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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Mr. Tambourine Man
The Byrds
1965  (Columbia Records)
CLASSIC ROCK AMERICANA/FOLK/SONGWRITER
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16/09/2019
The Byrds
Mr. Tambourine Man
McGuinn, dicono le cronache, fu l’unico dei Byrds a incidere la versione originale del brano: in sala di registrazione, visti i tempi ristretti e la tecnica ancora un po’ approssimativa degli altri componenti (David Crosby, Gene Clark, Chris Hillman e Michael Clarke) ci andarono infatti affidabili turnisti, tra cui un giovane Leon Russell.

Lo sanno anche i sassi che Mr. Tambourine Man fu scritta nel 1964 da Bob Dylan e inclusa nel suo quinto, e peraltro splendido album, Bringing It All Back Home, pubblicato l'anno succssivo. Tuttavia, a darle ulteriore lustro, sempre nel 1965, fu il gruppo californiano dei Byrds, che la inserirono nel loro disco d’esordio, che da quella canzone prese il titolo.

Basta aprire un qualsiasi manuale di storia del rock per rendersi conto di quanto inchiostro sia stato speso (e non a torto) per raccontare uno dei brani che maggiormente ha inciso sull’evoluzione della musica popolare americana del secolo scorso. Con Mr. Tambourine Man, infatti, si dà forza propulsiva a un nuovo genere, il folk rock, che successivamente prenderà forma più definita attraverso migliaia di gruppi e musicisti come gli Eagles, i Crosby, Stills & Nash, James Taylor e Gram Parsons, solo per citarne solo alcuni.

Nello stesso anno, e non è un caso, Bob Dylan scandalizzerà il pubblico del Newport Folk Festival con quella che i manuali definiscono “la svolta elettrica”. Al suo fianco, di fronte a un'attonita platea, Mike Bloomfield e Paul Butterfield, per un repertorio che stritola l’ortodossia folk nella morsa del blues e del rock’n’roll. Due episodi fondamentali, dunque, che vanno nella direzione di un radicale rinnovamento e cambiano per sempre, fondendoli, suoni che prima di allora apparivano fra loro incompatibili.

Oltre a Dylan, l’artefice di questo nuovo corso è il chitarrista Roger McGuinn, che prese a prestito Mr.Tambourine Man, colorandone la melodia con l’utilizzo di una chitarra elettrica Rickenbacker a dodici corde (fonte d’ispirazione fu il George Harrison di A Hard Day’s Night) e declinando così un suono dalla connotazione fortemente roots con inusuali accenti british, che trovavano ispirazione nelle canzoni dei Beatles.

Ulteriore innovazione, che spariglia completamente le carte in tavola della consueta struttura compositiva del pop-rock, è l’incipit della canzone, che si apre, per la prima volta, con il ritornello e non con la strofa.

McGuinn, dicono le cronache, fu l’unico dei Byrds a incidere la versione originale del brano: in sala di registrazione, visti i tempi ristretti e la tecnica ancora un po’ approssimativa degli altri componenti (David Crosby, Gene Clark, Chris Hillman e Michael Clarke) ci andarono infatti affidabili turnisti, tra cui un giovane Leon Russell. 

Se da un lato è chiaro a chiunque quanto musicalmente sia rilevante la versione byrdsiana di Mr. Tambourine Man, resta invece oscuro e non di facile lettura il testo del brano, che si dipana fra suggestioni oniriche e versi connotati di esoterismo. Resta soprattutto un enigma, mai del tutto chiarito, chi fosse il signor Tamburino della canzone. Qualcuno sostiene che il termine Tambourine si riferisse a una nota marca di sigarette molto in voga in quel tempo negli States; altri, invece, ed è questa la versione maggiormente accreditata, sostengono che Mr.Tambourine Man fosse un termine gergale per indicare lo spacciatore di marjuana.

Su questo punto lo stesso Dylan è stato sempre a dir poco ambiguo. Pubblicamente, infatti, ha sempre sostenuto che la canzone non facesse riferimento alle droghe e che il Tamburino fosse una metafora per indicare colui che aiuta coloro che si trovano nei guai o vivono un momento di difficoltà. Nelle note contenute nella sua raccolta Biograph, uscita nel 1985, il menestrello di Duluth ha indicato in Bruce Langhorne, un musicista che aveva suonato con lui agli esordi e che una volta si era presentato in studio con un enorme tamburino, il protagonista della canzone.

Eppure esistono testimonianze che raccontano di una versione diversa (e ufficiosa) che Dylan diede a proposito della genesi del brano: Mr Tambourine sarebbe il classico spacciatore del Greenwich Village, che entra nei locali, si siede innanzi al bar, batte le nocche ritmicamente sul bancone per avvertire di avere con se la roba e resta lì seduto ad attendere che il tossico di turno si rivolga a lui dicendo: “Play a song for me” (dammi una dose). Scegliete voi quale di queste versioni vi pare la più plausibile.


TAGS: americana | classic rock | thebyrds | tracks