il sorprendente auto-tune della romantica "Ogni Volta", quest’ultima impreziosita dal mix di Simone Bertolotti, fungono da spartiacque rispetto alla precedente opera del 2013. La ridente casetta costruita da Alex in "Gonna Rossa" si è trasformata, grazie alle sue salde fondamenta rock blues, nel grande palazzo in "La Verità", un mirabolante edificio dall’impalcatura indie rock, sorretto da sonorità folk pop ben attualizzate dall’”architetto” Raffaele Littorio, in arte Rufio, la cui produzione è stata un valore aggiunto e il giusto compromesso per rendere tutto più frizzante e contemporaneo.

"La Neve" in particolare colpisce al cuore perché ripercorre il dolore che ha vissuto chi ha perso Il proprio compagno nella tragedia di Rigopiano, cinque anni orsono, e lo fa con una delicatezza e un rispetto unici. “Comincia qui la storia che fa di noi una lacrima, fa di noi una metà” canta Ricci nella straziante strofa iniziale, mentre un magma di chitarre con attitudini post punk pervade la canzone fino a sfociare nel ritornello che cerca di essere rigonfio di speranza “Per sentire ancora il tuo respiro io sarò una goccia in mezzo al mare, per vedere ancora il tuo sorriso venderò il mio sogno migliore”. Pare molto azzeccata la scelta del ritmo uptempo a stemperare la tristezza dell’argomento, anche questo a significare la possibilità di sopravvivere a simili disgrazie, “Questa notte se ne va, neve al sole sembrerà”.

La varietà è uno dei pregi di questo progetto e l’incessante incedere dei mandolini caratterizza fortemente "Il Gigante", affascinante dichiarazione d’amore per la propria terra, sintetizzata in un ricordo di gioventù. Il bravissimo Luca Mongia è ospite alla lap steel e ai cori di questa canzone dalle forti tinte folk, con echi di Mumford & Sons che non riescono, però, a scardinare l’originalità della trama. Piace vedere un musicista così attaccato ai propri luoghi dell’anima, che hanno caratterizzato il suo esser bambino, e in seguito adolescente, con le inquietudini di quell’età levigate dall’incanto della natura, da quella meravigliosa distesa azzurra in cui tuffarsi, fino alla magnificenza delle montagne imbiancate a solo mezzora d’auto. Un autore copiosamente legato alle sue zone, ma che vanta le più disparate esperienze che lo hanno portato su palchi prestigiosi in America, da Los Angeles a New York, passando per Miami, e ad esibirsi davanti a centinaia di migliaia di persone in occasione del concerto del primo maggio 2008.

La nostalgia di casa e di un amore che rischiava di non essere più corrisposto pervade invece "Stanotte Ritorno Da Te", uno dei pezzi maggiormente rock blues della raccolta, dal riff tenace e, ancora una volta, dalla forte componente autobiografica. Alex Ricci ha vissuto parecchi mesi a Londra, tra il 2006 e il 2007, frequentando monumenti delle sette note come Phil Hughes e Otis Grant, ma il desiderio di tornare dove tutto è partito ha prevalso.                                                       Tale composizione è, parole del cantautore, la “sorellina” del singolo "Quello Che Voglio", sicuramente il manifesto che meglio rappresenta il suo universo musicale. Difficilmente le sei corde del ragazzo abruzzese strabordano, ma sono immanenti in ogni brano, quasi stratificate, spremute e concentrate. Alcuni episodi, però, le riportano al centro, ne diventa esempio questo commovente blues moderno in cui le melodie e i brevi “solo” creati dalla chitarra lacrimano, piangenti, e Clapton, John Mayer e Doyle Bramhall II fanno capolino.

Citare alcune influenze può essere utile per inquadrare meglio il personaggio e una di queste, che riguarda il cantato, è Neffa e, guarda caso, si nota maggiormente proprio in "Cambierà", traccia con il medesimo titolo di un successo del “rapper” campano. L’effervescente Carmine Tundo del duo La Municipàl figura come ospite indovinato in un motivo solare, dove si ode con piacere Valerio Pompei, in arte Skinny Boy, il quale partecipa pure ad altri parti del disco e che, se si volesse trovare un difetto, piacerebbe ascoltare insieme all’altro batterista Gianmarco Serra in tutta l’opera, al posto della programmazione elettronica.

