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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
06/12/2017
Jackson Browne
Running On Empty
Il 6 dicembre 1977 usciva "Running On Empty", quinto album del cantautore statunitense Jackson Browne. Il disco è un live che va oltre il live: un diario di viaggio che attraverso dieci canzoni registrate in esibizioni dal vivo, camere d'albergo e perfino durante i trasferimenti in pullman, documenta la vita on the road di chi vive e respira musica macinando chilometri su chilometri lontano da casa, dalle mogli e dai figli.
di Alessandro Menabue

Il 6 dicembre 1977 usciva "Running On Empty", quinto album del cantautore statunitense Jackson Browne. Il disco è un live che va oltre il live: un diario di viaggio che attraverso dieci canzoni registrate in esibizioni dal vivo, camere d'albergo e perfino durante i trasferimenti in pullman, documenta la vita on the road di chi vive e respira musica macinando chilometri su chilometri lontano da casa, dalle mogli e dai figli. "Running On Empty" è l'appassionato ed appassionante racconto di musicisti sballottati tra sale da concerto, hotel e studi di registrazione; di roadies che sgobbano giorno e notte per farli salire in sicurezza su quei palcoscenici dove saranno applauditi ed acclamati da quel pubblico che del rock vede solo il volto più seducente. È l'istantanea di corriere che diventano casa, unica costante tra paesaggi che mutano scorrendo veloci dai finestrini; il dipinto di città ogni sera diverse. Potresti essere a Chicago come a Detroit, poco importa che tu sappia dove ti trovi. Sei lì per suonare, per cantare, per tirare su un palco. Non sei un turista. Tanto l'indomani sarai già altrove, addormentato su un sedile impregnato di fumo, oppure al telefono con una donna a cui forse manchi o che magari si è stancata di aspettare i tuoi fuggevoli ritorni.

"Running On Empty" è probabilmente il disco più celebre di Browne. La track list, composta da tracce mai apparse sui precedenti album, è sapientemente bilanciata tra brani originali dell'artista e da cover. Le canzoni più conosciute sono certamente la trascinante title track e The Road, da noi ben nota nella efficace versione che ne fece Ron con Una Città Per Cantare. Il capolavoro del disco va però ricercato nel suo finale, nella splendida accoppiata The Load Out - Stay, con i versi del primo brano che tratteggiano con rara efficacia il senso di un album che, a dispetto dei suoi quarant'anni, non presenta una sola ruga:

 

Abbiamo paesaggi rurali e riviste

abbiamo Richard Pryor sul televisore

e tempo per pensare a quelli che amiamo

mentre le miglia si srotolano.

Ma il tempo che sembra più corto

è quello in cui suoniamo.