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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Spara Jurij spara
CCCP Fedeli alla Linea
1984  (Attack Punk )
PUNK
all TRACKS
02/10/2023
CCCP Fedeli alla Linea
Spara Jurij spara
4 parole e 3 frasi per l’anthem definitivo del punk italico.

In occasione del prossimo 40° anniversario dei CCCP Fedeli alla linea che, partendo dalla mostra “Felicitazioni! – CCCP-Fedeli alla linea 1984-2024” presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, dovrebbe avere il suo zenith nel “Gran Gala Punkettone di parole e immagini” il 21/10/2023 al Teatro Valli del capoluogo emiliano (biglietti pare già esauriti), ripercorriamo i fili della memoria per soffermarci su quello che, al netto del mondo hardcore, può essere considerato il pezzo definitivo del punk italico.

«Spara Jurij spara,

Spera Jurij spera,

Felicitazioni, felicitazioni».

Tutto qui: 4 parole, 3 frasi, l’urgenza espressiva del punk, virato in chiave italiana, viene racchiuso in 2 minuti circa di un riff chitarristico che ti entra nella testa (per alcuni un pochino troppo simile a “Sonic reducer” dei Dead Boys di Stiv Bators) con il cantato declamato di Giovanni Lindo che diventerà il marchio del gruppo.

 

“Spara Juri” viene pubblicato nel singolo 7” Ortodossia I assieme a “Punk Islam” e “Live in Pankow” e ripubblicato pochi mesi dopo in Ortodossia II, in versione 12” che girava a 45 rpm, con l’aggiunta di “Mi ami?”.

Poi, per chi ha vissuto il rock underground degli anni Ottanta, cosa dire d’altro? Nulla, se non ricordare i live della band, con la “Benemerita soubrette” Annarella Giudici e l’ “Artista del popolo” Danilo Fatur, per recuperare un aspetto cabarettistico o, come si diceva, visuale, a supporto ed integrazione della musica. Ma per chi non c’era, era troppo giovane o, semplicemente, se l’è perso, alcune considerazioni in ordine sparso.

L’incontro tra Ferretti e Zamboni in una Berlino ancora divisa dal Muro. L’utilizzo di una batteria elettronica (come in quel periodo facevano i Sisters Of Mercy con la loro “Doktor Avalanche”) al posto di un batterista in carne ed ossa. La particolarità del titolo del loro primo album, forse più lungo della storia musicale italiana: 1964-1985. Affinità e divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età, presagio di quello che succederà nel futuro al gruppo (dopo la caduta del muro diventarono CSI e poi tante altre cose) e ai singoli partecipanti (qui dichiaro la mia stima incondizionata e duratura in Giovanni Lindo Ferretti).

Il picture disc Compagni Cittadini, Fratelli Partigiani sciaguratamente rivenduto all’epoca per 3.000 lire. Il 7” con Amanda Lear. Madre. E poi ancora, la cover di “Amandoti” a Sanremo dei Maneskin con Manuel Agnelli.

 

Ma alla fine, quel testo così enigmatico, sintetico, quasi un’epigrafe, cosa significa? Per alcuni lo Juri era Juri Andropov, ex capo del KGB poi divenuto leader supremo dell’URSS, e il brano in questione prese spunto dall’abbattimento di un aereo di linea sudcoreano da parte della contraerea sovietica credendolo un aereo spia americano, causando la morte di quasi 300 innocenti.

Per me, e forse per molti della mia generazione, quel riff tiratissimo e quelle tre frasi riassumevano l’anima del punk, quel sentimento di rivolta adolescenziale, di impeto di vita, di un “qualcosa di indefinito” che ci muoveva dentro.

Pensate che in Italia, in quel periodo, tra la musica mainstream vigeva ancora il cantautorato d’autore e molti degli appassionati di quel genere consideravano il punk, la wave, l’indie in genere, come la negazione della musica stessa. Pensate altresì, ad esempio, la differenza tra le liriche de “La Guerra di Piero” di De Andrè, con il brevissimo testo e quell’enigmatico e dissacrante finale “Felicitazioni” di Spara Jurij.

Dopo 40 anni, alla luce del tempo trascorso e di tutto quello che poi è successo, penso possiamo tutti riconoscere come i CCCP siano stati il gruppo cult underground degli anni Ottanta perché, come poteva leggersi un flyer dell’Attack Punk dell’epoca che, non ritrovandolo più, cito a memoria, hanno rappresentato (e penso in una maniera diversa ma ancora tuttora) quell’: “Andare controcorrente contro la corrente che va controcorrente” e “Spara Jurij” rimane il loro marchio di fabbrica.