Pazienza e cura per i dettagli giocano un ruolo chiave nel conferire a "Su Un’Isola" il perfetto equilibrio tra un andamento festoso, contornato da un amabile mandolino, e le liriche scanzonate, che reclamano, una volta tanto, la voglia di un poco di solitudine per schiarirsi le idee.

Il finale di La Verità è carico di special guests. La band di una vita per Alex, per cui è tuttora chitarrista, gli Après La Classe, offre il suo meglio nel reggae di stampo west coast "Non Mi Basteranno Mai". Sonorità californiane vengono  infarcite di vitalità salentina da Puccia e compagni e la sorpresa è ascoltare, fra le pulsanti linee di basso di Combass, il simil rap di Corey Harris, uno dei maestri del blues tradizionale, presente in un fenomenale cameo come vocalist.    

Di diverso tenore la title track, dimostrazione della versatilità riversata nell’LP. La tromba delicata di Gabriele Blandini accende l’emozione per un’altra rievocazione di scampoli di dolce vita vissuta parecchi anni fa, quando da bambini tutto aveva più gusto, “Ma la verità è nascosta ancora lì, ma la verità è che eravamo liberi”. Una libertà decaduta crescendo, soggiogati da una società cinica e da un pensiero unico che spesso spingono al disincanto, sovrastando i sogni e contribuendo a far perdere l’innocenza. Rimangono le passioni, “Biciclette rotte che smontavo di notte”, e la memoria di un periodo gioioso “Quando si cadeva senza avere paura”, che deve essere stimolo a trovare la propria Verità anche da grande. Il featuring di Erica Mou fa volare alle stelle l’emozione, la sua voce è da pelle d’oca e ben si amalgama a quella di Alex. Molto toccante la compagna Cristina Cartone ai cori, anche qui sopraggiungono brividi. La famiglia è stato il naturale appoggio nei momenti difficili e l’intero lavoro è dedicato proprio a lei e alla figlia Alice, che, tra l’altro, compare nella breve ghost track, dolce ripresa della melodia di La Verità.

La nuova avventura di Ricci potrebbe terminar così, ma si è palesata all’autore l’intuizione geniale di aggiungere un pezzo concepito in precedenza, che fungesse da perfetta conclusione.

“Mi piace molto mischiare suoni elettronici a quelli acustici, trovo dia molto carattere. Adoro la contrapposizione, come ad esempio cantare una canzone un po’ triste quando c’è il sole…”

La scelta è azzeccata: “Cronaca di un risveglio molto particolare” potrebbe essere il sottotitolo dell’ermetica "Bruciava Il Tetto". Alex decide di inserirla nel disco registrando una lunga introduzione, in modo da staccarsi con quanto ascoltato finora e prepararsi a qualcosa di diverso. In tale incipit si odono dei passi in un bosco e il fischio di un treno in lontananza, prima della descrizione, ora corredata da musica, di una serie di immagini dai risvolti onirici, con l’ambientazione che potrebbe essere in bilico tra l’America e la sua terra. Le sonorità sono ambiziose, vivono un vigoroso contrasto tra un florilegio di chitarre acustiche - spicca un banjo tradizionale - e un grappolo di componenti elettroniche sapientemente dosate dalla produzione dei 2moellers e dal mix di Francesco Coletti. Rocco Ferri è l’ultima sorpresa dell’album e offre un contributo vocale notevole a un testo che utilizza una metafora incisiva per mostrare quanta passione arda in un complesso che suona.

Ora manca l’ultimo tassello per La Verità. Nessun legame artistico è più forte di quello che nutre un musicista e il pubblico durante un’apparizione live. Vi sono già state alcune date di presentazione dell’album e il 2022 ne porterà parecchie altre. Alex Ricci dal vivo non interpreta mai una canzone nella stessa maniera e avrà quindi la possibilità di arrangiare ed espandere le undici tracce della raccolta per creare uno show che evidenzierà la profondità della sua anima, un’anima blues.