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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
15/04/2020
Eternal Delyria
Le interviste di Loudd
"Paradox Of The Mechanical Angel" ci coglie - anche se non volutamente - in piena quarantena, narrando di un mondo in cui la tecnologia prende il sopravvento. Ce lo raccontano gli Eternal Delyria.

Ci spostiamo, rigorosamente in modo virtuale, a due passi da casa, a Lugano, per un’intervista agli Eternal Delyria, band Melodic Death Metal. "Paradox Of The Mechanical Angel”, il loro nuovo album, è disponibile dal 2 aprile: registrato presso "Studio From Hell", mixato e masterizzato da Tommaso Monticelli (Genus Ordinis Dei) presso "Sonitus Studio".

Come è nata la band e come mai il nome Eternal Delyria?

La band è nata, come spesso accade, come un gruppo di amici che decidono di provare a trovarsi per suonare senza grosse pretese o aspettative. Il nome nasce in seno alla primissima incarnazione della band, che vedeva alla voce anche una soprano; con questo binomio l’intenzione era quella di esprimere nel nome della band il delirio rappresentato dalla voce scream/growl e l’eterno che invece suggeriva una dimensione più eterea, a rappresentare la voce lirica.

Presentateci la line-up, come ciascuno di voi si è avvicinato alla musica, e come vi siete incontrati?

La band è composta da Alex alla batteria, Nyx alla chitarra, Clod alle tastiere e seconda voce, Thim alla chitarra e Lutz alla voce. Clod ha iniziato da bambino suonando il pianoforte dopo aver visto suo padre suonare, Tim ha invece iniziato dopo aver visto suonare alcuni suoi amici ed avviando con loro una band punk, Alex è sempre stato affascinato dalla batteria ed ha iniziato dopo aver visto un live di Nightwish e Motörhead alla televisione; Nyx, grazie a suo zio è sempre stato influenzato da artisti quali i Led Zeppelin, Deep Purple o Pink Floyd, alla prima occasione offertagli ha iniziato a suonare, Lutz ha invece iniziato con il pianoforte da piccolo, per poi passare alla chitarra che gli sembrava più interessante. Come anticipato, il primo nucleo era composto da amici, uniti soprattutto dalla voglia di divertirsi ma senza pretese o aspettative; con il passare del tempo, grazie alle prime canzoni ed autoproduzioni ci si è resi conto di poter mirare ad ottenere maggiori consensi e soddisfazioni. Le costanti esigenze della band e la sua crescita hanno fatto si che i membri meno motivati decidessero di allontanarsi dal progetto (sempre in maniera amichevole e senza drammi) per dare spazio a nuovi membri più in linea con gli obiettivi e le necessità comuni. L’aggiunta di nuovi membri è sempre avvenuta in maniera molto naturale, la scena musicale ticinese non è enorme, ci si conosce quasi tutti e ai concerti si incontrano spesso componenti di altre band, per questo nel momento in cui si presenta la necessità di trovare nuovi membri, si ha già in mente quali possano essere i principali candidati.

Parlateci di Paradox Of The Mechanical Angel appena uscito (2 aprile): come è nato, qual è stato il processo di composizione dei brani?

I brani presenti in Paradox Of The Mechanical Angel sono stati composti in un arco temporale piuttosto lungo, vi sono alcune canzoni che erano in lavorazione già ai tempi di Letting Go Of Humanity (nostro primo album pubblicato nel 2016), mentre altre sono state composte all’ultimo minuto, quando eravamo già in fase di pre-produzione. Il principale motore della band a livello compositivo solitamente è Clod, che spesso e volentieri ci propone canzoni complete e già in parte arrangiate, altre volte idee o proposte giungono da altri componenti, compreso il cantante Lutz che, suonando vari strumenti, ha voce in capitolo anche a livello compositivo e di arrangiamento. Una volta giunti ad una base solida ci troviamo in sala prove tutti assieme oppure a piccoli gruppi per affinare le composizioni ed arrangiare il tutto.

