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REVIEWSLE RECENSIONI
Live Vol. 1
Parcels
2020  (Kitsuné Musique / Because Music)
ELETTRONICA ALTERNATIVE POP
6/10
all REVIEWS
13/05/2020
Parcels
Live Vol. 1
Ancora una volta, manca qualcosa. C’è maggiore dinamicità rispetto alle versioni originali ma siamo lontani da quell'esplosione di suoni e ritmi che ricordo dall'estate scorsa.

Avevo visto i Parcels l'estate scorsa al TOdays, non li conoscevo, nonostante il loro disco di debutto si fosse già guadagnato l'attenzione di critica e pubblico e mi avevano folgorato, più che per le canzoni, per l'impatto sprigionato, per il modo con cui il loro Funk esplosivo, dal tocco esotico aveva saputo conquistare tutto il pubblico, facendoci ballare dall'inizio alla fine. 

Fu una delle migliori esibizioni della giornata ma quando poi tornai a casa e ascoltai il disco, non riuscii a ritrovarvi le stesse sensazioni. I pezzi erano gli stessi ma la resa decisamente inferiore, come se mancassero di ritmo, i suoni, energici sul palco, qui erano fin troppo morbidi e patinati. Strano, perché “Parcels” era già un lavoro molto live, nella sua concezione: soprattutto basso e tastiera, cuore pulsante dei vari pezzi, vivevano di questa spontaneità. 

Come se si fossero resi anch'essi conto di questo limite, i Parcels pubblicano “Live Vol. 1”, un disco dal vivo atipico, registrato interamente ai celebri Hansa Studios di Berlino, città dove si sono trasferiti da Byron Bay, Australia, ad inizio carriera. 

Un'uscita probabilmente superflua, avendo all’attivo una discografia ancora così scarna (due Ep, oltre al già citato album d'esordio) ma che apprendiamo essere un progetto esistente sin dall'inizio, in quanto avrebbero voluto inaugurare il proprio cammino discografico con un live in studio. In effetti, dicono loro, sono sempre stati una live band, è stata proprio la constatazione del groove che riuscivano ad ottenere con gli strumenti tradizionali, a far loro abbandonare le sonorità più tipicamente elettroniche dei primissimi esordi. 

Lontani dal loro pubblico, nell'atmosfera professionale ma distaccata di uno studio di registrazione, i cinque ci danno dentro alla grande, proponendo i loro principali successi, più una serie di strumentali come “Redline” ed “Elude” a fungere da collegamento tra una traccia e l'altra, soluzione già sperimentata durante i concerti. 

C’è una sensazione di libertà nell'aria, le varie take sono quasi tutte assemblate una in fila all'altra, come se si trattasse di un'unica session. Ma appunto, se anche può sembrare che improvvisino, è tutto studiato a tavolino, i Parcels non sono mai stati un gruppo particolarmente dedito alle Jam ed anche i loro concerti sono sempre stati curati nei minimi particolari. 

Funziona tutto benissimo, col basso di Noah Hill a martellare incessante, i Synth di Louie Swain e Patrick Hetherington  a disegnare melodie accattivanti, dal costante gusto retro. E poi le armonie vocali, sempre curatissime, cosa normale per una band i cui membri si sono dilettati per anni con le canzoni di Crosby, Stills & Nash. 

Beach Boys, Chic, Steely Dan, Supertramp, Beatles, tutti mescolati insieme, in un calderone di influenze che va dal Funk alla Motown, passando per il Folk ed il Bluegrass, per un risultato finale che sarebbe impossibile non definire pienamente riuscito. Eppure, ancora una volta, manca qualcosa. C’è maggiore dinamicità rispetto alle versioni originali ma siamo lontani da quell'esplosione di suoni e ritmi che ricordo dall'estate scorsa. 

Non è tanto l'assenza del pubblico, credo, quanto il fatto che le canzoni non ci sono. Per carità, non voglio discutere con i 75 milioni di stream totali che hanno realizzato o con il successo di singoli come “Overnight” (se i Daft Punk hanno deciso di produrla, qualche cosa dovranno pur avervi visto) e “IknowhowIfeel” (a proposito, se avete finito le cose da fare in questa quarantena, hanno pubblicato un tutorial per imparare a suonarla) ma sulla lunga distanza questi ragazzi non hanno ancora un repertorio che possa davvero fare la differenza. 

Probabilmente sono a posto così, visto il successo che stanno ottenendo ma per quanto mi riguarda mi riservo di ascoltare il prossimo disco, prima di formulare un giudizio definitivo. 


TAGS: LiveVol1 | loudd | lucafranceschini | Parcels | recensione