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REVIEWSLE RECENSIONI
The Larsen’s Sessions – Live in Studio
Ruben Minuto
2021  (DELTA Promotion)
AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS
7,5/10
all REVIEWS
21/01/2021
Ruben Minuto
The Larsen’s Sessions – Live in Studio
A un anno dall’ottimo “Think of Paradise”, Ruben Minuto torna con “The Larsen’s Sessions”, un vero e proprio best of registrato dal vivo in studio con la collaborazione di Luca Andrea Crippa. Dieci pezzi, tra originali e cover, in bilico tra Country e Rock: un ottimo diversivo in attesa del prossimo giro di concerti.

È inutile sottolineare come, tra le tante cose che la pandemia da COVID-19 ci ha finora precluso, ci sia la possibilità di poter assistere a un concerto. E non ci riferiamo solo ai mega eventi, una realtà drogata e distorta entrata purtroppo nell’immaginario comune e che costituisce solo la punta dell’iceberg. Pensiamo piuttosto alle migliaia di piccoli e medi eventi che si tengono nei locali di tutta Italia, che fanno girare un comparto e un’economia musicale vivissimi, al momento completamente abbandonati dalle istituzioni e mal raccontati dai media.

Non è facile pensare cosa possa aver provato Ruben Minuto quando, all’indomani dell’uscita del suo ultimo album Think of Paradise e dopo appena una manciata di concerti, ha dovuto sospendere ogni attività dal vivo. Per uno abituato a suonare senza soluzione di continuità in Italia e all’estero, non deve essere stato semplice riporre la chitarra nella custodia e rinunciare a salire su un palcoscenico.

Ecco quindi arrivare l’idea, portata a compimento lo scorso ottobre. Perché non chiudersi in studio e registrare dal vivo, senza nessun tipo di overdubbing e il più delle volte alla prima take, le canzoni che si sarebbero dovute suonare in concerto, cercando di ricreare l’atmosfera di un live? Il risultato è The Larsen’s Sessions, tredicesimo album in carriera per Ruben Minuto, quarto solo a suo nome, realizzato in due sessioni presso i RecLab Studios di Larsen Premoli a Buccinasco, nell’hinterland milanese (ecco quindi svelato l’origine del titolo del disco), un vero e proprio best of della carriera del «più americano tra gli artisti italiani o forse il più italiano fra quelli americani».

Prodotto e arrangiato dallo stesso Minuto con l’ormai “fedele scudiero” Luca Andrea Crippa (un titolo nato su queste pagine e ormai adottato stabilmente anche dall’entourage del cantante), The Larsen’s Sessions è composto da dieci canzoni. Sette sono brani originali, pescati dalla discografia solista di Minuto – I Hate to Sing the Blues (2004), This (2011) e il recente Think of Paradise –, mentre tre sono cover. Di queste, alcune sono rivisitazioni aderenti al canone minutiano, come il traditional del diciannovesimo secolo “Molly and Tenbrooks”, resa celebre prima da Bill Monroe e poi dagli Stanley Brothers in chiave bluegrass, qui arrangiata come uno spettrale folk/blues che non avrebbe sfigurato in Tell ‘Em I’m Gone di Yusuf/Cat Stevens, prodotto da Rick Rubin. Oppure come la conclusiva “Why Should I Be So Lonely” di Jimmy Rodgers (incisa, tra gli altri, anche da Merle Haggard), impreziosita da un meraviglioso fraseggio di lap steel guitar di Crippa, a dare alla canzone un’atmosfera tra l’hawaiano e il natalizio (vedi Christmas in the Heart di Bob Dylan). Altre, invece, preferiscono giocare in contropiede e stupire l’ascoltatore, come la sorprendente “You’re the One That I Want”, tratta dal musical Grease, così sbarazzina nell’originale e qui rivista invece in un’insospettabile versione alternative country à la Wilco.

Nel corso dell’album, a seconda delle canzoni, ad affiancare Minuto e Crippa, presenti con le loro chitarre in tutti i brani, si avvicendano due formazioni, una più incline a esaltare le atmosfere folk e blues, con Ale Porro al contrabbasso e Nico Roccamo alla batteria, e una invece più adatta a spingere sull’acceleratore del country e del rock, con Riccardo Maccabruni alle tastiere, Paolo Roscio al basso e Alessio Gavioli alla batteria. Non mancano inoltre gli interventi, preziosissimi, di tre ospiti come Jane Jeresa, che regala a “You’re the One That I Want” un piacevole tocco gospel, Lucia Lombardo, che affianca Minuto in “In the Hands of Time”, e Sophie Elle, che colora con la sua voce “Be Alive” e “Who Cares”.

Come accade sempre con Ruben Minuto, anche durante l’ascolto delle canzoni che compongono The Larsen’s Sessions, i cui video sono disponibili su YouTube, si fa fatica a credere che sia un artista italiano. Vista la grande padronanza dell’inglese (dalla pronuncia pressoché perfetta), la capacità di vestire come un guanto generi come folk, country e blues rimanendo sempre credibile, e un gusto per l’arrangiamento e una perizia musicale di altissimo livello (gli intrecci di chitarra tra Minuto e Crippa – tanto nelle parti acustiche quanto in quelle elettriche – sono una gioia per le orecchie), è facile scambiare questo album per un prodotto d’Oltreoceano. È vero, suona strano essere grati a una pandemia, ma se è servita a regalarci un gioiello come The Larsen’s Sessions, ce ne faremo una ragione. In attesa di ritrovarci tutti sotto un palco, alla primissima occasione.

TAGS: JacopoBozzer | loudd | recensione | rubenminuto | thelarsensessions