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REVIEWSLE RECENSIONI
Two Ribbons
Let's Eat Grandma
2022  (Transgressive)
IL DISCO DELLA SETTIMANA INDIE ROCK POP
8/10
all REVIEWS
30/05/2022
Let's Eat Grandma
Two Ribbons
New Order girls crescono. Dopo anni drammatici, le Let’s Eat Grandma elaborano dolore e lutto con una manciata di canzoni che spaziano dal synth pop al folk. Il risultato è “Two Ribbons”, un disco sincero, personale e a tratti commovente. Senza dubbio il loro migliore.

Le due Let’s Eat Grandma Rosa Walton e Jenny Hollingworth si conoscono fin dall’asilo e fanno musica assieme da quando avevano 13 anni. La loro amicizia è così stretta che si completano le frasi a vicenda, ma c’è stato un momento, dopo il tour di I’m All Ears (2018), in cui queste due giovani donne si sono allontanate. Rosa si è trasferita da Norwich a Londra, ha concluso una relazione a lungo termine e ha scoperto la sua bisessualità. Jenny ha dovuto affrontare la terribile perdita del fidanzato, il musicista Billy Clayton, morto a soli 22 anni di una rara forma di cancro alle ossa. Entrambe hanno dovuto far fronte alla scomparsa della loro produttrice Sophie, rimasta vittima di un incidente domestico, e al crescente successo – con relative pressioni – della band, risultato del clamoroso successo di I’m All Ears, tra i dischi dell’anno secondo diverse testate e in nomination per un Ivor Novello.

Come sempre, il tempo sistema le cose. Walton e Hollingworth per più di un anno non si sono frequentate e per la prima volta hanno iniziato a scrivere separatamente. Quando si sono incontrate, hanno ben presto convenuto che quel periodo di lontananza ha contribuito a salvare la loro amicizia, tanto più che anche separatamente hanno imboccato la stessa direzione musicale. Nei testi delle nuove canzoni, infatti, Rosa e Jenny hanno indagato reciprocamente le ragioni del legame che le unisce, trovando nella scrittura un’arma di guarigione e di dialogo.

Prodotto da David Wrench (Frank Ocean, Arlo Parks, FKA Twigs), già al lavoro con loro nel disco precedente, Two Ribbons unisce sapientemente synth pop e intime ballate acustiche, abbandonando definitivamente le influenze psichedeliche del debutto I, Gemini e le derive progressive di I’m All Ears, andando a comporre un disco che riesce a mettere assieme alla perfezione i New Order più danzerecci e i This Mortal Coil più contemplativi.

Il disco è diviso esattamente a metà, un po’ come Brotherhood di Bernard Sumner e soci, con un lato A caratterizzato da un ritmo più sostento e un lato B riservato ai pezzi più atmosferici e contemplativi. Two Ribbons si apre infatti sui synth solari di “Happy New Year”, prosegue con il beat aggressivo di “Levitation” e giunge al climax emotivo con “Watching You Go”, prima di completare la parabola con le atmosfere alla Chvrches di “Hall of Mirrors” e le chitarre di “Insect Loop”.

I 30 secondi di “Half Light” inaugurano invece la sezione dream pop del disco: la brezza portata dalla successiva “Sunday” è però subito spazzata via dalla strumentale “In the Cemetery”, prima che il folk spettrale di “Strange Conversations” e “Two Ribbons” chiuda il disco evocando i Mazzy Star, tra il gotico e il sognante. Il modo migliore per terminare quello che è senza ombra di dubbio il lavoro più completo delle Let’s Eat Grandma.

Ora starà a Rosa e Jenny capire quale delle due direzioni intraprendere, se quella più sfacciatamente pop oppure quella più vagamente mistica: insomma, se farsi produrre il prossimo lavoro da Stuart Price (magari con un cameo di Neil Tennant) oppure fissare un appuntamento con Angelo Badalamenti. In entrambi i casi, siamo già sicuri fin da adesso, sarà un successo.