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REVIEWSLE RECENSIONI
28/01/2022
Noyz Narcos
Virus
Dopo aver ascoltato Virus il pensiero è uno solo: ci voleva un disco così. Era troppo tempo che non usciva un prodotto qualitativamente alto e al tempo stesso (soprattutto) esclusivamente Rap tra i grandi nomi dell'Urban italiano.

Noyz Narcos, uno dei nomi più importanti del rap italiano, non pubblicava nulla da Enemy (2018) al seguito del quale decise di prendersi una pausa indefinita. Nonostante ciò, da inizio 2021 aveva fatto intuire di essere tornato in studio e già a fine anno Virus era stato annunciato per la metà di gennaio 2022.

Come sempre la cura visiva che ha accompagnato l’annuncio e i vari packaging del disco è stata di altissimo livello e, dato che Thaurus (la sua etichetta) ama fare le cose in grande, per far aumentare ulteriormente l’hype, a qualche settimana dall’uscita, è stato diffuso un documentario sulla storia di Noyz Narcos, del Truceklan e di quest’ultimo disco.

Noyz Narcos, rispetto ad altri noti nomi nel rap game come Guè o Marra, sulle sue spalle deve portare un peso maggiore: per come è visto dai suoi ascoltatori, non gli è concesso fare qualcosa di più light o più pop, anche se sono convinto che gli interessi anche poco farlo, dato che il successo avuto negli anni sembra averlo scalfito davvero poco e questo nuovo disco ne è la prova.

Virus parte in quarta con “Uomo a terra” e la title track, nelle quali il rapper romano torna crudo, diretto su basi abbastanza semplici ma molto funzionali, prodotte rispettivamente da Night Skinny e Sine. I due testi (ma in realtà anche la gran parte del disco) possono essere riassunti benissimo in una frase che lui stesso dice in “Virus”: “questa è meglio che non la scrivevo”.

Dalla terza traccia in poi si incontrano una lunga serie di ospiti, su cui qualcuno riesce a spiccare più degli altri: Franco126, che oltre ad aver contribuito alla scrittura di “Blister”, l’ha cesellata con un ritornello perfetto, e Raekwon (membro del Wu-Tang Clan), che è riuscito ad entrare perfettamente in sintonia con Noyz, regalando agli ascoltatori un brano davvero stupendo.

In generale, comunque, tutti gli ospiti hanno dato il loro contributo aiutando a rendere più vario il progetto, che fino a metà scorre in maniera eccezionale.

Il momento più alto del disco è probabilmente la decima traccia, “Dope Boy”, dove Noyz racconta l’incontro quotidiano con i suoi fan e parla del suo trasferimento da Roma a Milano, e di come abbia sognato la sua città natale nella seconda, il tutto con un ritornello epico e la produzione migliore di Night Skinny in questo album.

L’unico punto in cui Virus risulta essere un po’ pesante è invece nel trittico “Worst Way”, “War Games” e “Money Bagz”, ma solo per poi riprendersi alla grande prima del finale con l’attesissima “Verano Zombie pt.3” insieme ai due colleghi storici Gemello e Metal Carter, con cui si chiude la trilogia riprendendo (soprattutto nel ritornello) varie citazioni degli episodi precedenti.

A livello di produzioni il disco risulta impeccabile, il lavoro è affidato principalmente a Night Skinny, ma compaiono anche Sine, Greg Willen e Mace. Il risultato è un album molto coerente nei suoni, ma anche variegato. Le strumentali sono piene di campioni e variano da momenti più old school ad altri in cui si strizza maggiormente l’occhio alla trap, ma risultano tutte in grado di stendere un tappeto sonoro perfetto per accogliere le parole taglienti di Noyz.

Dopo aver ascoltato Virus il pensiero è uno solo: ci voleva un disco così. Era troppo tempo che non usciva un prodotto qualitativamente alto e al tempo stesso (soprattutto) esclusivamente Rap tra i grandi nomi dell'Urban italiano. Vedere che nel 2022 si possano fare certi numeri con questo tipo di suoni è la prova per Noyz di aver costruito una carriera solidissima, grazie alla quale può evitare di piegarsi a sound e testi più puliti. Anzi, forse il segreto del suo successo è proprio questo: continuare a fare ciò che vuole. E speriamo lo faccia ancora a lungo.