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REVIEWSLE RECENSIONI
03/04/2021
Delmoro
Rendez-Vous
È un disco estivo, questo “Rendez-Vous” e a ben guardare non avrebbe potuto essere altrimenti: scritto durante il primo lockdown, con la primavera alle porte ma con l’orizzonte necessariamente sbarrato, lavorare di fantasia e far viaggiare la mente è stato giocoforza la soluzione migliore per uscire da un’impasse fisica ma soprattutto psicologica.

Dopo l’Ep “Balìa” e il singolo “Complesso”, entrambi usciti nel 2019, Delmoro approda al primo full length dalla svolta “Italo Disco” che ha radicalmente modificato il sound più psichedelico e “battistiano” dell’esordio “Il primo viaggio”.

Come già le tracce precedenti, “Rendez-Vous” si avvale del lavoro di produzione di Davide Cairo e Matteo Cantaluppi, che hanno sapientemente dato forma alla scrittura dell’autore e ne hanno approfondito ancora di più l’evoluzione in chiave Pop.

È un disco estivo, questo “Rendez-Vous” e a ben guardare non avrebbe potuto essere altrimenti: scritto durante il primo lockdown, con la primavera alle porte ma con l’orizzonte necessariamente sbarrato, lavorare di fantasia e far viaggiare la mente è stato giocoforza la soluzione migliore per uscire da un’impasse fisica ma soprattutto psicologica.

Ne è uscito un lavoro melodicamente irresistibile e immediatamente ballabile, con tutte le componenti che avevano caratterizzato la nuova versione del sound di Delmoro in evidenza e tirate a lucido, merito sia di un lavorazione di produzione di prim’ordine, sia di una scrittura che si dimostra sempre più a fuoco col passare del tempo.

Episodi come “Aria”, “Allodole”, “Tra la tua schiena e gli scogli” risultano efficaci a livello di suoni e melodie vocali, andando a pescare a piene mani dal revival Disco degli anni ’90 ma attingendo anche a maestri di un suono maggiormente d’ambiente come potrebbero essere Caribou o Jon Hopkins. Lo si vede soprattutto in quei momenti in cui la voglia di divertirsi cede il passo ad una malinconia riflessiva che prende le mosse dalla contingenza per provare a fare il punto e, se possibile, delineare possibili scenari. “L’importante”, che è anche il brano in cui Mattia va maggiormente a fondo nell’uso della voce, producendosi in linee vocali piuttosto impegnative, fa i conti con quello che c’è da preservare nel momento in cui tutto cade a pezzi; “Il cielo se ne frega”, dal mood insolitamente scuro dato il contesto generale del disco, racconta i primi momenti del lockdown dello scorso marzo, quando tra canti dai balconi, arcobaleni sui lenzuoli e frammenti di una ritrovata solidarietà, sembrava che l’Italia avrebbe paradossalmente potuto imparare qualcosa dall’emergenza in atto. È durata poco, come lo stesso autore ha già detto apertamente nelle note di presentazione del lavoro, ed in effetti è possibile intravedere in queste note una sorta di oscuro presagio.

Per la verità anche “Lanthimos”, primo singolo estratto, suona in qualche modo ambiguo: la prefigurazione di un’estate imminente, come se fosse un film dove tutto funziona ed ogni particolare si incastra al posto giusto, viene turbata dall’evocazione del celebre regista greco, che è uno che certamente non si sposa con la spensieratezza. Un ammiccamento che fa un po’ It Pop ma che nel contesto del pezzo funziona bene, senza troppo distrarre.

“Rendez-Vous” è la migliore fotografia dello stato attuale di Delmoro, un artista che sfugge alle definizioni in voga, disincantato ma mai frivolo, aperto alla musicalità della canzone ma allo stesso tempo concentrato su tutto ciò che concerne produzione e sound engineering. Può darsi che in Italia non siamo ancora pronti per sdoganare un certo tipo di proposta ma è anche vero che in un certo senso i tempi stanno per cambiare, come dimostra anche il recente successo di un artista come Venerus.

Nel frattempo aspettiamo il ritorno dei concerti perché un disco come questo ha bisogno della dimensione live per essere goduto appieno.


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