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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
04/05/2020
Maguey Plant
Le interviste di Loudd
Uscito il 21 aprile, il nuovo singolo "My World" di Maguey Plant, progetto musicale creato da Silvia Reale, ha un importante obiettivo: fare del bene. Silvia ci racconta il progetto.

Con “My World”, che vede coinvolti “virtualmente” quasi 40 cantanti della scena musicale Milanese, si sostiene e promuove una raccolta fondi organizzata dal Laboratorio di Quartiere Giambellino - Lorenteggio per il "Fondo del Quartiere Giambellino-Lorenteggio" - destinata a dare una mano a tutti coloro che non riescono a ricevere sostentamento economico in questo periodo sfidante.

Silvia, raccontaci come e quando nasce il progetto musicale Maguey Plant…

Maguey Plant nasce nel 2018 dopo un concerto con l’allora trio acustico formato da Andrea Dominoni (basso), Dave Dicecca (chitarra) e me; suonavamo cover, ma iniziavano a “starci strette”, sentivamo il bisogno di iniziare ad esprimerci pienamente e quindi, davanti a tre bicchieri di vino, seduti ad un tavolino, ci siamo guardati negli occhi e con dei sorrisi enormi ci siamo detti quasi all’unisono: “raga, iniziamo a scrivere nostra musica?”.

A noi, si è unito Alberto Biosa (batteria) ed è iniziata la ricerca di un tastierista che non riuscivamo a trovare! Spinta e sostenuta da tutto il gruppo, ho iniziato a suonare le tastiere e così sono diventata la Voce e la tastierista, completando la squadra e il sound: abbiamo iniziato a scrivere canzoni e suonare in molti locali di Milano e dintorni.

Il vostro genere è Funk, R&B e Soul, con influenze dal sound elettronico… da quali gruppi traete ispirazione?

Sì, il nostro genere prende ispirazione dal Soul, dal R’n’B e dal Funk; ma non ci piacciono le etichette, diciamo che quando scriviamo e componiamo non ci diamo limiti e seguiamo la corrente creativa. Di sicuro abbiamo delle figure di riferimento che ci ispirano quando suoniamo e creiamo: Erykah Badu, Anderson Paak, Robert Glasper, Jamiroquai, Stevie Wonder, Tom Misch, Marvin Gaye, per citarne alcuni.

Da dove nasce la vostra passione per la musica?

È un fuoco dentro. García Lorca lo chiama Duende; è il motore che genera ogni azione, poi si declina differentemente in ognuno di noi quattro: diciamo che siamo quattro elementi diversi con storie che si intrecciano, in qualche modo, e diamo vita ad una quinta entità che è Maguey Plant, un “Noi” che ci permette di trovarci ed essere.

Siete appena usciti con il singolo “My World", un brano realizzato in questi giorni di lockdown in modalità del tutto “Smart”. Da dove nasce l’idea? Di cosa parla?

“My World” è stato interamente scritto e composto senza vederci fisicamente, ma attraverso lunghe sessioni di videocall, telefonate e messaggi.

Registrato con il metodo dell’home recording, mixato e masterizzato da Michele “Gas” Castagna, si distacca dalla concezione che abbiamo seguito in ‘round3, il nostro primo album in cui tutto era suonato live. Abbiamo, infatti, sperimentato sonorità diverse per noi ed utilizzato delle percussioni elettroniche: alla chitarra acustica di Dave Dicecca e il basso di Andrea Dominoni, si sono unite le sonorità elettroniche delle percussioni di Alberto Biosa, arricchite da suoni, violini pensati e arrangiati da Andrea Dominoni e dalle parti corali arrangiate da Silvia Reale che si susseguono durante tutto il brano.

