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Quando Il Plagio Diventa Leggenda
Johnny B. Goode - Chuck Berry / Whole Lotta Love - Led Zeppelin
CLASSIC ROCK ROCK
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29/03/2018
Johnny B. Goode - Chuck Berry / Whole Lotta Love - Led Zeppelin
Quando Il Plagio Diventa Leggenda
Due canzoni bellissime, epocali, seminali, amate così tanto da aver ispirato nel corso degli anni centinaia e centinaia di cover. Peccato che entrambe siano il frutto di una scopiazzatura che ha pochi precedenti nella storia.

Ci sono classici del rock che sono più classici degli altri. Prendete, ad esempio, Johnny B. Goode di Chuck Berry: per molti critici è considerata la canzone da cui nasce il rock'n'roll ed è tanto famosa che la conoscono anche i sassi, travertini compresi.

E che dire di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin? Singolo da oltre un milione di copie, uno dei riff chitarristici più belli di sempre e canzone simbolo non solo del gruppo di Plant ma, insieme a Smoke On The Water dei Deep Purple, dell'intera stagione dell'hard rock inglese degli anni '70. Due canzoni bellissime, epocali, seminali, amate così tanto da aver ispirato nel corso degli anni centinaia e centinaia di cover. Peccato che entrambe siano il frutto di una scopiazzatura che ha pochi precedenti nella storia.

Nel 1958, Chuck Berry, figlio artistico di Muddy Waters e da questi sponsorizzato urbi et orbi, ha in testa di scrivere una canzone che racconti una storia di povertà, rock'n'roll e emarginazione. E' la storia del suo amico Johnny Johnson, pianista con cui, a Saint Louis, Chuck aveva condiviso anni di apprendistato. L'idea c'è, il testo anche. Manca un titolo, che però potrebbe essere semplicemente Johnny. Poi, Chuck ripensa alle proprie origini, ad anni passati a sbarcare il lunario e gli viene in mente la strada di Saint Luis in cui nacque, Goode Avenue. Johnny Goode era un buon titolo, ma mancava ancora qualcosa: una scintillante B. in mezzo al nome e al cognome avrebbe dato ritmo all'intera canzone. Che ebbe effettivamente un successo clamoroso, anche se il riff di chitarra era ripreso nota per nota da Ain't That Just Like A Woman di Louis Jordan, uno dei padri fondatori del blues e del jazz. Casualità? No, plagio. E pure grosso come una casa.

Tuttavia, tra i grandi bluesman del passato era consuetudine rubarsi vicendevolmente i riff, e la cosa, invece di dar vita a lunghe beghe giudiziarie, era considerata un vanto per l'artista copiato, che acquisiva così una luminosa aura di autorevolezza. 

Non fu invece dello stesso avviso Johnny Johnson che, nel 1991, intentò vanamente una causa nei confronti di Berry, complice di non averlo mai ripagato adeguatamente per l'aiuto e l'ispirazione dati nella composizione di molti successi (tra i quali, ovviamente, Johnny B. Goode). 

In fatto di saccheggi di musica altrui, Page e Plant non furono da meno.  Nel 1969, Whole Lotta Love apre a bomba Led Zeppelin II: parte il riff di chitarra e il mondo del rock si ferma. E' la canzone della svolta, quella dell'eterna consacrazione. Tutti in ginocchio a onorare la premiata ditta del dirigibile, che da lì in avanti farà scintille, rilasciando in pochi anni un pugno di album epocali.

Peccato che quel riff, tanto bello quanto memorabile, altro non è che un tarocco, perché riprende pedissequamente quello di You Need Love (1962) di Muddy Waters, a sua volta preso in prestito da Willie Dixon, autore originale del brano. C'è altro? Si. Ascoltate il fraseggio del cantato di Plant e poi mettetelo a confronto con quello di Steve Marriott degli Small Faces in You Need Loving (1966): sono così simili da ingenerare imbarazzo.

Whole Lotta Love fu in seguito oggetto di una disputa legale sui diritti d'autore, riguardo alla quale Robert Plant ebbe a dichiarare: "Il riff di Page era il riff di Page. Era lì prima di qualunque altra cosa. Ho solo pensato "Beh, e adesso che faccio?" È stato un colpo di fortuna. Adesso ripagato profumatamente. All'epoca ci furono molte discussioni sul da farsi. Alla fine decidemmo che si trattava di un'influenza così vaga e remota nel tempo (erano già passati 7 anni) che, beh, ti pizzicano solo quando hai successo. Funziona così".

Difficile dare torto al cantante degli Zep, anche perché, nel caso di specie, il plagio c'è ma può tranquillamente definirsi un colpo di genio. Oppure una botta di culo, una di quelle, che cambiano il corso della storia. Il confine è sottile.