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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
24/07/2017
D.A.F.
Tutto e tutti in discussione (dedicato a Conny Plank)
Li ho visti e ascoltati tre volte dal vivo. Vorrei fossero state trenta.
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

Nel pregevole volume[1] di Jürgen Teipel Verschwende deine Jugend (o meglio, per tutti coloro che non leggono correntemente la lingua di Goethe e di Nietzsche, nella sua traduzione francese intitolata Dilapide ta jeunesse[2]) si racconta anche di come i Deutsch Americanische Freundschaft nella formazione a due che li ha consacrati conquistarono il pubblico skinhead di uno dei loro primi concerti nel Regno Unito.

Gabi Delgado-López è omosessuale, Robert Görl da molti anni è buddista.

Politicamente sono a sinistra ma “White Riot” docet.

A Milano, nel novembre (il 5 per la precisione) 1981, un muro di registratori a cassetta MC7 è alle loro spalle. Il pubblico dell’Odissea 2001 suda con loro.

I D.A.F. sono assolutamente contro, o punk se si vuole.

Ancora oggi.

Li ho visti e ascoltati tre volte dal vivo. Vorrei fossero state trenta.

Ogni volta che le mie orecchie li odono il limite è uno solo: il volume dovrebbe essere a 20 su 10: napalm sonoro al cui confronto la “Cavalcata delle Valkirie” usata dal Colonnello “Death From The Above” Kilgore in Apocalypse Now è una dolce lied per bambini.

Contro tutti perché a “Der Mussolini” (che si canta in coro mentre si danza una spastica marcia, autodistruttiva per la mente eppur rigenerante) si contrappone[3] nel 2003 la lode a Ulriche Meinhof[4] di “Kinderzimmer”[5].

Per essere un seguace dei D.A.F. occorre inizialmente “rinnegarsi” e, se del caso, farsi violenza intellettuale.

Accettare tutto per poi riconsiderare tutto come essere pensante e trarre (volendo e potendo) delle inutili conclusioni.

Con la struggente provvisorietà di “Als wär’s das letze Mal” sempre sulla spalla.

Nero e cuoio e “basi” registrate. Questo è il tableau di Gabi e Robert sul palco.

Una saga complicata quella dei D.A.F.

Ma davvero da coltivare: la linea è ormai nota: Silver Apples, Suicide, D.A.F.[6], Soft Cell.

Ricordo, in quel hangar zurighese, che prima del concerto dei Depeche Mode la colonna sonora comprendeva anche una canzone dei D.A.F.[7]

Due ultime annotazioni.

I Deutsch Amerikanische Freundschaft “arrivano“[8] da Düsseldorf (come i Kraftwerk).

Comunicazione per gli über-gegen-Alles: cercate l’album Future Ultra dei Delkom (successivo progetto musicale dell’immigrato Gabi Delgado-López) onde alienarvi – se siete fra coloro che acconsentono a che altri possano curiosare nella vostra discoteca – anche le simpatie di chi combatte le tossicodipendenze: con una canzone dal titolo “Viva la droga” cantata in Castigliano non potete fallire.

Per gli insaziabili della devastazione, soprattutto propria, indico senza pretesa di completezza: Dagmar Krause con Panzerschlacht e Nico con The Frozen Borderline o – almeno – con “Janitor Of Lunacy”.

Anche i Tedeschi hanno un’anima, scientemente bombardata ex adverso.

Alles ist gut mein Freund.

 

[1] Esiste una antologia, doppio CD, dal medesimo titolo, il suo curatore è l’autore del volume, che è obbligatoria e racconta in modo impeccabile la neue Welle. Dopo cercherete altro e troverete poco.

[2] Facile dunque comprendere il significato del titolo: mutuato da quello di una canzone dei D.A.F.

[3] Attenzione: la difficoltà di comprensione della lingua germanica rischia di confondere le idee.

[4] L’esponente più noto insieme a Andreas Baader della Rote Armee Fraktion, formazione terroristica tedesca creata nel 1970 (incidentalmente, nel 1978 a Londra si compravano tranquillamente badge con il simbolo della RAF: una stella rossa a cinque punte con sovrimposto un fucile mitragliatore e, appunto, la sigla RAF). È ben vero che di tributi a questa figura del terrorismo ve ne sono non pochi, ma la canzone dei D.A.F. ha come sottotitolo “heldenlied”, cioè canzone per gli eroi.

[5] Tratta da Fünfzehn neu DAF Lieder : album della riunione di Görl e Delgado-Lopéz dopo oltre tre lustri.

La discografia dei D.A.F. rischia di apparire complicata a causa, anche, dei DAF DOS (in cui compare il solo Delgado-Lòpez). I 7 album non sono omogenei nel genere e nella qualità complessiva, lo stesso vale per una messe di singoli (l’ultimo del 2010 e per ora inedito su album).

[6] Sarei tacciabile di approssimazione se non specificassi che un legame (nessun gioco di parole) con i Deutsch Amerikanische Freundschaft hanno i Liaisons Dangereuses, gruppo in cui compariva Christiaan Ludwig “Chrislo” Haas.

[7] Il sogno elettronico e impossibile sarebbe un bill concertistico con Suicide, D.A.F. e Depeche Mode. Dress code: “celebrazione nera”.

[8] Ferme le diverse origini dei componenti, per quanto qui rileva: Delgado-López è spagnolo di Cordoba, Görl è bavarese.