Quali sono le ispirazioni che ritroviamo in queste nuove canzoni? Come mixate la componente melodica al resto?

Partecipando tutti quanti alla composizione iniettiamo varie influenze all’interno della nostra musica, direi che attingiamo ad influenze più nordiche per quel che riguarda la componente melodico-sinfonica così come per le influenze black metal; d’altro canto abbiamo anche una componente di riff ed atmosfere “core” che deriva piuttosto da oltreoceano. Cerchiamo di comporre musica che ci piaccia ascoltare, senza porci limiti di nessun tipo, senza pensare a dover mescolare melodia al metal; la nostra musica viene già ideata in questa maniera perché siamo tutti appassionati di musica con melodia.

Quanto tempo avete dedicato alla creazione del nuovo album e alla sua registrazione?

Se teniamo conto anche dell’aspetto compositivo direi che abbiamo impiegato quattro anni in totale, anni in cui abbiamo anche sostenuto una intensa attività dal vivo. Siamo molto precisi ed esigenti rispetto alla produzione delle canzoni, abbiamo registrato ed autoprodotto tutto il disco come pre-produzione a puro scopo di valutare le canzoni ed eseguire eventuali correzioni o modifiche, in seguito abbiamo registrato tutto di nuovo e prodotto il disco con Tommaso Monticelli ai Sonitus Studio. Impieghiamo molto tempo per produrre gli album anche perché abbiamo la fortuna di poter registrare tutto agli Studios From Hell, di proprietà di Nyx, quindi non abbiamo la fretta dettata dai costi dello studio; questa cosa ci porta a lavorare con calma ma anche con molta precisione.

Ci raccontate qualcosa sulla cover dell'album?

La cover dell’album è ad opera di Pierre Alain D. dello studio 3MMI Designs. Quando gli abbiamo commissionato il lavoro volevamo che lavorasse alla nostra copertina senza dargli troppe indicazioni; gli abbiamo esposto il tema dell’album e la storia che vi fa da cornice e lo abbiamo lasciato lavorare. Il risultato ci è piaciuto così tanto da influenzare poi il titolo dell’album. Questo angelo rappresenta la purezza imbastardita dall’intervento della tecnologia che la deturpa, descrive metaforicamente come l’uomo abbia sviluppato la tecnologia con l’intento di elevarsi a demiurgo per poi finirvi imprigionato quale schiavo.

Avete calcato numerosi palchi in tutta Europa, siete affezionati in particolare a qualche venue o a qualche festival?

Per il momento la nostra attività live si è concentrata soprattutto tra Svizzera, Italia e Germania, oltre ad una comparsa in Slovenia la scorsa estate. Direi che i festival a cui siamo più affezionati sono il tedesco Metal Frenzy in quanto è stata la nostra prima esperienza ad un open air estivo; inoltre cito lo sloveno Metal Days dato che è stato il festival più grande a cui abbiamo partecipato, è stata una esperienza fenomenale con un pubblico molto responsivo e partecipativo. Siamo, inoltre, molto affezionati alle venues del nostro cantone dove abbiamo suonato e/o organizzato vari concerti, ad esempio il Living Room di Lugano, oppure il Metrò, dove non abbiamo purtroppo mai suonato ma dove abbiamo assistito ad innumerevoli concerti di rilievo; è triste dover ricordare che entrambi questi locali, cosi come molti altri che promuovevano la musica locale anno dovuto chiudere i battenti a causa della crisi che la musica dal vivo sta vivendo negli ultimi anni.

Com'è il panorama melodic death metal in Svizzera? Quali sono i paesi Europei in cui vi trovate meglio, che vi regalano maggior risposte da parte di pubblico e venues?

