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REVIEWSLE RECENSIONI
One Night Stand
Peculiaroso
2017  (Seahorse Recordings)
INDIE ROCK ALTERNATIVE ITALIANA
7/10
all REVIEWS
15/05/2018
Peculiaroso
One Night Stand
Uscito a dicembre del 2017, ci eravamo persi il disco di Peculiaroso, che recuperiamo ora: dalla Sicilia a Berlino per un artista davvero particolare, oseremmo dire peculiare, dalle molteprici influenze e uno stile molto personale. Lou Reed, James Chance e Beck solo alcuni dei paragoni, impegnativi...

Il funk elettronico ed astratto di “Liquido”, traccia che apre l'album può trarre in inganno sulla direzione del polistrumentista e cantante, che nel corso dell'album si alterna tra parti elettroniche, chitarre e sax; l'italiano di questa canzone non è il suo tipico marchio di fabbrica. Davvero pregevole “Wet Dream”, tra rock ed elettronica, alla maniera del migliore Beck ed un cantato/ parlato che più che a Berlino guarda alle strade di New York, raccontate da Lou Reed.

“Ocean Punk” rimane sempre in territori affini, e non sarebbe stonato in una raccolta come “No New York”, tra ritmi storti ed inserti di sax, tra un brano dei Contortions ed i Teenage Jesus And The Jerks. Nel mondo di Peculiaroso però non ci sono solo riferimenti al passato e anche l'elettronica gioca una sua parte importante, benché sempre asservita alla canzone, o meglio, alla narrazione.

Non è molto quello che si riesce a trovare in internet su di lui se non che ha collaborato con Hugo Race, e ci piace immaginarlo come uno di quegli artisti outsider che popolano la scena europea, creativi e immuni da facili tentazioni commerciali.

“Been There Done That” ha un bel potenziale, in cui troviamo ancora riferimenti a Lou Reed, su una musica che sta tra Funkadelic e Prince, con una certo gusto elettronico che potevamo trovare in produttori Berlinesi intorno ai primi anni 2000.

Il songwriting è creativo, l'esecuzione precisa e credibile, pur nella volontà di suonare  come qualcosa di non ordinario, ma quello che risalta come prima cosa è l'attitudine davvero internazionale, con nulla da invidiare, per suono e intenzione, a produzioni ad alto budget, oltre a una pronuncia inglese che fa pensare ad un madre lingua.
Peccato per l'episodio in apertura, che può spiazzare l'ascoltatore e allontanare i più distratti, perché questa non è la solita produzione indie italiana.