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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
20/11/2023
Genesis
Mama
Il più grande successo commerciale dei Genesis in Inghilterra è una canzone che parla dell'ossessione edipica di un giovane uomo per una prostituta, che chiama "mamma"

Dopo il loro album Duke, pubblicato nel 1980, i Genesis cambiarono completamente l’approccio alla scrittura delle canzoni. Poco dopo la fine del tour del 1980, la band, infatti, acquistò Fisher Lane Farm, una cascina rurale situata a Chiddingfold nel Surrey, che convertirono dapprima in sala prove, e quindi in studio di registrazione, nel quale da allora in avanti sarebbero stati prodotti tutti gli album del gruppo e gran parte dei lavori dei tre come solisti.

Da quel momento, invece di lasciare che i singoli membri portassero brani già composti e idee per canzoni su cui lavorare, la band si presentava in studio partendo da zero, e basandosi interamente su improvvisazioni che poi venivano rifinite e strutturate in un secondo momento. Proprio da una di queste sessioni, nasce l’idea per Mama, quello che rimane tuttora il più grande successo commerciale dei Genesis in Gran Bretagna, dove raggiunse la quarta posizione nella classifica inglese, entrando inoltre nella top 10 delle classifiche europee.

L’intuizione per il brano venne a Mike Rutherford, mentre provava a creare dei groove con la drum machine di Collins. Tony Banks, poi, lavorò attorno all’ossatura ritmica creando alcuni accordi, mentre il cantante iniziò a improvvisare i testi. Quando durante le prove pronunciò la parola “mama”, tutti si guardarono e capirono all’istante che quello sarebbe dovuto essere il titolo della canzone.

La genesi di questa canzone spiega esattamente come il gruppo lavorava in quel periodo. Le drum machine, infatti, erano il dominio assoluto di Phil Collins, ma i Genesis di quegli anni non rispettavano i ruoli quando si trattava di scrivere canzoni, poiché tutti e tre i membri si erano imposti di contribuire a molti livelli, per rendere meno prevedibile il processo creativo. Fu lo stesso Rutheford, tempo dopo, a raccontarlo durante un’intervista: “Ogni canzone era diversa. Ad esempio, in passato, quando scrivevamo, Phil faceva un piccolo loop di drum machine, lo programmava e ci cantava. Suonavamo gli accordi, lui cantava. Poi arriva una canzone chiamata "Mama" e l'intero programma di batteria, la drum machine artificiosa, sono io.”

Il significato della canzone, inizialmente, creò parecchi fraintendimenti, in quanti molti, compreso il manager della band, si convinsero che la canzone parlava di aborto e che il protagonista del brano fosse un feto che implorava una donna incinta di non abortire. Ma non è così. Mama, invece, parla di un giovane ossessionato da una prostituta che non è interessata a lui. Ha una fissazione edipica su di lei e insiste nel chiamarla "mamma". Quando, dopo molte improvvisazioni, Collins iniziò ad avere le idee chiare su cosa cantare, prese spunto per le liriche dal best seller intitolato The Moon's A Balloon, libro di memorie del grande David Niven, nel quale l’attore racconta che da giovane si era innamorato di una prostituta più anziana, che però non ricambiò mai il suo affetto.

Oltre al particolare uso della drum machine, Mama è caratterizzata anche da un’altra idea geniale, e cioè dalle risate maniacali di Collins su cui si struttura il ritornello. Il cantante prese l'idea per la risata folle dalla canzone The Message, canzone datata 1982 del gruppo hip hop Grandmaster Flash & The Furious Five, in cui il cantante Melle Mel ride in modo simile.

Collins si calò molto bene nella parte dello stalker, come si può intuire anche dal videoclip che accompagna la canzone, in cui il volto del cantante appariva trasfigurato da uno sguardo sinistro e demoniaco. D’altra parte, per Collins, quell’interpretazione era una sorta di ritorno al passato, quando, prima di entrare nei Genesis, aveva intrapreso la carriera d’attore. Una passione parallela, questa, che non lo abbandonerà mai, e che lo vedrà sul set di diversi film, tra cui Buster, Hook – Capitan Uncino e Scherzi Maligni, pellicola di Stephan Elliott, in concorso al festival di Cannes del 1993.