Abbiamo, poi, deciso di coinvolgere quasi 40 cantanti della scena milanese per creare un coro virtuale che desse molto risalto al ritornello e alla coda finale: ogni cantante ha registrato la propria traccia con i mezzi che aveva a disposizione, è stato poi compito nostro editare e sovrapporle tutte. Unitamente alla creazione della traccia audio, abbiamo pensato di creare un video interamente girato con i cellulari, da ogni musicista partecipante da casa propria e montato da Chiara Magrini. Il testo, scritto da Silvia Reale e Andrea Dominoni, è un’esaltazione della forza data dall’amore che eleva lo spirito e permette il raggiungimento, la manifestazione della propria “ghianda” come la definisce Hillman, ovvero della propria ragione di vita, il fuoco che brucia dentro ognuno di noi, il “Duende” come lo chiama Garcìa Lorca. Nel ritornello si dice “we were born alone, but don’t forget it: there’s a reason to love” (siamo nati da soli, ma non dimenticartelo: c’è un motivo, uno scopo per amare) come a sottolineare che c’è sempre una spiegazione a tutto, che il nostro fuoco, la nostra “ghianda” si manifesta attraverso l’amore verso noi stessi che si irradia agli altri. La canzone, che è una ballad dalle sonorità principalmente acustiche, si chiude con una sorta di Mantra, un monito: “no matter what you dream, you were born and raised free” (non importa quale sia il tuo sogno, sei nato e cresciuto libero) perché a prescindere da quale sia la tua natura, il tuo scopo sulla Terra, siamo tutti nati e cresciuti liberi dentro per permettere alla nostra natura di essere, esprimersi, bisogna solo trovare il modo per metterci in contatto con essa perché a volte è sovrastata da pregiudizi, sovrastrutture, scarsa fiducia; ma, alla base, ogni essere umano da bambino era liberamente in contatto con la propria interiorità e la seguiva senza chiedersi il perché e senza trovare degli scopi o delle motivazioni.

Questo testo è nato in questo periodo, proprio perché si ha la fortuna di potersi scoprire, sconvolgere e guardare dentro veramente e setacciare ciò che abbiamo dentro, chiedendosi che cosa davvero sia la realizzazione di noi stessi e cosa possiamo lasciare andare.

Ci è venuto spontaneo pensare che questo brano oltre a fare del bene a livello emotivo, che è un po’ il nostro obiettivo in qualità di musicisti, potesse fare del bene anche a livello pratico, concretamente, perché l’epidemia in corso sta mettendo in grave difficoltà tantissime famiglie e persone.

Una realtà che conosciamo personalmente molto bene, il Laboratorio di Quartiere Giambellino - Lorenteggio, insieme ad altre realtà di zona, ha istituito il Fondo Emergenza Covid 19 - Giambellino Lorenteggio per sostenere economicamente famiglie, persone sole, giovani e anziani in questa situazione così difficile; il ricavato sarà destinato unicamente ad un aiuto diretto degli abitanti in difficoltà, quindi non per pagare o finanziare servizi gestiti dalle varie organizzazioni. L’individuazione delle famiglie avverrà su segnalazione delle organizzazioni attive in quartiere che prima di accedere al fondo verificheranno il reale stato di bisogno e la possibilità di accesso delle famiglie ad altri servizi e contributi già attivi sul territorio (banco alimentare, banco farmaceutico…). Per questo la scelta è naturalmente ricaduta su questo progetto, che ci ha permesso di lanciare l’hashtag #artistiXilGiambellino e dare vita, ad un effetto domino di solidarietà attraverso l’arte.

Coinvolgete quasi 40 cantanti del panorama milanese… come avete fatto a coordinarvi così bene? Vuoi fare i nomi di tutti coloro che hanno collaborato?

È stato più semplice del previsto: abbiamo contattato solo cantanti che conosciamo direttamente, abbiamo chiesto loro se erano interessati a partecipare e la risposta di tutti è stata entusiasta, forse è stata questa la forza che ha permesso all’ingranaggio di funzionare senza intoppi. Abbiamo mandato ad ognuno la propria parte da cantare pre-registrata, la base su cui registrare e abbiamo chiesto di farsi un video con il cellulare. Grazie al prezioso aiuto di Michele Gas che ha curato il mix e il mastering del brano e a Chiara Magrini che ha montato il video, siamo riusciti a pubblicare un lavoro fatto bene: pieno di amore e vibrazioni positive, sarò di parte, ma il riscontro che abbiamo avuto mi dà ragione. Tutto questo traspare!

