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REVIEWSLE RECENSIONI
20/12/2019
Van Morrison
Three Chords And The Truth
Se hai creato quel capolavoro dell’ineffabilità che va sotto il nome di Astral Weeks, se hai incantato anche le pietre con Moondance, se sei una leggenda vivente del folk jazz, se hai inventato il garage con i Them ai bei tempi, cosa altro vuoi fare ancora?

Van The Man ci riprova a riportarci alle sue semplici e complesse radici blues-jazz. Come se avesse bisogno di ricordarci chi è stato, chi sarà per sempre. Se hai creato quel capolavoro dell’ineffabilità che va sotto il nome di Astral Weeks, se hai incantato anche le pietre con Moondance, se sei una leggenda vivente del folk jazz, se hai inventato il garage con i Them ai bei tempi, cosa altro vuoi fare ancora? Riportarci all’apparente essenzialità delle tue origini, come se fosse possibile spiegare l’universo e i meandri dell’animo umano solo usando tre accordi e dicendo la verità. E ci riesci, accidenti come sai farlo bene.

Three Chords And The Truth arriva come una manna dal cielo per tutti quelli che lo hanno amato e amano perdutamente, e per tutti i neofiti che potrebbero scoprire una bellezza di cui per troppo tempo si sono privati. 14 brani sgorgati dal genio e dalla sensibilità del grande polistrumentista di Belfast che suonano timeless e freschi. Come se non ci fossero netti confini temporali fra i decenni, come se la sua arte appartenesse ad ogni forma vivente esistente e preesistente. Quel sapore atavico che solo lui possiede, e che ha abitato i 60s e i 70s, principalmente, per renderli eterni e universali. Tutta la sua sapienza musicale, la sua imprevedibilità e improvvisazione matta si dipanano lungo questa ora e sette minuti di meraviglia. Ballads a gogò, brani blues rock, jazz, folk e tante altre non facilmente etichettabili creazioni per incantare, convincere, far innamorare. E se ogni brano richiama nel nostro cassetto dei ricordi il suo speculare del passato, consci che non avremo mai più una Madame George o una Into The Mystic, ci lasciamo comunque travolgere dalle nuove ed antichissime suggestioni della sua voce e dei suoi ritmi.

Affrontiamo questo album come fosse un compendio che racchiude oltre 50 anni di carriera, un’opera omnia da studiare, anche solo per essere in grado di ricollegare il nuovo ed il vecchio, di emozionarci nel notare come l’indomito bluesman sia ancora così ispirato da aprirci il cuore facendoci sentire maledettamente pieni di vita e di amore per il bello e per il tutto che ci circonda ed esiste dentro di noi. Facile come dire la verità in tre accordi. E non voglio chiamarlo testamento spirituale, perché sono convinta che quest’uomo dai capelli rossi saprà ancora stupirci. Ed io sono qui da semplice piccola fan a cercare di parlarne, a non sentirmi adeguata nel misurarmi con tanta magnificenza. Allora opto anche io per dire semplicemente la verità.


TAGS: classic rock | loudd | recensione | SaraFabrizi | ThreeChordsAndTheTruth | VanMorrison