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REVIEWSLE RECENSIONI
Victim Of The New Disease
All That Remains
2018  (Eleven Seven Music)
METAL / HARD ROCK
7,5/10
all REVIEWS
14/11/2018
All That Remains
Victim Of The New Disease
A distanza di poco più di un anno da “Madness”, gli All That Remains, la cui creatività e le cui composizioni continuano ad essere ricche ed estremamente produttive, ritornano con “Victim Of The New Disease”, nono album in vent'anni di onorata carriera.

Prima ancora di entrare nel dettaglio va ricordato che “Victim Of The New Disease” è l'ultimo album suonato e composto insieme a Oli Herbert, storico chitarrista morto prematuramente ad ottobre 2018 all'età di 44 anni.

La produzione, eccellente da ogni punto di vista, è curata fin nei minimi dettagli e l'attento studio dei suoni, non sempre scontato in questo genere, fa sì che ogni componente abbia il suo spazio e che l'ascoltatore possa gustare ogni sfumatura musicale.

Il genere proposto, come orami consuetudine, è un insieme di diversi sottogeneri che unisce in sé metalcore, heavy metal e un pizzico, senza troppo esagerare, di death metal.

Di questo nuovo lavoro se ne parlava da mesi, ma abbiamo potuto avere un assaggio solamente con l'uscita di “Fuck Love”, una autentica mina pronta ad esplodere dopo pochissimi secondi di ascolto. Il singolo è una perfetta cartolina del potenziale della band, qui perfettamente espresso, che mette subito sul tavolo le carte: aggressività, potenza, precisione e tanto tanto growl misto screamo.

Il ritmo incalzante della batteria, su cui fanno leva un basso molto cupo e doppie chitarre perfettamente coniugate, fanno da trama alla tenebrosa e calda voce di Philip Lebronte, che non perde una nota e che si muove senza difficoltà su una ritmica molto persistente.

“Misery In Me”, meno grezza rispetto al singolo, è un brano secco, deciso e che dal vivo può diventare un ottimo gancio di traino per passare da una setlist truce ad una più morbida. La facilità con cui Lebronte passa da uno stile all'altro, senza sforzare minimamente la gola, è notevole, una vera rarità all'interno di un genere musicale saturo e che spesso è solo il riciclo di stesso. L'assolo centrale è una chicca heavy metal che riempie e dà colore, creando la giusta suspence per un finale di canzone che avrei preferito essere un po' più aggressivo.

Ma gli All That Remains non sono solamente “urla”, come qualcuno le definisce, e strumenti distorti, sono anche melodia, ballad ed acustica.

“Just Tell Me Something” è il giusto compromesso tra quanto appena scritto, con una base ed un cantato struggente e diametralmente che fa presagire, in sede live, una platea armata di accendini e mani che si alzano.

“Victim Of The New Disease” chiude in maniera autorevole, ma non troppo aggressiva, l'omonimo album.

Tirando le somme si piò dire che siamo di fronte ad un lavoro di buona fattura, che mette in luce le diverse anime della band e che lascia un malinconico ricordo di Oli. La tracklist, ampia e variegata, fa sì che puristi ed amanti di un metal più catchy possano trovarsi sotto allo stesso palco, ricordando Oli ma soprattutto cantando e pogando all’unisono.

Quindi, cari amici Loudd, non ci resta che ascoltare l’album in attesa che la band rimetta piede sul suono italico per un bel concerto!