I cantanti che hanno partecipato sono:

Alberto Trevisan, Alea, Alessia Marcandalli, Alexandra, Paolo Longhini (SLWJM), Carlotta Gabriella De Lellis, Davide Mancini (SLWJM), Elena Caligiuri, Elio Marrapodi, Ermanno Fabbri, Federica Zorloni, Ferruccio Perrone, Francesca Scelsi, Giulio Larovere, Greta Bragoni, Jeanne Hadley (Ginger Bender), Jody Brioschi, Kape, Karhys, LAF, LoRR, Marta Frigo, Martina Biscetti, Mimì Fitzgerald, Michele Spagnulo, Naima Faraò, Notamulata, Paolo Raia, Roberta Gentile, Sara Daves, Serena Pagani, Stefano Pellecchia, Jennifer Villa (TECHNOIR), Valentina Rizzi.

I loro volti compaiono tutti nel video di My World disponibili su YouTube, sulla nostra pagina Facebook e sul nostro IGTV.

Con questa iniziativa sostenete la raccolta fondi organizzata dal Laboratorio di Quartiere Giambellino-Lorenteggio per il "Fondo del Quartiere Giambellino-Lorenteggio”… una iniziativa locale a supporto di un progetto locale… come funzionano le donazioni?

È molto semplice, si può donare attraverso bonifico a:

Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio

IBAN: IT57I0623001658000043828723 – Crédit Agricole

Causale: Fondo Giambellino – Emergenza Covid19

Per tutti i dettagli sull’utilizzo del fondo e su come opera il Laboratorio di Quartiere Giambellino-Lorenteggio si può visitare il sito:

http://www.laboratoriodiquartieregiambellinolorenteggio.org

 

Dove possiamo trovare ed ascoltare il vostro album, ‘Round 3, uscito a ottobre 2019?

Su Spotify in versione free, ma siamo anche su tutti i digital store, il disco si può acquistare su iTunes, su Amazon e abbiamo anche le copie fisiche perché siamo dei nostalgici e ci piaceva l’idea che la nostra musica si potesse toccare!

Su YouTube si trovano delle live session di qualche brano e il video ufficiale, uscito a febbraio 2020, del nostro brano Round 3, oltre al video della Virtual Session di My World.

Ovviamente a causa del lockdown i concerti sono sospesi… cosa vi manca maggiormente, della situazione “palco”?

Ci manca tutto, persino dal caricare gli strumenti in macchina, montare il set…

Ma ciò di cui si avverte maggiormente la mancanza è quella sensazione di essere un’entità fusa con il pubblico, la condivisione che si crea, quell’adrenalina che ti spalanca il cuore verso l’altro e ti fa entrare in un’altra dimensione, che lascia fuori i problemi, le questioni altre: si è tutti nello stesso momento, nello stesso luogo insieme a condividere il presente.

Il vostro parere sui concerti streaming, che sembra ci accompagneranno finché non sarà possibile proseguire con i live? Pensate che anche in futuro rimarranno un mezzo di comunicazione efficace per accorciare le distanze con i fan?

I concerti in streaming sono una cosa completamente diversa, non li chiameremmo nemmeno concerti, perché i gruppi non possono suonare contemporaneamente nello stesso istante, ma è come registrare un disco: si sovrappongono le tracce suonate da ognuno. Sono sicuramente un’ottima modalità per essere vicini tra noi e vicini al pubblico, ma sprigionano emozioni differenti, soprattutto perché il discorso di cui parlavamo in precedenza della condivisione del momento viene a mancare. Non li rifiutiamo, però, e quando ci invitano siamo ben felici di partecipare, anzi, se ci seguite sui nostri canali social, a breve potrete vederne e ascoltarne alcuni di cui faremo parte.

Quali solo le venues a cui siete più affezionati e in cui sperate di poter tornare presto?

Il primo posto in assoluto è la nostra sala prove per suonare finalmente insieme soprattutto i brani nuovi che stiamo componendo in questo periodo.

E poi non vediamo l’ora di tornare a suonare live e condividere con il pubblico le “buone vibrazioni”, soprattutto in quei posti piccoli che danno però un calore particolare e di scoprirne di nuovi, magari fuori da Milano!


 

SILVIA REALE: Vocal/Synth
ALBERTO BIOSA: Drums
DAVE DICECCA: Guitar/Synth
ANDREA DOMINONI: Bass/Synth

 

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