Il panorama musicale svizzero è molto florido, esistono moltissime band che militano nell’underground e tra i gruppi tende a crearsi un rapporto di cameratismo non indifferente, anche se risulta molto difficile uscire da questo status di band di nicchia, è sempre più difficile suonare dal vivo e ritagliarsi degli spazi. Purtroppo non possiamo dire di aver calcato palchi in molte nazioni europee, per ora il pubblico più caloroso resta quello di casa… gran parte delle persone sono nostri amici, oltre che fan. Escludendo il vantaggio di giocare in casa, penso che il pubblico migliore che abbiamo incontrato sia stato quello sloveno del Metal Days, forse anche grazie all’ambiente che si respira durante questa vacanza in metal e che incita ai festeggiamenti, ci siamo trovati spiazzati; non avremmo mai immaginato di avere cosi tanta gente sotto al palco e con cosi tanta energia. È stato davvero il realizzarsi di un sogno.

Come curate anche tutta la componente di immagine della band?

Diamo molta importanza all’aspetto estetico, con il nuovo album abbiamo voluto raccontare una storia ambientata in un futuro distopico, post apocalittico, abbiamo per questo deciso di adottare degli abiti di scena che rappresentassero una sorta di esercito di resistenza paramilitare. Troviamo importante completare la nostra proposta musicale con un pacchetto completo che copra anche l’aspetto estetico in modo da regalare agli ascoltatori un’esperienza a trecentosessanta gradi della nostra musica.

Vi appoggiate a qualche studio in particolare per la realizzazione dei video?

La realizzazione dei nostri ultimi due videoclip ufficiali usciti per lanciare PARADOX OF THE MECHANICAL ANGEL è stata data in mano ad un gruppo di ragazzi (tutti o quasi ex studenti del CISA ovvero “Scuola Specializzata Superiore per il cinema e la televisione”) che per l’amor dell’esperienza si sono organizzati in una crew cinematografica e hanno pianificato e diretto ogni aspetto dei videoclip sopracitati; “Burning Bridges” è stato diretto da Anna Spacio, mentre “Freely Enchained” da Grieco Rafael. 

In futuro vi piacerebbe creare collaborazioni con qualche band o qualche musicista in particolare?

È un’eventualità che non escludiamo ma a cui non abbiamo ancora mai pensato seriamente; magari per le prossime produzioni.

Cosa ascoltate nel tempo libero?

Ascoltiamo di tutto, vari sottogeneri di metal dal black e post-black, al death e sue varie diramazioni, deathcore e metalcore, ad alcuni piace ascoltare jazz, musica classica, pop e folk.

Come promuoverete l'album, viste le limitazioni ai concerti imposte al momento?

La promozione avviene sui canali digitali, fino a quando non potremo suonare dal vivo è la sola opzione rimasta, siamo molto attivi su Instagram e Facebook sia come promozione che come contenuti. I social media sono oramai entrati cosi prepotentemente nella quotidianità da rappresentare la principale forma di promozione odierna, fingere che non sia così sarebbe controproducente, per questo ci siamo organizzati di conseguenza.

Programmerete comunque, appena possibile, delle date in Europa?

Non abbiamo ancora date organizzate in Europa fatta eccezione per il Metal Days che si svolgerà in luglio, vista l’attuale situazione dubitiamo che tale festival vedrà la luce quest’anno, nonostante non vi siano state cancellazioni ufficiali. Abbiamo alcune date in autunno in Svizzera tedesca ma ancora niente oltre confine. Naturalmente, appena possibile, vorremmo organizzare qualche data in Europa, magari un tour, ma sono sfide non da poco quando non si è musicisti professionisti.

Gli Eternal Delyria sono:
 
Lutz - Vocals
 
Clod - Keys & vocals
 
Nyx - Guitar
 
Thim - Guitar
 
Alex - Drums
 
Contatti:
 
 
 
 

TAGS: ElisaAiraghi | EternalDelyria | intervista | loudd | ParadoxOfTheMechanicalAngel